I FUNERALI DI ARCHEMORO l35
disacerbavan Ja forza del dolore con avvicinarsi il più
lungamente che potevano a colui che non più dovevano
nè veder, nè toccare. Questa donna comparisce velata il
capo, qual addicevasi a chi era in lutto per un estinto.
Epperò Oreste in Euripide invita Elettra a non più lacri-
mare , ed a scoprirsi la testa J) :
Kou vuv ava.x.aXvtfT , o> x.oicriyvnTOv zy.pz,
Ex. daxpvov r' a<?rs\Qs.
Sgombra, o sorella, dal tuo capo il manto,
E line metti al pianto.
E nell'Antologia leggiamo 2) :
.... $>apo$ yxp eriKpi(/.ig a^.(pi crpo<r<y<rw
Uri/tara, yav dnxvvcriv..............
..... Il manto che la faccia copre
E di duolo argomento.
La mano che costei adagia sul petto dell'estinto, ove
noi faccia per sollevarlo prendendolo per la vesta, e coro-
narlo, è gesto di tenerezza; poiché nella regione del cuore
ponevano gli antichi la sede dell' anima e degli affetti 3).
j)' Orest. v. 294. Dalla mia traduzio-
ne inedita di Euripide. Vedi Le Sup-
plichevoli v. 122.
2) Lib. V, epigr. XXXIII.
3) A ciò alludono le frasi d'Omero
II. II, v. 142. To/tfi Ss Qu^ov ivi <rr\%tfciiv
opiviv , //. IV, V. 3oi). TovSt vqov xai Qv-
(xov evi frfìicejiY i-^'vns, XVI, v. 701,
tX'ff'ÉTo QvfAos évi ^i&itaatv lxu<?ov , Od.
XVIII, Ov ri roiovrov ivi <?-rBtrf<Si voi\y.a ,
per lasciare mille altri esempi.
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disacerbavan Ja forza del dolore con avvicinarsi il più
lungamente che potevano a colui che non più dovevano
nè veder, nè toccare. Questa donna comparisce velata il
capo, qual addicevasi a chi era in lutto per un estinto.
Epperò Oreste in Euripide invita Elettra a non più lacri-
mare , ed a scoprirsi la testa J) :
Kou vuv ava.x.aXvtfT , o> x.oicriyvnTOv zy.pz,
Ex. daxpvov r' a<?rs\Qs.
Sgombra, o sorella, dal tuo capo il manto,
E line metti al pianto.
E nell'Antologia leggiamo 2) :
.... $>apo$ yxp eriKpi(/.ig a^.(pi crpo<r<y<rw
Uri/tara, yav dnxvvcriv..............
..... Il manto che la faccia copre
E di duolo argomento.
La mano che costei adagia sul petto dell'estinto, ove
noi faccia per sollevarlo prendendolo per la vesta, e coro-
narlo, è gesto di tenerezza; poiché nella regione del cuore
ponevano gli antichi la sede dell' anima e degli affetti 3).
j)' Orest. v. 294. Dalla mia traduzio-
ne inedita di Euripide. Vedi Le Sup-
plichevoli v. 122.
2) Lib. V, epigr. XXXIII.
3) A ciò alludono le frasi d'Omero
II. II, v. 142. To/tfi Ss Qu^ov ivi <rr\%tfciiv
opiviv , //. IV, V. 3oi). TovSt vqov xai Qv-
(xov evi frfìicejiY i-^'vns, XVI, v. 701,
tX'ff'ÉTo QvfAos évi ^i&itaatv lxu<?ov , Od.
XVIII, Ov ri roiovrov ivi <?-rBtrf<Si voi\y.a ,
per lasciare mille altri esempi.
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