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LE ANTICHITÀ. DEI, TERRITORIO LAURENTINO
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da Cecco di Cola Pichi, mercante romano del r. di
Parione, tra gli anni 1477 e 1481, in parte da Ma-
riano degli Alessandrini, in parte da Innocenzo di
Giovanni Beccaluna, in parte da Isabella de Bonfi-
gliuoli. Le si danno per confini i casali d'Infermeria,
Trefuselle, Torcigliano, Fnsano ed Ostia. Nell'inven-
tario dei beni di Giuliano Pichi rogato il 15 marzo
1543 dal not. Amanni (prot. 107, c. 142 A. S.) si
ricordano: « Item integrarli quartana partem casalis
Trifuse iunctam prò indiviso cura Dominico de
Pichis extra portarti Su panli cui ab uno latere est
medietas gregorii de Felicis, ab alio latere est teni-
nientum Fu sani de fabiis et tenuta porci-
gliani de abbatia Sli Sabbe et casalis turris
Cencii ab alio trefuselle et inferma ri a monia-
lium Su Sixti. Item integram medietatem miius tertii
Casalis turris Cencii iuncti prò indiviso cum
duobus aliis tertiis de abbatia Ste Sabbe extra portarli
Sli Pauli cui ab uno latere est tenuta faeusola(P)
ab alio medietas trefuselle et casale tre fusa ab
alio est a qua decima ab alio via publica que vadit
ad decimas. Item septem partes de duodecim de Tre-
fuselle inncta cimi aliis quinque de Cinciis... Item
quintam partem et ultra rubia quinque Casalis
paloccbj iunctam prò indiviso cum illis de matteis
et Ioannis pauli de ihfesura ».
Come al solito il casale fu dato in garanzia a
varii sovventori di danaro, quali Girolama della Valle
per scudi 500, prestati il 29 agosto 1556, Quintilia
Albertoni per scudi 1000 prestati il 27 febbraio 1558
etc. I Pichi finirono per venderlo nel 1585 a Tiberio
di Girolamo Celili (not. Campana, prot. 451, c. 202
A. S.).
La Capocotta ha appartenuto da tempo immemora-
bile ai Capranica e la sua storia è immedesimata con
quella dei debiti della famiglia che incominciano col
24 luglio 1543 (per quanto apparisce dai documenti
d'archivio). Si ricordano tra i prestadanari Pier Paolo
Sanguigni, Gianbattista Valerii, Marzia del Bufalo,
Girolama della Valle ed altri, per una somma com-
plessiva di 6600 scudi, per la quale i Capranica pa-
gavano l'enorme interesse di annui scudi 579.
Il canonico Lenti afferma che la tenuta di Capo-
cotta non contiene vestigie di antichità, salvo qualche
muraccio laterizio di nessuna importanza.
VI.
Il diverticolo di Plinio.
« Aditur (villa Laurentina) non una via; nani et
Laurentina et Ostiensis eodem ferunt. . . ostiensis ab
undecimo lapide relinquenda est. .. iter aliqua ex
parte arenosum, jumentis panilo gravius et longius,
equo breve et molle » Plinio, Ep. II, 17.
Del sentiero non selciato, e perciò duro alle vet-
ture, piacevole al cavaliere, che si staccava all' XI
miglio, non si trova vestigio. Ma nel percorrere in
ogni senso quei terreni ho riconosciute le traccie di
un'altra strada che ha origine, come quella del So-
lonio, a Malafede, e consistono principalmente in tagli
di discreta profondità e in selcioni fuori di posto.
Traversava il fosso del Fontanile dell' Infermeria (dove
erano le scaturigini dell'acquedotto Ostiense, descritto
in Bull, coni., tomo XIX, a. 1892, p. 293 seg.) sopra
un ponte rifatto nel secolo XVII, a pie' del quale,
nell'alveo del fosso, due grossi macigni e qualche po-
ligono di lava dimostrano essere il valico autico. Qui
ho trovato pure un tirso bacchico scolpito in peperino,
e un labbro di dolio col relativo sigillo di fabbrica.
La via antica non piegava a sinistra verso il fon-
tanile, come la moderna, ma saliva a diritto filo la
ripida costa del monte. Le ultime traccie si perdono
al lembo delle macchie di Palocco. Palocco, come ho
già osservato nel Ball, con., tomo XXIX, a. 1901,
p. 29, è cognome spettante alla famiglia Papazzurri.
Nell'archivio del Salvatore (armadio VI, mazzo VII,
n. 9-B) un Lorenzo Palocha de Papaciurris è nomi-
nato come proprietario di un tratto di terreno tra
S. Maria di Fusano e Malafede, che oggi forma tenuta
a sè, ma che allora formava parte della massa Fusana.
Nella prima metà del cinquecento Palocco fu com-
perato dal ricco mercante di campagna Michele Lante
il quale, nel « libro delle Ricordanze lasciato alli
suoi cari figli mr Ludovico mr Ottavio mr Gerardo »
lo dice « comperato da matheo Infesura lo qual casale
confina con il casale de Malafede ... con le moniche
de Sta cecilia de urbe ella tenuta dostia, laltro lato
con il casale de Fusano ».
