Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
91

IL « TESTAMEXTO D EPIKTETA »

02

iwvch'p (col. II, 11 e segg.) Non erano permesse altre
fabbriche nel recinto del Museo, eccetto un portico
(col. II, 17 croa), che avrà forse un giorno ornato l'in-
terno del recinto stesso.

Il Museo serviva a vari usi. Innanzitutto era luogo
sacro ad onore e gloria dei membri defunti della fa-
miglia, e destinato alla celebrazione del culto alle
Muse, protettrici della famiglia, e ai defunti stessi
eroizzati (col. II, 29 e segg.; cfr. IV, 14 e segg.). Non
dico con ciò che il culto con altre disposizioni religiose
non si compisse anche prima della pubblicazione ed
attuazione del testamento, prima del consenso da parte
dei parenti, del permesso dello Stato. Ma senza dubbio
Epikteta dispone il suo testamento per farlo approvare
e praticare specialmente per il tempo in cui sarà
defunta, volendo che la volontà del marito, dei figli
e di lei stessa sia religiosamente osservata dalla figlia
Epiteleia e dai parenti; perciò Epikteta si considera
nel testamento e nello statuto come defunta e già
eroizzata, con diritto a pari culto di Phoinix e dei
figli defunti (v. col. IV, 13-16); perciò permette la
partecipazione di un certo numero di donne ad un culto
e in un'associazione che era, secondo Phoinix e i figli,
rigorosamente ristretta ai parenti maschi (ò óìòqhoc
rcòv avyyermv, tò xoivòv àvÓQtiov ràv tìvyyevoìv e si-
mili, cfr. Comm. col. I, 22-23, pag. 131 e segg.).

Il Museo era inoltre luogo di riunione per la co-
munità dei parenti (col. II, 29 e segg.; IV, 23 e
segg.) ; non appare dall'epigrafe che fosse sede di con-
vito, ma è verosimile (V, 23-25) ; avrà dovuto conte-
nere almeno dalle trenta alle cinquanta persone (ved.
l'elenco dei soci, III, 12-41): il locale quindi sarà stato
verosimilmente elissoide, a forma di basilica, con le
statue delle Muse ai lati e la grande base nel mezzo
del fondo, sostenente le statue dei cosidetti eroi. Nulla
osta che nel Tt'^isrog vi fossero costruiti ambienti mi-
nori, uniti fra loro con pergolati; alberi, statue, fon-
tane e simili ornamenti, in modo analogo al noto
Heroon von Gyòlbaschi — Trvsa, scavato e illustrato
così maestrevolmente dal Benndorf ('-) ; nulla però lo
conferma. Che anzi, nel nostro caso, per mancanza di
tutte le misure originarie, noi non possiamo tentare
alcuna ricostruzione che sia scientificamente esatta, nè

(') Op. cit, pag. 44 e segg.

dell'edificio totale, nè della gran base che reggeva le
statue e l'epigrafe.

11 Museo serviva infine da archivio, dove ripone-
vansi gli atti {(tvftì.ia, yoduiiuiu), chiusi in uno scrigno
insieme con la copia della nostra epigrafe (VIII, 29-
30: i«r re òbXxov | tyovGur lòr rófiov xcà rùv dia-
&inxav s | ìvXoyQuifiijitncv).

IV.

Osservazioni.

Quanto all'argomento dell'iscrizione, è inutile che io
ripeta cose già note. Delle otto colonne le tre prime
contengono il testamento d'Epikteta (dia&ìjxa); le al-
tre cinque lo statuto (vófioc) di quella comunità dei
parenti di cui già sopra si parlò. Appunto per com-
piere l'elenco dei nomi dei soci, la terza colonna è
più lunga delle altre.

Fra la prima e la seconda parte dell' epigrafe in-
tercede solo quel tempo che occorre per presentare
un atto in consiglio, discuterne tra i parenti, radunati
a consiglio, approvarlo, e farlo poi convalidare dal-
l'autorità pubblica. Essendo mutati gli efori, intercede
fra le due parti dell'epigrafe almeno quanto tempo
corre dalla fine di un anno al principio del seguente.
L'epigrafe però è stata scolpita d'un getto, essendo
d'una sola mano il carattere epigrafico tanto della prima,
quanto della seconda parte e quello della intestazione.

Per alcune particolarità epigrafiche e per le os-
servazioni sullo stato della pietra rimando ai singoli
luoghi dell'epigrafe, e mi limito qui appresso a darne
in grandezza naturale l'alfabeto (').

Ed ora, per quel che riguarda la data dell'epigrafe,
si sa che il Bòckh oscilla fra il III0 e il II0 secolo
av. C. (-), nè argomenti nuovi e decisivi vennero a mu-
tare quel giudizio. Il criterio epigrafico, che già per sè
solo non ha che valore molto relativo, per le isole
non è così sicuro e costante come per il continente
greco, poiché nel progresso stesso degli uomini e delle
cose le fasi dello sviluppo sono talora nelle isole molto
diverse da quelle della terraferma. Povero inoltre è il
materiale epigrafico che finora possediamo dell'isola,

(') Quanto alle parti in cui si divide l'iscrizione, credetti
più opportuno trasportarne l'indicazione nella parte della tra-
duzione, in capo ai vari paragrafi in cui divisi l'epigrafe.

(2) BOckh, C. I. G., II, n. 2448 pag. 3G9 b.
 
Annotationen