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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0058
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VASI GRECI DELLA SICILIA
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vascolare. Cronologicamente, l'anfora di Melos non è
molto lontana dal nostro vaso ; ma a non parlare della
composizione immensamente più vasta, lo stile è più
grandioso e richiama alla mente, assai più da vicino,
un grande originale della pittura. Intendo, perciò, li-
mitare il confronto a due gruppi della zona infe-
non arrivando a far forza sul torace del Boreade disco-
stato, scivola quasi sul braccio di lui e si ferma presso
l'ascella: ciò che è dovuto, senza dubbio, all'accorgi-
mento e al buon gusto, di cui l'umile pittore diede
prova nell'adattare al suo intento un motivo già noto
e divulgato.
Fig. 22.
riore delle figure: Hermes e un Gigante; una Dea
(Kore?) e un Gigante (fig. 23 e 24). Questi gruppi,
che si ripetono in maniera identica, sono, alla loro
volta, uguali, e nel motivo artistico e nelle linee,
fin quasi nei particolari, al gruppo del Boreade e del-
l'Arpia.
Ma l'originaria concezione del gruppo (combattente
vittorioso che sta per uccidere l'altro già mezzo abbat-
tuto) è stata, nell'oenochoe Vagliasindi, non solo modi-
ficata, ma adattata ad un'altra azione: il legamento del
nemico viuto. Ciò è assolutamente nuovo; e credo che
questo adattamento non sia riuscito male, e che il pit-
tore abbia saputo trarne buon partito. Bisognava, intanto,
modificare l'azione dell'assalitore che tira il suo corpo
alquanto indietro, e ripiega la gamba destra, invece della
sinistra; mentre il braccio dell'Arpia, disteso con impeto,
L'Arpia e i due Boreadi della oenochoe Vaglia-
sindi formano poi uno di quei gruppi non ignorati
dalla pittura vascolare ('), nei quali si svela, diremo
così, il talento dell'artista, nel disporre le figure, ap-
pagando il pensiero per la verità dell'azione e l'oc-
chio per l'armonia della linea.
Ben è vero che le figure del nostro vaso non sono
disposte nello schema di una piramide, comune in
molti di questi gruppi ; ma il pittore ha saputo trarre
buon partito dalle linee arditamente salienti nelle ali
della figura centrale, a cui fanno armonico contrap-
(') Cfr. Herzog, Studien t. Gesch. d. griech. Kunst, p. 24 si<£-i
e gli esempi riprodotti nella tav. VI.
VASI GRECI DELLA SICILIA
100
vascolare. Cronologicamente, l'anfora di Melos non è
molto lontana dal nostro vaso ; ma a non parlare della
composizione immensamente più vasta, lo stile è più
grandioso e richiama alla mente, assai più da vicino,
un grande originale della pittura. Intendo, perciò, li-
mitare il confronto a due gruppi della zona infe-
non arrivando a far forza sul torace del Boreade disco-
stato, scivola quasi sul braccio di lui e si ferma presso
l'ascella: ciò che è dovuto, senza dubbio, all'accorgi-
mento e al buon gusto, di cui l'umile pittore diede
prova nell'adattare al suo intento un motivo già noto
e divulgato.
Fig. 22.
riore delle figure: Hermes e un Gigante; una Dea
(Kore?) e un Gigante (fig. 23 e 24). Questi gruppi,
che si ripetono in maniera identica, sono, alla loro
volta, uguali, e nel motivo artistico e nelle linee,
fin quasi nei particolari, al gruppo del Boreade e del-
l'Arpia.
Ma l'originaria concezione del gruppo (combattente
vittorioso che sta per uccidere l'altro già mezzo abbat-
tuto) è stata, nell'oenochoe Vagliasindi, non solo modi-
ficata, ma adattata ad un'altra azione: il legamento del
nemico viuto. Ciò è assolutamente nuovo; e credo che
questo adattamento non sia riuscito male, e che il pit-
tore abbia saputo trarne buon partito. Bisognava, intanto,
modificare l'azione dell'assalitore che tira il suo corpo
alquanto indietro, e ripiega la gamba destra, invece della
sinistra; mentre il braccio dell'Arpia, disteso con impeto,
L'Arpia e i due Boreadi della oenochoe Vaglia-
sindi formano poi uno di quei gruppi non ignorati
dalla pittura vascolare ('), nei quali si svela, diremo
così, il talento dell'artista, nel disporre le figure, ap-
pagando il pensiero per la verità dell'azione e l'oc-
chio per l'armonia della linea.
Ben è vero che le figure del nostro vaso non sono
disposte nello schema di una piramide, comune in
molti di questi gruppi ; ma il pittore ha saputo trarre
buon partito dalle linee arditamente salienti nelle ali
della figura centrale, a cui fanno armonico contrap-
(') Cfr. Herzog, Studien t. Gesch. d. griech. Kunst, p. 24 si<£-i
e gli esempi riprodotti nella tav. VI.