Palocco era rinomato per lo scopiglio. Il 3 no-
vembre 1510, i fratelli Giovanni, Domenico e Matteo
Infessura fanno contratto con tre piemontesi e un ro-
magnolo pel taglio relativo. « Hinc est quod supra-
LE ANTICHITÀ. DEI, TERRITORIO LAURENTINO
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da Cecco di Cola Pichi, mercante romano del r. di
Parione, tra gli anni 1477 e 1481, in parte da Ma-
riano degli Alessandrini, in parte da Innocenzo di
Giovanni Beccaluna, in parte da Isabella de Bonfi-
gliuoli. Le si danno per confini i casali d'Infermeria,
Trefuselle, Torcigliano, Fnsano ed Ostia. Nell'inven-
tario dei beni di Giuliano Pichi rogato il 15 marzo
1543 dal not. Amanni (prot. 107, c. 142 A. S.) si
ricordano: « Item integrarli quartana partem casalis
Trifuse iunctam prò indiviso cura Dominico de
Pichis extra portarti Su panli cui ab uno latere est
medietas gregorii de Felicis, ab alio latere est teni-
nientum Fu sani de fabiis et tenuta porci-
gliani de abbatia Sli Sabbe et casalis turris
Cencii ab alio trefuselle et inferma ri a monia-
lium Su Sixti. Item integram medietatem miius tertii
Casalis turris Cencii iuncti prò indiviso cum
duobus aliis tertiis de abbatia Ste Sabbe extra portarli
Sli Pauli cui ab uno latere est tenuta faeusola(P)
ab alio medietas trefuselle et casale tre fusa ab
alio est a qua decima ab alio via publica que vadit
ad decimas. Item septem partes de duodecim de Tre-
fuselle inncta cimi aliis quinque de Cinciis... Item
quintam partem et ultra rubia quinque Casalis
paloccbj iunctam prò indiviso cum illis de matteis
et Ioannis pauli de ihfesura ».
Come al solito il casale fu dato in garanzia a
varii sovventori di danaro, quali Girolama della Valle
per scudi 500, prestati il 29 agosto 1556, Quintilia
Albertoni per scudi 1000 prestati il 27 febbraio 1558
etc. I Pichi finirono per venderlo nel 1585 a Tiberio
di Girolamo Celili (not. Campana, prot. 451, c. 202
A. S.).
La Capocotta ha appartenuto da tempo immemora-
bile ai Capranica e la sua storia è immedesimata con
quella dei debiti della famiglia che incominciano col
24 luglio 1543 (per quanto apparisce dai documenti
d'archivio). Si ricordano tra i prestadanari Pier Paolo
Sanguigni, Gianbattista Valerii, Marzia del Bufalo,
Girolama della Valle ed altri, per una somma com-
plessiva di 6600 scudi, per la quale i Capranica pa-
gavano l'enorme interesse di annui scudi 579.
Il canonico Lenti afferma che la tenuta di Capo-
cotta non contiene vestigie di antichità, salvo qualche
muraccio laterizio di nessuna importanza.
VI.
Il diverticolo di Plinio.
« Aditur (villa Laurentina) non una via; nani et
Laurentina et Ostiensis eodem ferunt. . . ostiensis ab
undecimo lapide relinquenda est. .. iter aliqua ex
parte arenosum, jumentis panilo gravius et longius,
equo breve et molle » Plinio, Ep. II, 17.
Del sentiero non selciato, e perciò duro alle vet-
ture, piacevole al cavaliere, che si staccava all' XI
miglio, non si trova vestigio. Ma nel percorrere in
ogni senso quei terreni ho riconosciute le traccie di
un'altra strada che ha origine, come quella del So-
lonio, a Malafede, e consistono principalmente in tagli
di discreta profondità e in selcioni fuori di posto.
Traversava il fosso del Fontanile dell' Infermeria (dove
erano le scaturigini dell'acquedotto Ostiense, descritto
in Bull, coni., tomo XIX, a. 1892, p. 293 seg.) sopra
un ponte rifatto nel secolo XVII, a pie' del quale,
nell'alveo del fosso, due grossi macigni e qualche po-
ligono di lava dimostrano essere il valico autico. Qui
ho trovato pure un tirso bacchico scolpito in peperino,
e un labbro di dolio col relativo sigillo di fabbrica.
La via antica non piegava a sinistra verso il fon-
tanile, come la moderna, ma saliva a diritto filo la
ripida costa del monte. Le ultime traccie si perdono
al lembo delle macchie di Palocco. Palocco, come ho
già osservato nel Ball, con., tomo XXIX, a. 1901,
p. 29, è cognome spettante alla famiglia Papazzurri.
Nell'archivio del Salvatore (armadio VI, mazzo VII,
n. 9-B) un Lorenzo Palocha de Papaciurris è nomi-
nato come proprietario di un tratto di terreno tra
S. Maria di Fusano e Malafede, che oggi forma tenuta
a sè, ma che allora formava parte della massa Fusana.
Nella prima metà del cinquecento Palocco fu com-
perato dal ricco mercante di campagna Michele Lante
il quale, nel « libro delle Ricordanze lasciato alli
suoi cari figli mr Ludovico mr Ottavio mr Gerardo »
lo dice « comperato da matheo Infesura lo qual casale
confina con il casale de Malafede ... con le moniche
de Sta cecilia de urbe ella tenuta dostia, laltro lato
con il casale de Fusano ».
Palocco era rinomato per lo scopiglio. Il 3 no-
vembre 1510, i fratelli Giovanni, Domenico e Matteo
Infessura fanno contratto con tre piemontesi e un ro-
magnolo pel taglio relativo. « Hinc est quod supra-