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635

IL SEPOLCRETO GALLICO

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mali, cubiti e corna di cervo, unghie di capriolo, una
fusaiuola discoidale, anse a sporgenze orizzontali ('),
frammenti di vasi di terra nera di fine impasto e
specialmente di ciotole, di cui alcune con anse cilin-
dro-rette, altre con anse ad ascia ed altre con anse
a corna di lumaca, del medesimo tipo primitivo di
quelle raccolte alle Conelle e al Crocifisso (2).

5°. Stazione alla Pieve. (Carta archeol. n. 15).
Altra località del comune di Arcevia ove doveva esi-
stere una stazione preistorica è quella detta la Pieve,
circa sei kilom. ad oriente della città, dalla quale il
cav. Anselmi ebbe parecchi frammenti di vasi, di cui
cito i più notevoli per forma e decorazione.

1. Ansa di grande vaso di terra nera a grosse
pareti, ornata nell'interno e tutto in giro all'orlo, di
una doppia fila di puntini e nell'esterno di zig-zag
grafiti.

2. Frammento di ansa, di una terra grigiastra con
cavità semicircolare, come altre rinvenute alle Conelle
ed al Crocifisso (per il tipo veggasi la fig. 5, n. 9).

3. Frammento di ciotola con alto labbro, ornato
esternamente di meandri grafiti, fatti a due linee
intramezzate da puntini. La tecnica ed il tipo della
decorazione ricorda quella di alcuni vasi raccolti dal
Santarelli nella stazione della Bertarina presso Forlì (3).

4. Frammento di vaso a forma di olla, con ansa
a sporgenza piatta ed inclinata, come in taluni vasi
grossolani delle terremare (per il tipo si confrontino
le note 14 e 15).

5. Frammento di ansa cornuta, delle cui corna,
rotte alla base, una soltanto sopravanza ed ha la forma
che ho denominato coma di lumaca (cfr. fig. 6, n. 1).

Officine litiche.

Oltre le stazioni fin qui indicate si scoprirono pure
officine litiche.

(M Per il tipo si confronti la nota 14.

(2) Questa scoperta mi notificava poi il cav. Anselmi con
sua lettera 31 agosto 1898.

(3) Santarelli, A uovi scavi alla stazione preistorica della
Bertarina nel Forlivese. (Atti e Memorie della E. Deputazione
di Storia patr. per le prov. di Romagna 1886 tav. Ili, n. 18, 20).
Cfr. Montelius, op. cit., pi. 21, n. 14 e 15.

Una prima officina di armi e strumenti in selce
erasi rintracciata fin dal 1889 presso il Ponte Fla-
minio di Nidastore (Carta archeol. n. 23) ad un metro
circa di profondità. Dalla notizia datane dal cav. Ago-
stino Monti si rileva che l'officina conteneva « selci
lavorate a piuttosto grandi schegge in forma di col-
telli, pugnali o raschiatoj con nuclei di selce, quali
spezzati e quali scarti di fabbrica e selci pur lavorate
a più fini ritocchi in forma di freccie e coltellini
affilati, molti di taglio intatto, ossia ancor non usato ;
le quali circostanze di più fini ritocchi potrebbero
dichiarare un' età più avanzata delle altre, ossia 1' età
della pietra archeolitica nel suo avvicinarsi alla neo-
litica » (').

Una seconda officina litica si scoperse più tardi
presso Arcevia.

Pochi kilom. ad est della città e propriamente al
Ponte di Pietra (Carta archeol. n. 16) a metà strada
fra Arcevia e la Pieve, nell' anno 1898 furono trovate
dal cav. Anselmi parecchie centinaia di grandi schegge
di armi ed utensili litici, per maggior parte coltelli e
raschiatoi, con grossi nuclei ed avanzi di lavorazione,
le quali attestano che in quel punto era un' officina
litica. Alcune di queste lame di coltelli dal cav. An-
selmi donate al Museo Civico di Bologna, misurano
una lunghezza di m. 0,20.

Grotta di Frasassi.

Con le stazioni preistoriche a fondi di capanne,
rintracciate nei dintorni di Arcevia, le quali hanno
fornito frammenti di ciotole con anse cornute, deve
collegarsi altresì la Grotta di Frasassi, sia perchè essa
dista appena una dozzina di kilom. da Arcevia, sia pure
perchè è concordemente riconosciuta l'affinità etno-
grafica fra gli abitanti delle capanne e quelli delle
caverne.

La grotta di Frasassi, scavata in un fianco del
Monte Ginguno, all'altezza di 108 metri sul letto del
Sentino e di difficilissimo accesso, venne già descritta
da parecchi dotti (2).

(') Nuova Rivista Miseria, anno II, p. 167.
(*) Per la bibliografia sopra questa grotta si confronti Pi-
gorini nel Bullettino di paletn. italiana, anno XXI, p. 109.
 
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