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PANTELLERIA
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spaimio di soverchie osservazioni si dia uno sguardo
alla tav. XVI dove io ho raccolto i tipi phì salienti
fra le centinaia di pezzi esposti nel Museo di Sira-
cusa. La tìg. 28 rappresenta un rozzo « coup de poing »
di grandi dimensioni, di rustico lavoro, mancante
logici dell' Italia, ho creduto potermene valere almeno
in senso convenzionale. Certo è che il popolo di Mursia
arrivò nell' isola, conoscendo la sola industria a grandi
scheggiature, e nell' isola rimase presso che stazionario.
Non pertanto io non voglio chiamarlo popolo archeo-
della parte inferiore e che potrebbe quasi dirsi di
tipo « Chellèen « (simile apud Mortillet, Musée pré-
histor., fig. 42). Il « Mousterien » è invece rappre-
sentato da una quantità di lame (figg. 1, 2, 9, 17,
20, 22, 24, 25-26, 31, ecc.), rozzi coltelli o raschiatoi
che trovano acconcio riscontro in pezzi delle stazioni
tipiche della Francia (Musée préhistor., tav. XI).
Aggiungaci i raschiatoi meglio determinati (figg. 13,
21, 23, 27), le lame di coltelli (figg. 3, 6-9, 19) e
qualche altra forma di uso vario od ambiguo.
Sebbene io sappia che le determinazioni adottate
per la civiltà archeolitica della Francia non trovano
sempre opportuna applicazione agli orizzonti archeo-
MONUMKNTI ANTICHI. — VoL. IX.
litico nel senso assoluto della parola, perchè molte
di quelle forme perdurarono anche altrove negli strati
neolitici (stazioni dell'Alto Veronese), perchè nel vil-
laggio si raccolse anche un'ascia levigata di basalte,
ed una di arenaria quarzitica, le quali appunto perchè
sole ed eccezionali o vennero importate da fuori, o
denotano il movimento lentissimo nella tecnica litica
dei primi abitatori di Pantelleria. Fu forse la scar-
sezza di contatti con tribù più progredite, ed in ogni
caso limitati alla sola Sicilia, che se ebbe un' in-
dustria litica superiore a quella di Pantelleria, non
raggiunse mai la perfezione di forme, che si osserva
sul continente, quella che determinò condizioni così
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PANTELLERIA
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spaimio di soverchie osservazioni si dia uno sguardo
alla tav. XVI dove io ho raccolto i tipi phì salienti
fra le centinaia di pezzi esposti nel Museo di Sira-
cusa. La tìg. 28 rappresenta un rozzo « coup de poing »
di grandi dimensioni, di rustico lavoro, mancante
logici dell' Italia, ho creduto potermene valere almeno
in senso convenzionale. Certo è che il popolo di Mursia
arrivò nell' isola, conoscendo la sola industria a grandi
scheggiature, e nell' isola rimase presso che stazionario.
Non pertanto io non voglio chiamarlo popolo archeo-
della parte inferiore e che potrebbe quasi dirsi di
tipo « Chellèen « (simile apud Mortillet, Musée pré-
histor., fig. 42). Il « Mousterien » è invece rappre-
sentato da una quantità di lame (figg. 1, 2, 9, 17,
20, 22, 24, 25-26, 31, ecc.), rozzi coltelli o raschiatoi
che trovano acconcio riscontro in pezzi delle stazioni
tipiche della Francia (Musée préhistor., tav. XI).
Aggiungaci i raschiatoi meglio determinati (figg. 13,
21, 23, 27), le lame di coltelli (figg. 3, 6-9, 19) e
qualche altra forma di uso vario od ambiguo.
Sebbene io sappia che le determinazioni adottate
per la civiltà archeolitica della Francia non trovano
sempre opportuna applicazione agli orizzonti archeo-
MONUMKNTI ANTICHI. — VoL. IX.
litico nel senso assoluto della parola, perchè molte
di quelle forme perdurarono anche altrove negli strati
neolitici (stazioni dell'Alto Veronese), perchè nel vil-
laggio si raccolse anche un'ascia levigata di basalte,
ed una di arenaria quarzitica, le quali appunto perchè
sole ed eccezionali o vennero importate da fuori, o
denotano il movimento lentissimo nella tecnica litica
dei primi abitatori di Pantelleria. Fu forse la scar-
sezza di contatti con tribù più progredite, ed in ogni
caso limitati alla sola Sicilia, che se ebbe un' in-
dustria litica superiore a quella di Pantelleria, non
raggiunse mai la perfezione di forme, che si osserva
sul continente, quella che determinò condizioni così
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