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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0023
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VASI GRECI DELLA SICILIA
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biato per una giovinetta (Pausan., I, 19, 1), è quello
seguito dai pittori di vasi af. r., quasi senza eccezione;
e ad esso si uniforma il pittore de' due crateri di Bo-
rgna e di Siracusa.
Un altro indizio della comunanza d'origine dei
due crateri è la figura di Athena : quella, cioè, dipinta
stico della metà circa del quinto secolo (figure 8-10).
Vestita di semplice chitone dorico, aperto sul fianco de-
stro e con apoptygma, coperto il capo dell'elmo corintio,
con le trecce raccolte in massa ondulata sulla nuca, la
divina protettrice di Teseo si china leggermente su di
lui, cingendogli il capo della corona di lauro, mentre
PlG. 9.
Pie. 10.
sul lato principale del vaso di Camarina, rappresentata
1]i atto di incoronar Teseo, e l'altra della rappresentanza
secondaria (Herakles e la cerva Cerynite) nel vaso A.
Già questa fu confrontata dal Robert (Nekyia, p. 48)
con la così detta « Athena melanconica » del noto
rilievo dell'Acropoli (fig. 9) : confronto, senza dubbio,
evidentissimo. Ma ancora più interessante, più gra-
dita all' occhio, nella elegantissima semplicità di mosse
e di linee, è l'Athena del nostro vaso, la quale, se
nell' azione si distacca alquanto da quella del ri-
lievo dell'Acropoli e del vaso A, riproduce con non
minore fedeltà e con grazia attraente, un tipo arti-
con la sinistra si appoggia alla lunga asta, la quale
piantata al suolo regge il peso della persona, che insiste
sul piede sinistro. Il destro è tirato alquanto indietro
e poggia sul terreno con le dita soltanto: lo stesso
movimento pieno di verità e di vita, che noi vediamo
nel citato rilievo dell'Acropoli.
Codesta figura può fornirci un utile elemento cro-
nologico, che è bene fissare fin da ora.
Che questo tipo di Athena sia nell' arte attica una
derivazione da quella peloponnesiaca, non credo possa
mettersi in dubbio: derivazione avvenuta assai per
tempo, prima che l'arte di Fidia avesse quasi im-
VASI GRECI DELLA SICILIA
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biato per una giovinetta (Pausan., I, 19, 1), è quello
seguito dai pittori di vasi af. r., quasi senza eccezione;
e ad esso si uniforma il pittore de' due crateri di Bo-
rgna e di Siracusa.
Un altro indizio della comunanza d'origine dei
due crateri è la figura di Athena : quella, cioè, dipinta
stico della metà circa del quinto secolo (figure 8-10).
Vestita di semplice chitone dorico, aperto sul fianco de-
stro e con apoptygma, coperto il capo dell'elmo corintio,
con le trecce raccolte in massa ondulata sulla nuca, la
divina protettrice di Teseo si china leggermente su di
lui, cingendogli il capo della corona di lauro, mentre
PlG. 9.
Pie. 10.
sul lato principale del vaso di Camarina, rappresentata
1]i atto di incoronar Teseo, e l'altra della rappresentanza
secondaria (Herakles e la cerva Cerynite) nel vaso A.
Già questa fu confrontata dal Robert (Nekyia, p. 48)
con la così detta « Athena melanconica » del noto
rilievo dell'Acropoli (fig. 9) : confronto, senza dubbio,
evidentissimo. Ma ancora più interessante, più gra-
dita all' occhio, nella elegantissima semplicità di mosse
e di linee, è l'Athena del nostro vaso, la quale, se
nell' azione si distacca alquanto da quella del ri-
lievo dell'Acropoli e del vaso A, riproduce con non
minore fedeltà e con grazia attraente, un tipo arti-
con la sinistra si appoggia alla lunga asta, la quale
piantata al suolo regge il peso della persona, che insiste
sul piede sinistro. Il destro è tirato alquanto indietro
e poggia sul terreno con le dita soltanto: lo stesso
movimento pieno di verità e di vita, che noi vediamo
nel citato rilievo dell'Acropoli.
Codesta figura può fornirci un utile elemento cro-
nologico, che è bene fissare fin da ora.
Che questo tipo di Athena sia nell' arte attica una
derivazione da quella peloponnesiaca, non credo possa
mettersi in dubbio: derivazione avvenuta assai per
tempo, prima che l'arte di Fidia avesse quasi im-