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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Avellino, Francesco Maria: Il mito di Talo: memoria; letta alla Reale Accademia Ercolanese nell'anno 1837
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0114
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102 AVELLINO

zionc, sempre -però risulterà a nostro avviso da tal presen-
za , ripetuta in questa faccia, come nell'altra del vaso, una
dimostrazione di più di quel parallelismo, sotto la cui in-
flaenza ci sembra non potersi dubitare che il vaso da noi
illustrato fu immaginato , ed eseguito.

I Dioscuri ripetuti due volte, e scelti tra gli altri Ar-
gonauti i Boreadi per essere loro messi a confronto, le due
grandi maghe Circe e Medea, che già le tradizioni mitiche
tanto ravvicinano tra loro per congiunzione di sangue, e
per analogia di possanza, la forza che le incantagioni
della prima esercitano siili' uomo di bronzo, e che le lu-
strazioni della seconda hanno per abolire e rimettere il de-
litto *), sono a parer nostro evidente indizio che nel me-
raviglioso vaso di Ruvo non sono state accozzate a capric-
cio le figure, ma tutte si riuniscono nello esprimere, anche
con istudiati ed acconci parallelismi, l'idea della venera-
zione religiosa in che aversi deggiono le sacre incantagioni che
protette dagli Dei, il cui favore è nel nostro vaso annun-
ciato dall' intervento de'Dioscuri, giugner possono ad atter-
rare anche i più possenti, e le sagre lustrazioni, che sotto
la stessa protezione sciolgono e mondano l'uomo da'commessi

1) Del dualismo di Circe c Medea
ragiona dottamente il sig. Creuzer Sim-
ùol. t. IV p. 234 e seg., ed intorno al
medesimo ci sembra pure importante ciò
che serivea Dionigi da Mileto nel I libro
delle sue Argonauliclie ( prejso lo sco--
liaste di Apollonio rodio al lib. Ili v.200)
e le cose che leggonsi ne' cap. 45 e 54
del IV libro di Diodoro di Sicilia, ove

parlasi pure di un'erba la cui potenza
avea Circe insegnata a Medea. In quanto
alle figure de'Dioscuri cpji ripetute, può
osservarsi che anche in esse trovasi qual-
che diversità nell'abbigliamento, ed or-
nati, che può forse anche credersi allu-
siva alla loro he te reme ri rt. Vedi le cose
da noi sopra notate a pag. 81 e seg.
 
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