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DI UN NUOVO SARCOFAGO

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donna porta nn berretto tondeggiante e liscio (tutulus),
il cui margine si rigonfia a guisa di cercine, di sotto
al quale scappano le lunghe chiome, indicate anche qui
mediante cannelli o cordoni ondulati, dei quali tredici
scendono in massa unita, non distaccati come nell'uomo,
sulla schiena; altri sei poi, tre per ciascuna parte,
fluiscono sulle spalle e sul petto.

Le figure sono adagiate sopra un letto, sul cui ma-
terasso è distesa una coperta ricadente alle estremità.
Anche il letto presenta quell' elegante architettura
che si osserva nel sarcofago del Louvre, dove però il
fondo si abbassa formando quasi una cuna, con effetto
poco gradevole, mentre il nostro conserva la sua linea
piana e naturale. Parrebbe composto di quattro assi
di legno combinate e sostenute da altrettanti pie-
ducci, due dei quali, cioè quelli della testa, sono sor-
montati da un grazioso capitello ionico, finamente
tornito come se fosse di avorio ('). I piedi, elegante-
mente sagomati, portano gli ornati, specialmente visi-
bili nel piede anteriore destro, consistenti in motivi di
spirali e palmette contrapposti tra loro ed intramez-
zati da due meandri. Le foglie delle palmette sono
dipinte in rosso con orlatura nera.

Anche sull' intelaiatura anteriore si scorgono tracce
di decorazione, che non sarà stata dissimile da quella
del sarcofago Campana, e che deve aver simulato un
lavoro d'intarsio.

Tutto questo complesso che ha, come sopra ho
detto, la lunghezza di due metri, consta di quattro
pezzi grandi e di altri minori, ognuno di essi lavorato
a parte e tutti perfettamente combinabili. Due dei
pezzi maggiori formano il letto, altri due le figure re-
cumbenti, come bene si vede nella fig. 1 e nella ta-
vola XIII. Il distacco del coperchio a destra di chi
guarda avviene sotto la linea dei cuscini, i quali for-
mano un tutto coi busti; a sinistra poi avviene lungo
la linea delle figure.

Le mani con parte delle braccia vennero lavorate
a parte, e non già vuote internamente come tutto il
resto, ma massicce e con un perno per essere inserite
nei buchi corrispondenti (2). Così i piedi del letto sono

(') Il fine rilievo delle due spire svolgentisi attorno al-
l'occhio di ciascuna voluta, e separate da un incavo di appena
un millimetro, difficilmente potrebbe ottenersi sul legno.

(*) Veggasi la nostra tavola XIV e la fig. 2, dove a bella
posta sono state omesse Ire delle mani delle figure.

riportati, e riportati anche i fiocchetti del cuscino del-
l' uomo, i quali pendevano ai quattro angoli ed erano
ivi fissati mediante una spinetta inserita in un forel-
lino attraversante il foro maggiore. Di tali appendici
si sono conservati alcuni frammenti.

Il letto forma come una cassa vuota cogli angoli
arrotondati, avente sopra un' apertura, la cui luce è di
m. 1,62 X 0,60. Vi gira superiormente un margine rial-
zato, che ha lo spessore e l'altezza di circa 2 centimetri,
al quale si sovrappone l'orlo del coperchio. Sulla cassa
medesima, attorno al detto margine si vede tracciata
in modo non del tutto regolare una linea corrispon-
dente al contorno del coperchio stesso. Lo spessore
della cassa è da mm. 20 a 25, quello delle figure da
mm. 28 a 15. Sulla nuca dell' uomo è un buco tondo
(diam. mm. 34) ; dietro l'occipite della donna un altro
ellittico (diam. maggiore mm. 44), i quali buchi evi-
dentemente erano destinati a facilitare la cottura.

Tuttavolta nella cottura ebbe il sarcofago a ripor-
tare qualche piccolo danno, danno sommamente lieve
se si considera la difficoltà di cuocere pezzi così grandi.
Nel mezzo del fascione anteriore del telaio si vede
il segno d'un' antica grappa con avanzi di piombo per
rimediare ad un crepaccio (cfr. tav. XIII) ; parimenti
quattro grappe erano nel fascione posteriore e due altre
sul materasso nella parte di dietro (cfr. fig. 1).

La creta adoperata per la cassa e pel coperchio
è ben cotta, di colore rossigno, simile a quella usata
per gli ornamenti fittili degli edifici arcaici dell'Italia
e della Grecia, nonché per i sarcofagi di Clazomene (') :
internamente piuttosto grossolana e contenente detriti
e miche lucenti ; esternamente con una ingubbiatura
finissima, spalmata sulla superficie e levigata a stecca,
dopo che i pezzi modellati si erano alquanto pro-
sciugati.

La creta poi onde furono fatte le mani è più depu-
rata ed esternamente levigata con maggior cura. Le
dita affusolate e delicate della donna, i particolari
delle unghie, i nervi del polso, specie della mano
sinistra, sono eseguiti con uno studio mirabile del
vero. E così dovettero essere le mani dell'uomo, se si
considera la naturalezza veramente mirabile dell' in-

(') Per la tecnica di questi cfr. Winter, Anlike Denkm. I,
fase. 4, p. 32.
 
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