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potrà csservene alcuno che a me non si è finora mostrato.
In ogni modo se questa singolarità di scrittura non viene
in luce ora la prima volta per la iscrizion nostra , ne por-
gerà almeno un altro esempio. È noto quanta incertezza vi
sia tra gli antichi grammatici sull'uso della lettera k, che
Quintiliano diffinì qual segno piuttosto di alcuni nomi, Te-
renziano Mauro la disse usata un certo tempo avant' i no-
mi cominciati da a ; sebbene egli stesso affermi potersene
fare a meno, e ciò ripeterono ancora Prisciano e Diome-
de 1). Io quindi non saprei ad altro attribuire quella singo-
lare scrittura della iscrizione nostra che ad un di quegli erro-
ri soliti a vedersi nelle antiche lapidi, o per dir meglio ad
una cacografia del quadratario, il quale nello scrivere la vo-
ce Arcarius consultò piuttosto la sua crassa pronunzia che
1' ortografia della voce che poteva benissimo scriversi o col c
o col k. Ed a cacografia io penso doversi ancor riferire la
geminazione della consonante semplice alla lettera doppia x
che non è raro incontrarsi negli antichi marmi 2) , come
blicata. Il Marini però Atti degli Avvali doppia, qual lo dissero ilDausquio 1. c.
p. 681 su cresta stessa iscrizione fa osser- p. , e '1 gran Casaubono ad Suel.
vare che siccome la it non aveva ben August. 88, che scrisse esser derivata
chiuso il suo circolo nella sommità, uno ex fabrili ìgnoraritia et prava vulgi
scalpellino impostore la trasmutò in K consuetudine et scribendi et pronun-
ancor nelle parole viakvm, tkivm, de- tiandì, e così molli altri illustri autori.
cvKiARVJt, papikia. Di che nulla ha so- Essa è però l'antica maniera di scrivere
spettato il chiar. professore Osann che ha di che han fatto ricordanza i grammatici
riprodotta la iscrizione nella Sylog.In- latini, siccome osservò l'Orsino Fornii,
script. Gr.et Lai. Lipsiae ec. i834. fol. Rom. in Axsia, seguilo dall'acutissimo
p. 459 n. ig3 : paragonisi la p. 583. Fabretti Inscript. p. 385. Di fatti que-
1) Dausquio Ort/iogr. Latin, p. 27. st' aggiunzione di che favello, è fre-
2) Chiamo cacografia qncs\? aggiun- quente ne'monumenti epigrafici di ar-
cione della consonante semplice alla caico stile, p. e. nell'iscrizione sepol-
potrà csservene alcuno che a me non si è finora mostrato.
In ogni modo se questa singolarità di scrittura non viene
in luce ora la prima volta per la iscrizion nostra , ne por-
gerà almeno un altro esempio. È noto quanta incertezza vi
sia tra gli antichi grammatici sull'uso della lettera k, che
Quintiliano diffinì qual segno piuttosto di alcuni nomi, Te-
renziano Mauro la disse usata un certo tempo avant' i no-
mi cominciati da a ; sebbene egli stesso affermi potersene
fare a meno, e ciò ripeterono ancora Prisciano e Diome-
de 1). Io quindi non saprei ad altro attribuire quella singo-
lare scrittura della iscrizione nostra che ad un di quegli erro-
ri soliti a vedersi nelle antiche lapidi, o per dir meglio ad
una cacografia del quadratario, il quale nello scrivere la vo-
ce Arcarius consultò piuttosto la sua crassa pronunzia che
1' ortografia della voce che poteva benissimo scriversi o col c
o col k. Ed a cacografia io penso doversi ancor riferire la
geminazione della consonante semplice alla lettera doppia x
che non è raro incontrarsi negli antichi marmi 2) , come
blicata. Il Marini però Atti degli Avvali doppia, qual lo dissero ilDausquio 1. c.
p. 681 su cresta stessa iscrizione fa osser- p. , e '1 gran Casaubono ad Suel.
vare che siccome la it non aveva ben August. 88, che scrisse esser derivata
chiuso il suo circolo nella sommità, uno ex fabrili ìgnoraritia et prava vulgi
scalpellino impostore la trasmutò in K consuetudine et scribendi et pronun-
ancor nelle parole viakvm, tkivm, de- tiandì, e così molli altri illustri autori.
cvKiARVJt, papikia. Di che nulla ha so- Essa è però l'antica maniera di scrivere
spettato il chiar. professore Osann che ha di che han fatto ricordanza i grammatici
riprodotta la iscrizione nella Sylog.In- latini, siccome osservò l'Orsino Fornii,
script. Gr.et Lai. Lipsiae ec. i834. fol. Rom. in Axsia, seguilo dall'acutissimo
p. 459 n. ig3 : paragonisi la p. 583. Fabretti Inscript. p. 385. Di fatti que-
1) Dausquio Ort/iogr. Latin, p. 27. st' aggiunzione di che favello, è fre-
2) Chiamo cacografia qncs\? aggiun- quente ne'monumenti epigrafici di ar-
cione della consonante semplice alla caico stile, p. e. nell'iscrizione sepol-