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molti diplomi riporta dove si leggono le stesse parole della
nostra pergamena, o altre somiglianti. Vaglia per tutti il di-
ploma segnalo nella pagina 26 a 28, il quale non solo ritiene
la intitolazione identica alla nostra : Poyepto<g ev /.p^w rtó Gsw
eucrs[3r,<; y„ai /.paTaioi; pec, ftcli tcov ^pi^iavcov poriOci;, ma ancora
le slesse formolo e la data dello stesso anno del nostro diploma.
Da ultimo svolgendo la pergamena dell' epoca, deposita-
ta nel nostro Grande Archivio, or veggiamo Ruggiero chia-
malo victorioso et serenissimo Rege, ora invietissimo, altra
fiata gloriosissimo, exeellentissimo , ovvero magnifico. Nè è
da passar sotto silenzio il titolo di Siciliae et Italiae lìex, cui
soleva accoppiarsi l'altro Christianorum adjutor et clypeus ,
lìogerii I comitis filius, come ahhiam di sopra notato, e come
può osservarsi ancora presso Falcone Beneventano, in un di-
ploma del 1Ì3-T1).
Ma in quanto al titolo di Re d'Italia, ritenuto ancora da
alcuni de'sovrani successori, il quale si vede molte volte con-
giunto con quello di Sicilia, è da osservare per un necessario
chiarimento, che avendo i Greci perdute quasi tutte le Pro-
vincie d'Italia continuarono per fasto a dare alla sola Puglia,
che loro era rimasa, lo stesso nome d'Italia.
Ecco perchè non solo Ruggiero, ma anche Carlo I di
Àngiò fecero uso di siffatto titolo ; siccome molto tempo in-
nanzi parimente era avvenuto a cagione delle vittoriose imprese
de'Normanni nella Puglia, il di cui nome servì non solo per
indicare la provincia medesima, ma ancora tutte le altre che
oggi compongono il nostro Regno, il quale fu per tal ragione
1) Carusi Bibliot. histor. Regni Siciliae. Tom. I, pag. 3G7.
molti diplomi riporta dove si leggono le stesse parole della
nostra pergamena, o altre somiglianti. Vaglia per tutti il di-
ploma segnalo nella pagina 26 a 28, il quale non solo ritiene
la intitolazione identica alla nostra : Poyepto<g ev /.p^w rtó Gsw
eucrs[3r,<; y„ai /.paTaioi; pec, ftcli tcov ^pi^iavcov poriOci;, ma ancora
le slesse formolo e la data dello stesso anno del nostro diploma.
Da ultimo svolgendo la pergamena dell' epoca, deposita-
ta nel nostro Grande Archivio, or veggiamo Ruggiero chia-
malo victorioso et serenissimo Rege, ora invietissimo, altra
fiata gloriosissimo, exeellentissimo , ovvero magnifico. Nè è
da passar sotto silenzio il titolo di Siciliae et Italiae lìex, cui
soleva accoppiarsi l'altro Christianorum adjutor et clypeus ,
lìogerii I comitis filius, come ahhiam di sopra notato, e come
può osservarsi ancora presso Falcone Beneventano, in un di-
ploma del 1Ì3-T1).
Ma in quanto al titolo di Re d'Italia, ritenuto ancora da
alcuni de'sovrani successori, il quale si vede molte volte con-
giunto con quello di Sicilia, è da osservare per un necessario
chiarimento, che avendo i Greci perdute quasi tutte le Pro-
vincie d'Italia continuarono per fasto a dare alla sola Puglia,
che loro era rimasa, lo stesso nome d'Italia.
Ecco perchè non solo Ruggiero, ma anche Carlo I di
Àngiò fecero uso di siffatto titolo ; siccome molto tempo in-
nanzi parimente era avvenuto a cagione delle vittoriose imprese
de'Normanni nella Puglia, il di cui nome servì non solo per
indicare la provincia medesima, ma ancora tutte le altre che
oggi compongono il nostro Regno, il quale fu per tal ragione
1) Carusi Bibliot. histor. Regni Siciliae. Tom. I, pag. 3G7.