Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
99

IL VASO DI HAGHIA TRIADA

100

lo prova non solo il fatto che il tridente è, come la
bipenne, tra i segni pittografici frequenti sì a Knossos
che a Phaestos ('), ma anche l'esempio di un'arma
materiale fornitoci dall' isola stessa. E questa la già
nota punta di lancia a doppia lama di bronzo, tro-
vata pur essa presso Phaestos nell'antichisssimo de-
posito di H. Onuphrios, della quale ripubblico qui
(fig. 7) un disegno più accurato (2).

Con questo esempio di un'arma, che si può vera-
mente chiamare bimembre, e dopo quanto siamo ve-
nuti dichiarando fin qui, non si può fare a meno di
ripensare alle sy/sa àiiyiyva di Omero e di rin-
tracciare in una forma sì fatta la spiegazione più
naturale di un tale epiteto (3). A corroborarla pos-
siamo anche richiamare il confronto con un pugnale

(!) Come marche nei blocchi dei due palazzi. A Knossos
anche in un' iscrizione graffita, come mi comunica il sig. Evans,
il quale pure ammette la derivazione di questo segno dal tri-
dente. Per Phaestos v. L. Pernier, Mon. ani. dei Lincei, XII,
p. 90 sgg.

(2) La prima pubblicazione è dell'Evans, Gretan Picto-
graphs, p. 136, fig. 139, riportata poi da Montelius, o. c., p. 165,
lig. 392. In essa le due punte sono troppo dritte e acuminate
come due corna, e non sono chiaramente espresse le tre ner-
vature. La duplice lama è fusa e piatta, con una larghezza di
min. 182 ed uno spessore massimo, alla base, di mm. 5, minimo,
nella punta, di mm. 3 circa. Data la sua lunghezza, è più pro-
babile sia una cuspide di lancia, che un pugnale. La base s'in-
castrava in una fessura praticata nell'asta o nel manico, e vi
era fissata per mezzo di due chiodi, di cui l'uno resta, l'altro
è sparito per la frattura del foro. La nuova figura è ricavata da
un mio disegno fatto a Candia nel 1896. — L'« oggetto d'uso
incerto » edito da Pinza, Monurn. aut. d. Lincei, XI, tav. XVI, 22
(cfr. l'indice) termina a punta forcuta similmente a questo.
Si ricordino poi le lancie bicuspidi e tricuspidi dell'Asia citate
sopra p. 92, nota 2.

(3) La traduzione letterale di ct/Àcpiyvog è bimembris. In
questo composto Yà/Mfl, a mio parere, sta ad indicare la pro-
prietà di un oggetto come avente due parti o due cose uguali
e coordinate fra loro alla stessa guisa di ùficpiS-vgog, «fxopixgavog,
àfj.opitsTouog,<:tucp'mgvfivog,afj,opmTog e simili. Ciò contradice tanto
alla spiegazione di « lancia a doppio taglio », quanto all'altra
troppo forzata che intende « due punte », ma l'una in cima
dell'asta per colpire, l'altra nel calcio per piantarla al suolo.
I due tagli o affilature non si possono dire propriamente yvla
(Omero ha clfÀcpt'jxrjg pel doppio taglio) ; e il anvgmxr^g non è
un yviov uguale e di pari importanza della punta da ferire, nè
poi vedesi l'opportunità di un epiteto che faccia pensare a quello
quando l'azione richiama tutta l'attenzione sulla punta opposta
e principale; infatti 1' uey%soii> àfj.cpvyvoiaiv n è unito sempre
all'atto di combattere, tranne Od. n, 474, dove appare come
espressione stereotipa. Il ocKvgmijg, quando fa a proposito, è
ricordato espressamente dal poeta (cfr. 77. K, 153). Helbig, Hom.
Epos2, p. 341, lascia in sospeso la questione. Veggasi poi la
seguente nota 2.

