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sua precedente opinione, soggiungendo : Miài cantra certuni
videtur, ciklios minime recensendos esse inter servos, sedpo-
tius inter liberos, non liberiate tamen piena donatos.......
In servitule domino-rum suorum nihil aliud miài significai,
quam serviiium, famulaium, sive onus praesiandi operas,
non autem vinculum servilis conditionis.
Ma in che consistessero le prestazioni che costoro dove-
vano a'padroni, lo apprendiamo specialmente da'Capitolari di
Carlo Magno. Se quelle erano in generi, se ne doveva la decima
parte; se in danaro, se ne faceva il calcolo a soldi, ed in una
quantità maggiore o minore, secondo la condizione di coloro
ch'erano obbligati a somministrarle.
Or se diverse erano le classi di questi uomini, detti an-
cora villici o villani, anche giusta le opinioni de'Padri Mauri-
ci *), diverse erano le prestazioni, i censi e le opere, cui eran
tenuti, vai dire più o meno leggiere o gravi. E così, e non altri-
menti bisogna convenire, che andasse la faccenda, poiché, se
vogliamo trarre argomento di analogia dalla stessa voce ser-
vitium, questa non importa solamente opus, praestatio, e
strettamente nella nostra ipotesi servitimn culturae et dire-
ctwn, ma ancora ministerium, officimi et quodlibet obsequium.
Che anzi fra le diverse specie di servigi, che i feudatarii sole-
vano esigere da'loro vassalli, plurima, dice il Ducange, eo-
rum utiliiati, quaedam honori tantum, nonnulla risui aut
ipsorum oblectamento conducebant.
Ma tutte queste osservazioni ed autorità mirano al punto
di fare considerare gl'individui addetti alla coltura delle terre
J) Ti alialo di Diplomatica, Tom. II, pag. 423.
sua precedente opinione, soggiungendo : Miài cantra certuni
videtur, ciklios minime recensendos esse inter servos, sedpo-
tius inter liberos, non liberiate tamen piena donatos.......
In servitule domino-rum suorum nihil aliud miài significai,
quam serviiium, famulaium, sive onus praesiandi operas,
non autem vinculum servilis conditionis.
Ma in che consistessero le prestazioni che costoro dove-
vano a'padroni, lo apprendiamo specialmente da'Capitolari di
Carlo Magno. Se quelle erano in generi, se ne doveva la decima
parte; se in danaro, se ne faceva il calcolo a soldi, ed in una
quantità maggiore o minore, secondo la condizione di coloro
ch'erano obbligati a somministrarle.
Or se diverse erano le classi di questi uomini, detti an-
cora villici o villani, anche giusta le opinioni de'Padri Mauri-
ci *), diverse erano le prestazioni, i censi e le opere, cui eran
tenuti, vai dire più o meno leggiere o gravi. E così, e non altri-
menti bisogna convenire, che andasse la faccenda, poiché, se
vogliamo trarre argomento di analogia dalla stessa voce ser-
vitium, questa non importa solamente opus, praestatio, e
strettamente nella nostra ipotesi servitimn culturae et dire-
ctwn, ma ancora ministerium, officimi et quodlibet obsequium.
Che anzi fra le diverse specie di servigi, che i feudatarii sole-
vano esigere da'loro vassalli, plurima, dice il Ducange, eo-
rum utiliiati, quaedam honori tantum, nonnulla risui aut
ipsorum oblectamento conducebant.
Ma tutte queste osservazioni ed autorità mirano al punto
di fare considerare gl'individui addetti alla coltura delle terre
J) Ti alialo di Diplomatica, Tom. II, pag. 423.