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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Finati, Giovanni Batista: Il supplizio di dirce
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0316
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3o4 PINATI

di. Questi fecero di se contesa, chi fossero i lor parenti,
conf essando parere Menecrate, ma essere naturale Arte-
midoro 1). Da questo passo non si raccoglie che nel gruppo
vi fosse una iscrizione nella quale le riportate circostanze
si trovassero espresse : nè vale il dire che le espressioni
Parentum ii certamen de se fecere : Menecratem piderì
professi, sed esse naturalem Arthemidorum importino
pubblica dichiarazione , la quale non poteva farsi se non
per mezzo di una iscrizione apposta nel nostro gruppo ;
dappoiché quelle espressioni dello Storico latino non vanno
affatto riferite ad una iscrizione scolpita sul nostro mo-
numento , ma ci dicono nel modo più semplice, che Apol-
lonio e Taurisco si confessarono figliuoli di Menecrate solo
in apparenza , ma non negarono esserne Artemidoro il
padre vero ; valdire che senza sconoscere il padre natu-
rale si dichiararono figliuoli di Menecrate di loro maestro

ed educatore , onde la gara tra Menecrate ed Artemidoro
per disputarsi quai figli i due eminenti artisti che per essi
a tanta gloria eran saliti ; la fama della qual gara essendo
nota ed in Traili patria comune di quegli artefici , ed in
Rodi posseditrice del mirabilissimo monumento, passò con
esso in Roma , ove veniva ripetuta e dagli artisti e dagli
amatori delle arti al cospetto di sì insigne mole scultoria ,
coinè avveniva , per confessione dello stesso scrittore, di
tante altre celebri sculture , secondo in seguito vedremo :

\) Zet/ius et Amphion ac Dirce
et laurus , vinculumque, ex eodem
lapida , Jìhodo advecta opera Apol-
lonii et Thaurisci. Parentum ii certa-

men de se fecere: Menecratem vìderi
professi, sed esse naturalem Arthe-
midorum. Plin. lib. 36 cap. IV.
 
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