di bronzo trovato a Micene ('). Questo differisce, è
vero, dall'esemplare cretese, in quanto lo due lame,
pur sorgendo insieme da una base comune, non si
trovano, come qui, in un piano medesimo, ma al con-
trario in due piani diversi e paralleli e sono separate
da un vuoto di pochissimi millimetri; in ogni modo
esso risponde ad un medesimo principio e sta ad at-
testarci, insieme colle trigemine forche del vaso e
colla predetta lancia bicorne, che tale principio non
solo era in voga nei tempi preomerici, ma che anche
abituale e varia ne era l'applicazione. Nulla adunque
ci vieta, tutto anzi ci obbliga a figurarci gli eroi di
Omero armati talvolta con lance a due punte simili
a quella di H. Onuphrios o, se si vuole, all'altra che
porta il guerriero della summentovata stela della Li-
caonia. E così non più saranno per noi parole di
oscuro significato quelle, colle quali Eschilo e Sofocle
celebrarono i terribili effetti della lancia, che primo
Lesche di Mitilene (la patria stessa di quel Pittaco, cui
vedemmo combattere col tridente) aveva attribuito ad
Achille (2). La lancia aveva due punte, e noi siamo

(') Scliliemann, Mykenae,\). 191, n. 238. Pure da Micene,
tomba IV, proviene un piccolo tridente di bronzo, che però ha
le punte ripiegate. Schliemann (p. 293 sgg., n. 372) lo crede
adibito ad attizzare il fuoco del rogo.

(2) Cfr. Schol. ad Pind. Nem. VI, 85, a proposito dell'uc-
cisione di Mennone fatta da Achille colla « ttxfxà ey%sog f«xo-
roio ». = Ovx ex nagtid'gourjg dè tdxoxov cine to dógv iov A%ik-
Xétog, tiaaisi ^tsiXivoi1 ì\ ri ioiovxov avrò è(pt] èv xoivóttjti,
(xXX'Sti idtwzeoov nugù rà aXXa xtaeaxeiaGTo. dtxgoìv yàg, uiete
évo àx/Àeìg s'/w, xai (Àia §oXfi [tliaxs] óiaaà ree tquvuuiu thieg-
yuì^eaS-ca ' xtà Aìa^vhig iv NrjgsUTi ' u xtxuaxog stai xùp.uxog
yhótfoijua SiTt'hàaiov ». — xtà —ocpoxXììg éV A^i-KXàmg ègaaretìg '
u >}' dogòg tfi/óarotuoy TjXùxTgov ' dinrv%oi yùg òdvvai [ilv rjoixov
'jj(Mìjiov óóoaiogiì. — usxùyovai de Ttjv UtTogiav ùnò zìjg
^léo~%ov jxixgàg iXidóog Xéyoviog ovTwg ' « c'e/xopì de 7iógxrjg
/Qvaeog clatgctniti, xtà avrtò tfixgnog tigtìig u =. (agdtg invece
del corrotto dir] dei codd.; e di aìxpij dello Schol. Vict. ad
Hom. //. il, 142). Cfr. Kinkel, Epicorum graecc. fragm., I, p. 41 ;
Nauck, Tragicorum graecc. fragm., II ed., p. 49 e 166; vedi
anche la precedente nota 2. Non bene, a mio avviso, il Wie-
seler, 1. c. p. 9, tenta di togliere valore alle parole assai chiare
tanto dei citati poeti, quanto dello scoliaste, con le quali
non si può dubitare essere indicata una lancia a due punte.
Il Welcker, Griech. Gòtterlehre, I, p. 630, parla di una lancia
tricuspidale ricordata da Aristotele nella Thessal. politia, ma
nè dal Wieseler nè da me si è potuto rinvenire tal passo ; è
tuttavia degno di nota il fatto, che l'unico eroe, cui si dà dai
poeti una lancia diversa dalla comune, è il più grande eroe di
Tessaglia, Achille : e che pure un eroe tessalo impugni il tri-
dente nella Centauromachia sopra ricordata. Tra gli eroi armati
di tridente in una delle pitture colla caccia al cinghiale Cali-
donio, citate p. 91, nota 4, è pure Peleo, il padre di Achille.
 
Annotationen