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ISCRIZIONI CRETESI

Le nuove iscrizioni che qui comunico sono l'ul-
tima parte del materiale epigrafico raccolto in
Creta nelle tre missioni avute dal Ministero del-
l'istruzione pubblica tra il 1884 ed il 1887. Quanto
v'era di testi arcaici ha già veduto la luce nei vo-
lumi precedenti di questo Museo e nella prima pun-
tata dei Monumenti antichi pubblicati per cura della
R. Accademia dei Lincei. I testi che seguono, meno
due piccoli titoli sepolcrali di una sola linea n. 169
e 184, spettano tutti al periodo non arcaico ed
arrivano fino all'età imperiale inoltrata. Molti di-
sgraziatamente sono gli incompleti e tra essi non
mancano i frammenti minuti e quasi del tutto insi-
gnificanti, ma per nulla ommettere pubblico anche
questi, sperando che col tempo non rimangano
del tutto isolati, ma possano venir completati od
acquistare interesse dalla scoperta di nuovi fram-
menti e di nuove epigrafi che è pur lecito atten-
dere da un paese sì ricco di monumenti e tuttora
sì poco esplorato come è Creta. Le mie ricerche
essendosi rivolte sopratutto e quasi esclusiva-
mente alla metà orientale ed alla parte centrale
dell'isola, non do che due o tre epigrafi della parte
occidentale copiate occasionalmente alla Canea.
Di quelle tra le iscrizioni pubblicate dal Boeckh
nel C. I. C, dallo Spratt e da altri che ancor si
conservano in Creta e che mi venne fatto di rin-
tracciare ho fatto un'accurata revisione e delle
lapidi in cui ho trovato delle varianti di lezione
ripeto qui i testi corretti. Ritorno del pari su qual-
che iscrizione edita ultimamente dal sig. Haus-
soullier e dal sig. Doublet (Bulletin de Correspon-
dance Hellénique IX, p. 1 e ss. e XIII, p. 47 e ss.)
quando la mia copia è un po' più completa e ripeto
a suo luogo, quantunque non si trovi più in Creta,
la ben nota iscrizione di Dreros, comunicando i ri-
sultati della collazione da me eseguita a Costan-
tinopoli sull'originale. Un frammento scoperto a
Malia mi dà occasione di riprendere in esame due
altri testi di quella città da me non veduti, ma ac-
curatamente copiati dal D.r Fabricius e da esso
gentilmente comunicatimi. Questa copia correg-

gerà in qualche punto quella pubblicata nel Bull,
de Corr. Hell. IX, p. 10 e ss.i). Per distinguere
dagli inediti questi altri testi appongo un asteri-
sco al numero d'ordine sotto cui ciascuno di essi
è schierato.

Ho cercato di ottenere nella forma delle lettere
di ciascuna epigrafe la maggior somiglianza cogli
originali che si può raggiungere con caratteri di
stampa. Un po' di oscitanza si troverà nei testi
scritti con caratteri apicati. Non potendo disporre
che di un solo alfabeto per riprodurre le varie
gradazioni dell''apicaturri dai suoi principi sino alle
forme ricche ed esagerate della più tarda epoca
imperiale è avvenuto che alcuni testi in cui lo
proporzioni degli apici sono sulla pietra molto mi-
nute ed eleganti non si distinguono per l'appa-
renza esterna da altri che già appartengono all'età
romana. Ma per quelli ove l'apicatura è appena
incipiente ed il carattere si mostra spiccatamente
più antico ho preferito usare a dirittura le lettere
senz'apici. Il dialetto, l'ortografia e per parecchie
iscrizioni anche la forma speciale del corpo eli al-
cune lettere basteranno, anche dove particolari
osservazioni non lo appuntino, a far distinguere
le più antiche dalle più recenti.

Nella trascrizione dei testi in dialetto ho man-
tenuto costantemente l'accentuazione ordinaria.

Onde non sparpagliare eccessivamente le iscri-
zioni e i frammenti spettanti ad una medesima
località ed anche per mantenere quella divisione
che caratterizza fino all'età romana la vita po-
litica dell'isola, dispongo i testi secondo l'ordine
geografico anziché secondo il contenuto, raggrup-
pando sotto il nome di ciascuna città tutti i mo-
numenti iscritti di qualsiasi genere ed epoca ad
essa appartenenti.

') Era già sotto i torchi questa memoria quando dal
D.1 J. Baunack vennero pubblicate — ma soltanto in cor-
sivo — nell'ultimo fascicolo del Philologus, p. 398 e ss.
le due iscrizioni di Praesos, l'iscrizione n. 39 di Hiera-
pytna e quella n. 170 di Lebona.

Museo italiano di antichità clastica — Voi. III. Punt. 11.

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