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il » testamento d* epikteta »

71

l'estate scorsa a Milano, quale alunno della R. Scuola
Italiana di Archeologia, non mi avessero condotto a
scoperte le quali confermarono luminosamente che il
Bockh aveva, per dir così, divinato la provenienza del
noto Testamento dall'isola di Thera.

Nel rivedere i codici greci dell'Ambrosiana, la mia
attenzione fu tratta su alcuni manoscritti appartenenti
alle Miscellanee Pinelliane (D. 284 inf. ; int. 173).
Sono quattro fascicoli divisi in due gruppi, cartacei
entrambi, di mano italiana, del secolo XVI. Il 1° fa-
scicolo di uno dei gruppi, che nomino A, porta scritto
con carattere del Pinelli: « Copia del testamento

greco mandata la pa uolta di CaNDIA da Ho-
norio belli (sic) medico et riscontrata con la
copia cauata in ViNa (Vinegia) dalli marmi istessi

in lettere maiuscole per il uescouo di CeRIGO-

con la uersione latina » (fogl. 1-5, alt. 0,35m,
larg. 0,245ra O.

11 II0 fascicolo del gruppo A reca l'intestazione :
» Copia del testamento greco ridotta in lettere
minuscole per il uescv0 di cerigo con alcune sue
congetture » (fogl. 6-10, alt. 0,35m, larg. 0,245m).
L'altro gruppo, che nomino B, è distinto solo dalla
scritta : « Testamento greco in lettere maiu-
scole et minuscole, mandato da candia da Ho-

norio Belli » (2).

Quale poteva essere questo testamento greco di così
grande importanza ? Aprii i vari fascicoli, sfogliai en-
trambi i gruppi, e m'accorsi sùbito con mia sorpresa
e soddisfazione che i quattro fascicoli ripetevano in
carattere maiuscolo e minuscolo il noto Testamento
d'Epikteta. La nostra epigrafe era dunque pervenuta
nelle mani del Belli a Candia e di là a Venezia, dove
n'era stata cavata una copia più esatta della prece-
dente del Belli. Ma di dove era mai stata trasportata a
Candia? Poteva esser di Candia stessa? A tutte queste
domande non sapevo che rispondermi, quando, pochi
giorni dopo, rivedendo la raccolta delle lettere del
Belli, pur esse tra le carte Pinelliane, e in ispecial

(') La 'traduzione latina sta in un quinterno più piccolo
(fogl. 12-15, alt. 0,31m, larg. 0,22m, di mano e di formato si-
mile ad altro foglio staccato, contenente la prima colonna del
Testamento d'Epikteta e collocato nell'Ambrosiana a D 199 inf.

(2) 1° fascicolo: Testamento in lettere maiuscole: continuando
la numerazione del gruppo A (fogl. 16-20, alt. 0,33m, larg. 0,225m).
IP fascicolo : Testamento in lettere minuscole, fogl. 22-25, alt.
0,35m, larg. 0,24ra.

modo confrontando il manoscritto di due lettere dello
stesso Onorio Belli allo zio Valerio Barbarano con
la ormai rarissima e in molti punti inesatta edizione
che ne fece il Magrini in un opuscolo per nozze (!),
m'accorsi d'un periodo nella prima lettera del Belli,
ch'era sfuggito al Magrini e al Falkener, e che di-
chiarava la provenienza da Thera del nostro Testa-
mento, il trasporto delle pietre iscritte a Creta presso
il Belli, lo studio che questi ne fece, e l'invio a Ve-
nezia della copia sua perchè fosse corretta e commen-
tata. Il brano della lettera del Belli suona così (2) :

«----tra questi epitafij quel longhiss.0 mi fu

mandato dal isola di thera collonia di lace-
demoni et è scritto in quattro pietre di marmo
in lettere molto picole, et corrose ho fatto
gran fatica nel leuarlo, et credo che ui siano
de gli errori perche le lettere erano corrose
dalla uecch1ezza non dimeno ui bisogna usar
ingiegno et fatt1ca detti marmi gli ho lasciati
in Candia perche niuna naue me gli ha uoluti
leuar per venetia, ma se la copia sera tale
che se ne possa cauar costrutto non mi curo
di pietre: gli altri tutti gli ho trouati io fa-
cendo cauar sotto terra nelle rouine doue
erano sepolti.....».

Mettendo ora a confronto il contenuto di questa
lettera con il testo dell' epigrafe mandata dal Belli
da Creta, non ci può essere dubbio alcuno che quel
longhissimo epitafio mandatogli da Thera fosse il
nostro, di cui il Pinelli, che aveva dinanzi a sè tutti
questi documenti, aveva raccolto con ogni cura testo
e traduzione in due copie. Non esiste quindi più que-
stione d'ora innanzi sulla provenienza del Testamento
d'Epikteta, e la sua origine da Thera è oggi provata
da argomenti estrinseci, oltre quelli intrinseci che
già il Bockh aveva trovato e ch'io stesso tentava di
convalidare ed ampliare prima della scoperta del Mss.

I codici ambrosiani, pertanto, ci offrono una copia

(1) Magrini, Scritture inedite di scoltura e Teatro Olim-
pico, Vicenza, 1847. Per le nozze di Zanella dott. Antonio e
Laura Turri. — Chi scopri per il primo le lettere stampate
poi dal Magrini fu il nob. Giovanni di Schio ìioll'Ambrosiana.

(2) Codici dell'Ambrosiana, D 138 inferiore: Ia lettera: co-
dice cartaceo, sec. XVI, alt. 0,30m, larg. 0,20m, pag. 1-5. L'edi-
zione del Magrini delle due lettere del Belli non è ne esatta
nè esauriente. Spero di pubblicare prossimamente l'edizione
critica delle medesime, con quelle dilucidazioni che per gli
studi ulteriori saranno opportune.
 
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