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LA NECROPOLI PRIMITIVA

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rono riconosciuti dall' Undset (') e la cui provenienza
precisa è ignota. I due dischi formanti le pareti sono
fregiati di serie circolari di bottoni e di grosse bulle
chiuse fra cerchi concentrici.

Del resto fiasche così fatte e in somigliante modo
decorate si ebbero altrove. Quattro ne ha date la

qual fatto trova riscontro in quello, che fu osservato
nella fiasca* simile di Cosa. Essa pure conteneva « una
gomma odorifera condensata » (')• Se si tratti vera-
mente di balsami aromatici o non piuttosto di una
materia viscosa, applicata a guisa d'intonaco nell' in-
terno del vaso per renderlo adatto a contener liquidi

Fig. 3. 1:3

necropoli tarquiniese (2). Una quinta proviene da Cosa
ed è la prima, per quanto so, di questo genere che
si sia scoperta (1837) (■''). Una sesta trovata 1' anno
1843 nel territorio chiusino ('') passò in possesso pri-
vato in Inghilterra. Il frammento di una settima fu
veduto dall' Undset ad Orvieto (5).

Devesi avvertire che entro alla fiasca della tomba
della Badia si trovarono avanzi di sostanze resinose: il

(') Annali cit., p. 38.

(2) Due di tali fiasche uscirono da tombe a pozzo: Mon. del-
l'Inst., XI, t. LIX, fig. 2; Ann. 1883, p. 286; Bull. 1884, p. 15,
n. 9. Cfr. anche Martha, L'art étrusque, p. 71, fig. 64. La
lerza è quella della nota tomba a cassa detta del Guerriero:
Mon. cit., X, t. Xa, fig. 2; Ann. 1874, p. 254. Il quarto esemplare
fu scoperto più recentemente in una tomba a corridoio : Helbig,
Notizie 1888, p. 182.

(3) Museo Gregoriano, I, t. XL. Cfr. Micali, Monum. ined.,
]>. 328, e Undset, Ann. cit., p. 37.

(*) Micali, Mon. ined., t. 52, p. 228-230; cfr. Undset,
Ann. cit., p. 42, 43.

(5) Undset, Ann. cit,, p. 46.

non saprei dire con sicurezza; ma la seconda ipotesi mi
sembra più probabile dopo le osservazioni del Pasqui (2)
e del Barnabei (3) intorno ad altri vasi di bronzo.

Oltre alla fiasca erano deposti nella tomba i due
seguenti oggetti di bronzo:

1. Spiedo (fig. 2), lungo m. 0,62. ora alquanto in-
curvato, terminante a punta da un' estremità e dall'altra
biforcato in due rami, che si attorcono intorno a un
anello, da cui pendono i resti di due catenelle. Si
raffronta agli stidioni apparsi, per solito appaiati, in
molte tombe vetuloniesi (4).

f1) Micali, Mon. ined., p. 328.

(2) Notizie 1885, p. 445.

(3) Mon. ant-, IV, p. 213.

(4) Falchi, Vetulonia, tav. X, fig. 7, p. 138; XIV, fig. 9,
p. 165; XV, fig. 29, p. 270; XVI, fig. 8, p. 181; XVII, fig. 27,
p. 192; XVIII, fig. 19, p. 201. La testa di questi spilloni è ge-
neralmente ripiegata e attorta in un modo, che ricorda l'esem-
plare di Volterra. L'ultimo esemplare di Vetulonia ha poi anche
nella parte attorta due anelletti. Cfr. anche Barnabei e Pasqui,
Mon. ant., IV, col. 392, 393; tav. XII, fig. 24.
 
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