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TAZZA DI CHACHRYLION

EID .ALCXT^TI ALTRI VASI inSTJEIDITI

CON LE IMPRESE DI TESEO

Contributo pee la storia della pittura vasculare del sec. V a. C.

(Tav. II-IV)

La suppellettile trovata insieme con la tazza di Chaehrylion;
cronologia di Chaehrylion.

Fra tutti i vasi a figure rosse finora conosciuti
esibenti le imprese di Teseo il primo posto, in or-
dine di data e di merito, viene senza meno, occu-
pato dalla tazza che pubblichiamo nella tav. II.
È questa la tazza di Chaehrylion ') di cui hanno
dato già notizia lo Helbig nel Bull, dell'M. Ardi.
Gemi. 1882, p. 237 sg. ed il Gamurrini nelle Not.
degli Scavi 1882, p.374sg. Essa proviene da Orvieto,
e fu trovata, rotta in più pezzi, in una tomba a ca-
mera della necropoli volsiniese del Crocefisso, in-
sieme con tutta una serie di vasi greci a figure
nere, acquistati per il Museo di Firenze, intorno
al cui stile ed alla cui cronologia io faccio il se-
guente giudizio:

1) La grafìa Kachrylion adottata dal Klein, Die grie-
chischen Vasen mit Meistersignaturen*, 'Wìen 1887, p. 124 e
da altri, non è giustificata da nessuna firma di tale artista.

2) Secondo la mia particolare opinione il vaso Francois
non può essere esso stesso posteriore a Pisistrato (a. 560).
Fra Ergotimo, fabbricatore del vaso Francois ed Exekias
l'ultimo grande rappresentante della tecnica a figure nere,
non può intercedere meno di due generazioni di pittori.
Exekias è riferito quasi di comune accordo verso il 540
a. C. (v. Loschcke, Mittheil. d. Athen. Inst. 1879, p. 290
e Klein, Euplironios*, p. 3). Alcune belle osservazioni dello
Studniczka, pubblicate testé nel Jahrbuch d. k. d. ardi..
Inst. 1887, p. 159 sgg., fanno retrocedere più indietro del-
l'uccisione di Ipparco (a. 514) la data di Epicteto. Le os-
servazioni di Studniczka stanno perfettamente in accordo
con le idee che da lungo tempo io mi sono formato sulla
cronologia dei vasi dipinti. Io considero Ergotimos come
il fondatore della nuova tecnica attica a figure nere e del
nuovo impulso dato all'arte vasculare ateniese nel se-
condo quarto del sec. VI a. C. L'arte attica antecedente
sarebbe rappresentata: 1°, dai vasi del Dipylon (v. Jahrbuch
d. k. d. arch. Inst. 1886, p. 95 sgg.) e dai vasi editi dal
Bòhlau (ivi 1887, p. 33 sgg. tavv. 3, 4,5) ; 2°, dai frammenti

N. 1. (Helbig, l. e, p. 234) Anfora panatenaica
da premio

IO N kQ5 N £OE N kOIO N

Per forma, tecnica e stile sta vicinissima alla
più antica che si conosca, cioè a quella di Burgon
nel Museo Britannico, Mon. Ist. X, tav. XLVIII, i, k,
cfr. Ann. 1878, p. 276 sg.), la quale io reputo ante-
riore al vaso Francois, e non esito di riportarla,
come tale, avanti la tirannide di Pisistrato, proprio
nei primi anni della istituzione delle Panatenee
(a. 566-560).2) La quadriga dell'anfora volsiniese
— auriga, carro e cavalli — corrisponde così da
vicino, per ogni riguardo, con quella deU'oinochoe

di Egina e Faleri (Benndorf, Griech. u. Sicil. Vasenbilder,
tav. LIV, 1, 2); 3°, dal vaso di Burgon (Mon. Ist. X, tavv.
XLVIII, i, k), dal lebes di Egina (Arch.Zeit-1882, tavv. IX-X)
e dal tripode di Tanagra (Arch. Zeit. 1881, tavv. III-V).

Klitias pittore ai servizi di Ergotimo appartiene, io
credo, alla generazione che Ergotimo tirò su nella sua
fabbrica insieme col proprio figlio Eucheir. Alla stessa ge-
nerazione apparterrebbe, anche Nearchos, figlio dell'al-
tro Nearchos che dedicò ad Athena la statua policroma
di Antenore edita dallo Studniczka, o. e, p. 142. Nearchos
pittore vasculare, mentre è il più degno emulo di Klitias
(cfr. i frammenti di tal maestro in Benndorf, Griech. u. Sicil.
Vasenbilder, tav. XIII e quelli citati dallo Studniczka,
o. e, p. 142 n. 19), segna in pari tempo un passo ul-
teriore nell'arte del dipingere a figure nere. Ergotele e
Tleson, i quali si firmano come figli del celebre Nearchos,
rappresenterebbero la seconda generazione (terzo quarto
del sec. VI = 550-525 a. C), essi stessi pittori secondarti,
e piuttosto formatori che pittori ; ma coetanei probabil-
mente allo sviluppo rappresentato da Archikles e Glanky-
tes per lo stile a piccole figure, da Cholchos, Skythes e
Taleides per lo stile a grandi figure (ved. in Klein.
Meistersicjnaturen'2 p. 46 sgg).

Museo italiano di antichità classica — Voi. III. Punt. I, Il
 
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