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necropoli sicula presso siracusa

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a Micene, e rinvenute anche in necropoli sicule (').
L'altra si riferisce invece ad una corta daga spuntata
(tav. II, 13), lunga mm. 205, con corpo vivamente
carenato, per modo che presenta una sezione a rombo, e
risponde in tutto, tolte le dimensioni, alle lunghe spade
terramaricolo-micenee; alla base tre chiodelli (2).

Sep. XXX. — Come vedesi dall'unita fotoinci-
sione, è un ampio e profondo protiro aperto nel fianco
meridionale della collina, dal quale si diparte un lungo
canale di scolo. La bocca della anticella, che è angu-
stissima, è tutta contornata da più. ordini di cornici
ad incasso, nelle quali si fissavano i piccoli blocchi
della maceria di chiusa ; bellissima e spaziosa la stanza

l'ingresso ad una semplice stanza circolare (diam.
m. 1,58, alt. m. 0,84) con una nicchia in fronte alla
bocca. Sul suolo della stanza giacevano cinque sche-
letri circondati da alcuni vasi, cioè: due ollette glo-
bali, di cui una con anse acuminate e graziosi festoni
(tav. II, 14), e due capeduncole (tav. II, 19) identiche
ad un esemplare del Plemmirio ('). Nella nicchia, as-
sieme a poche ossa giaceva una terza capeduncola, i
rottami di un grande bacino come quello del sep. 23,
e parte di una piccola daga in bronzo, di cui altri due
pezzi erano caduti sul pavimento. Come vedesi dal di-
segno tav. II, 18 misura in lung. cm. 22 e perciò può
essere metà circa dell'esemplare intero ; munita alla

con volta a &nXog (diam. m. 2,48, alt. m. 1,65). 11
sepolcro spogliato per intero (di siculo vi rimase inos-
servata in un angolo una olletta ad anse acuminate
tipo tav. I, 3 ed un anelletto di pietra) fu occupato da
Greci del settimo o sesto secolo, i quali vi lasciarono
una olla e due oenochoette (geometriche ?) pervenuteci
in pessimo stato coi residui della loro deposizione.

Sep. XXXI. Intatto. — Nel pozzetto occupato da
abbondante terriccio era cresciuto un olivo, che celò

(!) Castelluccio, Bull. Paletn., XVIII, tav. I, 11, p. 6, nota;
Tantalica, Bull. Paletn., XV, p. 175; alla statistica già da me
data (nota cit.) dei luoghi della Grecia antichissima ove appar-
vero tali coltellucci, aggiungasi ora la regione di Paleokastron
in Creta (Halbherr, Researches in Crete, nell'Antiquari/ 1892,
p. 116).

(*) Eguali daghe al Plemmirio (Bull. Paletn., XVII, tav. XI, 8;
e mie osservazioni alla pag. 123).

base di tre chiodelli e codolo, col corpo carenato ma
estremamente sottile, simile ad una baionetta, serviva
esclusivamente per dare colpi di punta (vvaasiv) e non
di taglio ((paóyui'o) ài'ffOeiv, iXavveiv, rcXi^aasLv).

Sep. XXXII. — Grande stanza a tholos (diam. 2,60,
alt. 1,65) occupata in epoca greca e con avanzi fittili
di tale età ; di siculo rimase inosservato in un angolo
il vasetto tav. II, 21, un coperchietto ed un pezzo di
lama silicea.

Sep. XXXIII. — Il padiglione di accesso finisce
in un canale, mentre alla anticella elittica (asse m. 1,05)
si accede per un portello incorniciato (larg. cm. 52,
alt. cm. 60) ; la spaziosa stanza circolare (diam. 2,30)
ha volta a cupola, alt. m. 1,50 e nicchione laterale.

C1) Bull. Paletti., XVII, tav. XI, 24.
 
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