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189

studiata specialmente in este

190

St. Marein.

Tumulo del St. Magdalenenberg —
Frammento di lamina istoriata, probabilmente appar-
tenente ad una situla, scoperta nel 1882, conservata
nel museo di Laibach, pubblicata (').

Watsch.

Sepolcreto arcaico — Situla istoriata, sco-
perta nel 1882, conservata nel museo di Laibach.
pubblicata (2).

Froegg-Welden.
Deposito arcaico — Situla liscia

Klein-Glein.
Tumulo — Frammenti di situle figurate, sco-
perti nel 1857, conservati nel museo di Gratz, uno
de' quali pubblicato (4).

Hallstatt.

Necropoli— Quattro situle e tre coperchi or-
nati di motivi geometrici e di ligure d'animali ; scoperti
negli scavi degli anni 1846-64 (5).

kuffarx.

Tomba arcaica — Situla istoriata, scoperta
nel 1891, conservata nel museo i. r. della Corte in
Vienna, pubblicata (G).

(') Hochstetter, op. cit, tav. I, fig, C ; cfr. p. 171. Szombaty,
op. cit., tav. XX, fig. G.

(2) Deschmann, Ein Kunstwerk altetr. Metalltechnik, nelle
Mittheilungen der k. k- Central-Commission zur Erhaìtung und
Erforschung der Kunst-und hist. Denkmale, IX (1883), tav. II.
Hochstetter, op. cit., tav. I, fig. 1, 2; cfr. p. 170 e sgg. Szom-
baty, op. cit., tav. XX, fig. 1, 2; cfr. p. 22G e sgg. Revue archéol.
1883, tav. 23. Chantre, Matériaux, XVIII (1884), fig. 145, p. 221;
cfr. p. 219 e sgg. Orsi,^ltó e Memorie della R. Deputaz. di storia
patria per le prov. di Romagna, s. 3a, voi. I (1883), tav. IX;
cfr. p. 342 e sgg. Zannoni, Gli scavi della Certosa, tav. CXLIX,
fig. 1, 2; cfr. p. 443 e sgg. Naue, op. cit., tav. I, fig. 2, 2 a;
cfr. p. 7-14. Engelmann, Bilder-Atlas zum Homer, I, Ilias,
tav. XIV, fig. 79. Hoernes, Urgesch., fig. 234, p. 569 ; cfr.
p. 568-570.

(s) Hauser, Mittheil. der k. k. Central-Commission cit., IX
(1883), p. CCI.

(4) Pratobevera, Arch. Beitràge (1857). Chantre, Maté-
riaux cit., fig. 182, p. 317; cfr. p. 308.

(5) Sacken, Das Grabfeld von Hallstatt, tav. XX, fig. 1,
2, 3, 4 (situle); cfr. p. 92-95; tav. XX, fig. 13 e XXI, fig. 1,
2 (coperchi); cfr. p. 96-97.

(G)Karner, Mittheilungen der antrop. Gesellschaft in ÌVien,
XXI (1891), tav. IX; cfr. p [68-71], e Hoernes, p. [78-81].

Intorno ai gruppi archeologici del periodo d'Hail-
statt delle regioni austriache si può specialmente ve-
dere quello che ne scrissero l'Hochstetter (!), l'Orsi (2).
lo Chantre (3), l'Hoernes (4). Quanto alle situle scoperte
in altre contrade dell'Europa centrale e settentrionale,
per esempio nella Boemia, nella Lusazia, nella Prussia
occidentale, nello Schleschwig, nell'Olanda, nella Scan-
dinavia, nell'Irlanda, ci accontentiamo di richiamarci
alle indicazioni del Lindenschmit (5), dell' Undset (6),
dell'Evans (7).

CAPITOLO II.
Nome, tipo, uso della situla.

Il nome situla, che la latinità ha imposto al vaso
usato per estrarre l'acqua da' pozzi e in genere per
contener liquidi (8), rispondente esattamente alla voce
italiana secchia (9), fu dagli studiosi e illustratori
delle antichità primitive italiche (l0) tolto a designare

(!) Op. cit., p. 161 e sgg.

(2) Bull, di paletn. ital., XI (1883), p. 119 e sgg.

(3) Matériaux cit., p. 120-140; 305-318.

I4) Urgesch., p. 583 e sgg. Fra gli oggetti riprodotti dalla
fig. 247 della p. 588 sono anche due situle liscie.

(5) Die Alterthùmer unserer heidnischen Vorzeit, voi. Ili,
fase. I, suppl., p. 8-10. Cfr. Lindenschmit figlio, Das rli-
misch-germaniche Central-Museum, tav. XLII, fig. 13; Hampel,
Alterthùmer der Bronzezeit, tav. LXV, fig. 3.

(6) Das erste Auftreten des Eisens in Nord-Europa, p. 43,
114 (tav. XIII, fig, 18), 192, 280, 358.

(7) Udge du Ironze, p. 451, fig. 512.

(8) Cfr. Plauto, Amph., v. 664 ; Paolo, Big., 18, 1, 40; Isi-
doro, Orig., XX, 15.

(9) Situla, sit(u)la, sitla, sicla, secchia.

(10) Il primo che mise fuori questo nome per additare un vaso
della specie, di cui si tratta, fu, per quanto mi consta, il Ca-
vedoni, che nel 1842 lo applicò incidentemente all'esemplare di
Cembra. Veggasi VIndicazione antiquaria del R. Museo estense
del Cataio, p. 45, nota 33. « Vuoisi qui ricordare l'insigne vaso
di rame fornito di manico, a foggia di situla, trovatosi, non
sono molti anni, in sul territorio di Trento». E situla appellò
poi quel vaso il Giovanelli {Dei Rezi, dell'origine dei popoli
d'Italia, ecc., Trento, 1844; cfr. Le antichità rezio-etnische
scop. presso Matrai, 1845, p. 3). Il Gozzadini nel 1854 impose
e guai nome, sebbene non in via definitiva, all'esemplare di Villa-
nova, di cui scrisse {Di un sepolcreto etrusco scoperto presso
Bologna, p. 24) : " avrà contenuto il vino per sacrifizi, com'era
proprio della situla» senza escludere « che fosse il vaso del-
l'acqua per le abbluzioni o lustrazioni;!. Cfr. La nécropole de
Villanova,^. 66-67. Inseguito il nome diventò presso che gc-
 
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