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con vasi e bronzi micenei

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di cui si serviva lo stovigliajo; nel primo periodo esso
è tutto inteso a copiare prodotti di intreccio e di vi-
mini, ed a modelli metallici sono rarissimi ed incerti
gli accenni (x) ; nel secondo esso attinge ad altra fonte.

È, credo, la presenza di vasi metallici che fa scom-
parire la pittura geometrico-empestica, e porta in voga
nuove forme vascolari non dipinte.

Se fin qui non si trovarono nelle tombe sicule vasi
laminati, ovvia ne è la spiegazione; le esplorazioni
sicule sono cominciate da ieri, e se continuate perse-
verantemente esse ci preparano ben altre sorprese;
di più, essendo stata la importazione di prototipi me-
tallici limitata, ne consegue la facilità di trovare le
copie senza gli originali, come altrove si è verificato
in più luoghi (2). Per tutto ciò io insisto più che mai
nella credenza che il bacino e le coppe ad alto gambo
sieno copie di vasi laminati importati.

Di'bronzi diede il sepolcro gli avanzi molto deterio-
rati di due spade (tav. II, 5,5 a); sono stocchi dritti, sottili,
lunghi, a doppio taglio («.«(/^xhc), rastremati dalla base
alla punta, a sezione romboidale, esattamente conformi
alla grande spada del Plemmirio, che dimostrai già di
tipo terramaricolo-miceneo (3) ; il pezzo maggiore lungo
cm. 48 è poco più della metà dell'intero; manca la
base, per cui nulla si può dire del sistema di impu-
gnatura, della quale restano due chiodelli; ma sarà
stato certamente a codolo. Servivano
forse all'impugnatura delle spade al-
cuni pezzi di avorio che riproduco
restaurati ; il foro centrale serviva per
innestarvi il codolo della spada, quelli
traversali per il passaggio dei chio-
delli che lo tenevano a posto (4); quando questi fossero

(') Mi sono occupato dei caratteri della ceramica sicula
del 1° periodo in Bull. Paletti. XIX, fase. 1.

(2) Mentre, p. e., ad Este si ha il carrello di creta, de-
rivato certo da uno di bronzo, questo si è solamente trovato a
Corneto. Le coppe fittili ad alto piede non rare a Bologna hanno
il loro riscontro in bronzo ad Hallstall (Pigorini, Bull. Paletn ,
XIII, p. 86 e 87). In fine la loro mancanza nei sepolcri si può
spiegare per ragioni rituali; come delle costose armi in bronzo
accompagnavano il morto soltanto esemplari minuscoli e sim-
bolici (Plemmirio, sep. n. 22, Bull. Paletn., XVII, p. 131 ; Ca-
stelluccio. sep. n. 32, Bull. Paletn., XVIII, p. 74), così i pre-
ziosi vasi di bronzo saranno stati tutto al più riservati a tombe
principesche.

(3) Bull. Paletnol, XVII, p. 122, tav. XI. 10.

(4) Era un manico finiente in una specie di pomello. Co-
nosco forme molto simili in legno ed in avorio di daghe in

stati di oro od argento, anche la nostra spada avrebbe
meritato il noto epiteto omerico di '§i(pog iQvaòr^ov
od wyvqór.Xov.

Disperse nella terra erano due fibule in bronzo,
rotte, dell'anzidescritto tipo serpeggiante, e tre di-
schetti o rotelline di avorio (diam. mm. 9) forati al
centro, di uso ornamentale (tav. II, 6, 11).

Sep. XXIV. — Ne faccio menzione soltanto per
la storia delle violazioni delle necropoli sicule. Il con-
tenuto di questa tomba, tutto romano, consisteva in
due scheletri accompagnati da un piatto di vetro, e
da tre monete imperiali in bronzo del terzo secolo.

Sep. XXVIII. — Constava di anticella e cella;
in quella rottami fittili siculi con uno scheletro e
scheggie silicee; in questa (diam. m. 1,85 alto 1,20)
cinque scheletri, presso il cranio di uno dei quali un
coltellaccio di selce lungo cm. 12 (tav. II, 24) e por-
zione di un altro.

Sep. XXIX. — Constava di anticella e cella con
nicchione, la cui bocca è contornata di larga cornice,
come in alcune celle funebri del Plemmirio ('). La
tomba si potrebbe considerare come perfettamente in-
tatta; ma per una lacerazione della vòlta è entrata
per molti anni di seguito una massa di acque piovane,
raccolte in un abbassamento soprastante, convogliando
sassi, asportando e sconvolgendo ogni cosa e trainan-
done una parte fuori della bocca aperta.

NeU'anticella uno scheletro con pochi cocci siculi;
nel &ulaiuog nove scheletri avvolti nella terra fangosa
del fondo ; sorprese la mancanza assoluta di vasellame
che io suppongo rotto ed asportato dalle acque irruenti.
In mezzo agli scheletri si raccolsero gli avanzi di due
lame di bronzo ; una estremamente deteriorata, sottile,
piatta, per quel poco che si vede, panni riferibile a
quelle sottili e corte lame lanceolate, proprie alle sta-
zioni del bronzo dell' Europa Centrale, alle terremare,

bronzo egiziane antichissime, dalle quali, come si sa, derivano
i tipi micenei (Montelius, UAge du bronse en Égypte, nella
Anthropologie, 1890, tav. I., 2-5),

(!) A proposito di questi nicchioni, rarissimi nelle tombe
del primo periodo siculo, ed invece numerosi (fino a sei) nelle
camere del secondo (sopratutto al Plemmirio, Bull. Paletn., XVII,
tav. X; Cavallari, Thapsos, tavola) noto che nelle necropoli
micenee della Grecia si è osservato qualche cosa di analogo
solo ad Haliki (Furtwengler & Loeschcke, op. e, p. 37), mentre
colà sono più frequenti le fosse aperte nel pavimento così del
tìgóftos come del O-d'/ufiog.
 
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