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105

DI VOLTERRA

106

In altri esemplari di questo medesimo tipo d'ossuario
le basi de' due tronchi di cono, corrispondendosi nella
circonferenza, aderiscono senza quella speciale moda-
natura. Il vaso, coperto da una ciotola ansata rovescia,
alto m. 0,41, col diametro della bocca di 0,16, è in
sufficiente stato di conservazione, mancando solo d' un
lembo dell' orifìcio. Munito in origine di due anse
nella maggior espansione del ventre, ne ha ora sol-
tanto una ; essendo stata la seconda soppressa in antico,
e la rottura agguagliata e spianata accuratamente, af-
finchè non ne restasse più vestigio. Questo spezzamento

dell' ansa fatto intenzionalmente fu già osservato
in altre necropoli primitive: a Corneto-Tarquinia, a
Virici, a Bisenzio, a Vetulonia, a Chiusi, a Terni ed
anche di là dell' Appennino, a Villanova e a Bo-
logna (')•

L'ossuario volterrano era interamente liscio. La
ciotola, che lo ricopriva, alta m. 0,20, è fornita di

(') Veggasi la bibliografia in Gsell, Fouilles, p. 255. Alle
opere quivi citate è da aggiungere: Falchi, Vetulonia e la sua
necropoli antichiss., p. 35, 36. La spiegazione che il Falchi
tenta di dare quivi, descrivendo il sepolcreto di Poggio alla
Guardia, dello spezzamento d'un'ansa in taluni ossuari che ne
avevano due, non sembra ammissibile. Lo stesso Falchi del resto
dopo averla data (p. 36) accenna a certi fatti, che la contrad-
dicono e confessa la spiegazione sua aver bisogno di maggiore
conferma. Il modo, com'è staccata l'ansa del vaso volterrano,
dimostra eh' essa fu tolta con ogni cura prima della deposi-
zione dell'ossuario nella tomba.

un' ansa di forma quasi triangolare ed ha sull' orlo
due piccole sporgenze puntute, particolare comunis-
simo nelle ciotole-coperchi dell' età di Villanova.

Accanto all' ossuario, entro allo ziro, che lo rac-
chiudeva, fu rinvenuta una fiasca di bronzo, che si rac-
colse frammentata e che fu poi ricomposta e reintegrata
con gesso (fìg. 2). Consta di lamine di bronzo bat-
tute. Due dischi del diametro di m. 0,24, d' ognuno
dei quali manca una parte, messi l'uno di fronte
all'altro formano le due pareti della fiaschetta, fermate
e rinchiuse lateralmente da una fascia, larga m. 0,035,

avvolta a cilindro, coi margini incastrati e ribaditi
negli orli de' detti dischi.

Il collo, ora staccato, lungo m. 0,095, col diam.
di 0,025, è fatto parimenti di lamina, accartocciata a
tubo, già inserita in un' apertura praticata nella fian-
cata della fiasca e fissata ad essa mediante chiodetti.

Resta finalmente inchiodata da un lato della fiasca,
una piccola laminetta o linguella pure di bronzo, che
serviva per appendere il vaso.

Com' è proprio de' bronzi laminati delle necropoli
paleoitaliche, anche la fiasca era ornata col lavoro a
cesello di cordoni concentrici, fra i quali ricorrono
linee trasversali, a zig-zag, a spinapesce, e file di bot-
toncini concentriche.

Non è questa la sola fiasca, che si conservi nel
museo di Volterra. D'una seconda sono ivi custo-
diti i frammenti (num. d'invent. 758-759), che fu-

Fig. 2. 1:6
 
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