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LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

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dato anche più probabile, che la rimandava ad un tempo
più recente della situla di Villanova: l'iscrizione incisa
nell'orlo superiore e nel manico. Il Brizio allegava
infatti per comprovare la maggiore antichità della
situla di Villanova, oltre alla regolarità della forma
« senza gole o rilievi », la mancanza d'iscrizioni.

Ma il giudizio del Brizio non si può più sostenere
con fondamento oggidì, nè è certo più sostenuto da Ini,
dopo la scoperta degli altri sepolcreti bolognesi, ove
apparvero esemplari del medesimo genere di vasi. Nella
necropoli di Villanova è noto come siano da distinguere
due diversi periodi ('); nè si può affermare a quale di
questi appartenga la situla tornata in luce.

La sua forma a semplice tronco di cono dimostra
bensì ch'essa riproduce un tipo, il quale possiamo ragio-
nevolmente riguardare come il primitivo nella genesi
della situla ; ma non vale a provare eh' essa sia cronolo-
gicamente più antica di quelle, ove il tipo appare mo-
dificato. Imperocché tale modificazione dovette avvenire
assai per tempo: così per tempo, che noi la riscon-
triamo nelle situle fin dai primi tempi della loro ap-
parizione in Italia, come dimostra 1' esemplare della
necropoli cornetana. Ed è chiaro che anche in età
successiva si poteva riprodurre, oltre al tipo modifi-
cato, la forma originaria.

Fra i sepolcreti bolognesi, di cui abbiamo una più
larga e più precisa conoscenza topografica, importantis-
simo è quello scoperto nel fondo Caprara, già Benacci.
La zona del detto fondo più prossima alla città di Bo-
logna fu scavata negli anni 1887 e 1888; e il risul-
tato dello scavo fu la scoperta di un gruppo di tombe,
le quali sono da tenere come le più arcaiche di tutta
quella necropoli. « Imperocché dagli scavi eseguiti l'ul-
timo ventennio nelle necropoli felsinee fuori porta
S. Isaia, è risultato questo fatto, che le tombe più pros-
sime all'abitato hanno un carattere arcaico, il quale
va gradatamente scemando nelle tombe più lontane » (2).

Il maggior arcaismo del resto di questa zona di
tombe per rispetto alle altre zone più discoste dalla
città venne a esser comprovato dal genere della suppel-
lettile. Abbondano ad esempio le fibule a semplice arco

(!) Zaimoni, Gli scavi della Certosa, p. 109-11. L'Undset,
Annali delVInst. 1885, p. 55, nota 1, osserva egli pure che la
necropoli di Villanova « abbraccia un lungo sviluppo, attraverso
a parecchi periodi successivi >?.

(2) Brizio, Notizie 1889, p. 290.

od ornate di perle di vetro; i morsi equini sono del
più semplice ed antico tipo; gli ossuari e i vasi ac-
cessori di molto rude fattura.

Le situle di questa zona del sepolcreto Caprara si eb-
bero da varie tombe e furono da noi ricordate ('). Per il*
tipo e la struttura esse sono somigliantissime alle situle
dell' Etruria propria sopra descritte. Dalla spalla del
vaso, che si restringe nell'alto salendo obbliquamente, si
spicca il breve collo cilindrico, il quale notammo man-
care nel vaso di Villanova. Il manico girevole è ordina-
riamente doppio. Si conserva nella più parte de' casi il co-
perchio ornato spesso di bitorzoli sbalzati e fornito d'un
manubrio foggiato in varia guisa. Meritano particolare
considerazione le due situle uscite dalla tomba n. 39, una
delle quali (fig. 12) (2), meglio conservata e assai felice-

Fig. 12. — Da fotografia.

mente risarcita, è altam. 0,20. La tomba era la più ricca
e importante di tutto il gruppo scoperto in questa zona.
Nè 1' abbondanza e varietà della suppellettile conte-
nuta in essa è tale da doverla far credere più recente
delle altre ; chè anzi taluni oggetti di bronzo trovano
perfettissimo riscontro in oggetti della vetusta necro-
poli delle tombe a pozzo tarquiniesi. M' accontenterò
di ricordare la spada ad antenne (3), che il Brizio dice
« la spada meglio conservata e di tipo più antico uscita

(i) Cfr. sopra, col. 170, 171.
(*) V. sopra, col. 170.

(») Brizio, Notizie 1889, tav. I, fig. 34; p. 318-319, n. 49.
Cfr. la spada di Corneto da me pubblicata : Notizie 1882, tav. XII,
p. 156-160, n. Ili (= La necropoli antichiss., p. 36-37).
 
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