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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Pellegrini, Giuseppe: Tombe greche arcaiche: e tomba greco-sannitica a tholos della necropoli di Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0127
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237

TOMBE GRECHE ARCAICHE ECC.

238

come si può rilevare dalla circostanza delle bullette,
doveva essere di cuoio duro e grosso. Il fermaglio è
alto in totale m. 0,125.

Vili. Parte centrale di un grande fermaglio (cfr.
tìg. 12), in elettro ed argento, affatto analogo nella
forma e nell'uso a quello
descritto sotto il numero
precedente. La differenza
principale, oltreché nel ge-
nere della decorazione, sta
in ciò, che la fibbia di
argento saldata alla parte
posteriore del tubo cen-
trale è a maglie trasverse,
formate da filetti paral-
leli disposti a mo' di sca-
letta. Ciò dimostra che le
due parti a pettine dove-
vano avere i denti di-
scosti e non avvicinati
come quelli del fermaglio
fig. 11. Di queste parti si
raccolsero solo pochi fram-
menti, assai danneggiati

dall'azione del fuoco e che non sono stati aggiunti
alla nostra fig. 12. Il tubo è formato da un cartoccio
piuttosto spesso di elettro, decorato a pulviscolo di
zig-zag molto acuti, disposti in file parallele e divisi
in gruppi da zonette a meandro. Le estremità del
tubo erano chiuse da due mezze sfere, di cui una,
tuttora conservata, mostra quattro gruppi di meandri
inscritti. Riprodotto, a metà, nella nostra tìg. 12.
Lungli. totale del tubo m. 0,14.

Un terzo esemplare di fermaglio, analogo per la
decorazione al nostro num. Vili, pure trovato a Clima
e portato anni sono nel commercio romano, si con-
serva attualmente (secondo mi comunica il prof. Karo)
presso il sig. dott. Marc Rosenberg a Karlsrue (').

Fermagli del genere di quelli descritti fin qui non
sono molto rari nelle tombe deH'Etraria e del Lazio ;
sole regioni che, a mia conoscenza, li abbiano finora
forniti. Per lo più sono ridotti alla sola parte tubo-
lare centrale.

Fig. 12.

1 :1

Specialmente comune è il tipo n. Vili. Almeno
tre esemplari ne esistevano nella tomba Bernardini
di Preneste('); un altro, proveniente ugualmente da
una tomba prenestina, si conserva nella biblioteca
Barberini a Roma (2). Quattro altri, ora dispersi, tro-
vati anch'essi, a quel che pare, a Palestrina, facevano
parte dell'ex collezione di Augusto Castellani (3). Tutti
questi tubi hanno la decorazione a pulviscolo similis-
sima al nostro esemplare fig. 12. La maggior parte
però sono molto più grandi e più lunghi, donde si
deduce come fosse impossibile portarli alla cintura.
Suppongo pertanto che venissero collocati a traverso
il petto e la schiena, ed avessero più che altro uno
scopo puramente ornamentale.

Un altro esemplare, con decorazione alternatamente
a pulviscolo e a filigrana, diverso solo in minimi det-
tagli da quello fig. 11 (per es. nella mancanza della
zonetta trasversale a spina) fu raccolto a Faleri (4).
Due altri esemplari analoghi, fra cui uno inedito,
tornarono in luce nella necropoli di Narce (5).

Tuttociò sta a dimostrare come oggetti di questo
genere fossero piuttosto di uso comune. Per quanto
mi consta, essi si raccolsero costantemente insieme con
armi e arnesi da cavallo: facevano quindi parte della
suppellettile di uomini di guerra, al pari delle fibule
ordinarie e degli altri oggetti di ornamento soliti a
rinvenirsi con essi.

IX-X. Due pezzi di tubo cilindrico diritto, di
elettro bassissimo, il più grande qui riprodotto alla

(') Era analogo per la decorazione, a quanto mi dice il
dott. Pollak che fu intermediario nella vendita, al nostro
n. Vili.

(!) Uno solo, il più ricco, riprodotto in Mori. Ist., tav. 31 a, 4.
Un quarto pezzo, con i denti a pettine attaccati ad una fascetta
rettangolare di elettro con figure a sbalzo di animali (o.c, n. 2),
apparteneva ad un esemplare di forma probabilmente alquanto
diversa.

(2) Cfr. Fernique, Prèmeste, p. 175, n. 17. Da cortese in-
formazione del prof. Karo rilevo che la decorazione, prevalen-
temente a pulviscolo, è interrotta da zone trasverse a filigrana,
per cui si collega in parte al tipo n. VII.

(3) Catalogo di vendita. Il migliore, n. 758, riprodotto alla
tav. 20; gli altri tre, ricordati sotto i nn. 759-61. Sulla pro-
venienza probabile di tali fermagli da Palestrina cfr. Helbig,
Ann. Ist. 1876, p. 117 nota.

(4) Notizie 1887, tav. VI, 7; Karo, Studi e Materiali,
I, p. 270, figg. 41 e 42.

(5) Mon. aut., IV, Ali., tav. 11, 24. L'esemplare inedito è
ricordato nel testo, p. 355. — Alcuni frammenti di maglie a
denti di pettine, evidentemente derivanti da fermagli simili,
furono rinvenuti a Veio negli scavi fatti eseguire dall'ex-impe-
ratrice del Brasile, il cui prodotto, tuttora inedito, si conserva
attualmente nel Museo preistorico a Roma (tombe 2 e 23).
 
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