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01 ISCRIZIONI
VOIK TOV \4vÓQo\jS0hV(f\vQ TOV TaySVOVTOg \ti)v TTQ^ùìTVV

Xo'ìQuv sv <frQa[ji]~]yM Kv\X~]k[a Ti\6évrog tov àyóova
toÌc 7tQox£xw3vv£Vx\o~\<Siv xaià tò tov Srjfiov yjìfyid/ia
ttìqì TÌjg àvccvsofasmg tov àymvog oi vsvixtjxórsg. La
lista dei giuochi comincia con Tav(>o6>][QC]a. Un' altra
epigrafe simile fu edita dal Miller nei Mémoires de
V Acad. des Inscrìptions, XXVIT, parte 2a, p. 43 sgg.

L'intestazione è: <1HI MVOQ TOV fàlXirìVOg TOV TCCySVOVTOC
Ttjv TtQwrijv ^wqav bv GxQaTìjyu) lFIyì]0~i'a TidsvTog TOV
àywrct Toìg TTQOxexivdvvsvxóo'tv xcctu tò ysvófisvov
vnò tov drifiov ip^cpio'fia rceoì vrig dvccvso'ìO'soìg tov
(lyeòvog oi vsvixrpcórsg. In base a questi due testi si
dovrebbe poter completare la mia epigrafe : ma io non
ne son venuto a capo.

La forinola sv GToaTijyoi non ha, che io sappia,
riscontro fuori di Tessaglia. Gli altri esempì sono rac-
colti da Usener, Gollemamen, p. 68, n. 35.

Il vocabolo TavQoOìjQi'a, a mia notizia, ricorre sol-
tanto in questi due luoghi. Le caccie o, come diremmo
noi, le giostre dei tori, erano una specialità tessala.
Plinio dice : Thessalorum gentis inventum est, equo
iuxta quadrupedante, conni iutorta cervice tauros
necare (Nat. Ilist. Vili, 45). Gli altri testi in pro-
posito sono raccolti da Le Bas, Explication des iascr.
etc, III, 499; cfr. anche CIA. Ili, 114; Baunack,
Eh. Museum, 38 (1883) p. 297 segg.

74. Frammento d' epistilio marmoreo. Lungh. 0,68;
alt. 0,37 ; spess. 0,24; altezza delle lettere 0,05. Copia:

) E N H KI M Jt*

.... ad~\tvì] 2i/i[/.i..

IV. Atrace (?).

75. Stela sepolcrale nella chiesa di s. Atanasio a
Ghunitza, sul muro esterno a destra della porta che
conduce nella corte. Vi è la rappresentazione di un
cavaliere davanti ad un albero. Alt. m. 1,02; largii.
0,40; alt. delle lettere 0,037-0,055. Copia:

TTONTIK E
HPQE
XAIP E

IIovtixì | rjqmc | x«<~£>«-

TESSALICHE G2

76. Stela sepolcrale nella chiesa di H. Georgios
presso Aliphaka. Alt. m. 0,85 ; largii. 0,48 ; alt. delle
lettere 0,035-0,045. Copia:

KAEINOMAXA

Kk&tvoltura.

V. Phayttos (')•

77. Base nella corte della epistasia di Zarkos.
Alt. m. 0,44; largh. 0,49; spess. 0,40. Sulla base,
ma staccata da essa, è una testa colossale femminile
egittizante, ma senza attributi speciali. Una tal quale
descrizione, con le misure di questa testa è presso
XaT^myióìjg p. 488 seg. Sembra indubitato che la
testa fosse destinata appunto a stare su quella base:
sì bene s'accordano con le forme del collo le traccie
antiche sulla baso stessa; e del resto base e testa
furono trovate insieme (come ci avverte il XaT^i^co-
yióqg) il 22 gennaio 1892 (st. vecchio) iv Osasi
KccGtqì ì] IlaXìjoxàcSTQy rnoug Svo ccneyovo'ij tov
Zctoxov Ttuod t.à ooia Zdqxov xal 'AXijcpaxa ènì tì]g
óst-iàg oxO-qg tov noTafiov. Sulla base è una iscri-
zione a lettere grasse non ineleganti alte 0,013-0,017.
Copia :

rAHANTÀPETA
K A I N E Y Z
HE I0OYNEIOZ

rù navxaQk'ia \ Kaivsvg \ IlsiOovvuog.

IlavTtxQSTog è ben noto come nome proprio: come
aggettivo non ne conosco alcun altro esempio. La dea
cui vien dato questo epiteto non è però la Ge greca,
ma, come mostra la testa sovrapposta alla base, è
Iside, in quanto, come altrove, viene identificata alla
terra feconda. In iscrizioni egiziane essa è chiamata
la terra coltivata (sochit), la verde (utit), la creatrice
di verdi seminati (v. Brugsch, Religion der alien
Aegypter, p. 643 sgg.; Maspero, Ilistoire ancienne
des peuples de V Orient classique, I, p. 99). Questo

(i) Sulla identificazione della odierna Zarkos con Phayttos,
v. Lolling, Mitih. Vili, 125 seg.
 
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