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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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questi scheletri deposti nel terreno si raccolse pure
una coppa in terracotta del genere punico, a mezza
patina rosea, ed una brocchetta di argilla grezza
biancastra, entrambe rotte.

Eimaneva dunque già assodato che ancora in epoca
punica, accanto alle tombe scavate nella roccia, si
avevano inumazioni più povere nella nuda terra.

Il primo periodo dei miei scavi si era però con-
tenuto fuori dei limiti dei campi di grano, per ri-
spettarne il frutto tuttora pendente durante i mesi
di maggio e giugno. Eipresi gli scavi nel luglio suc-

Fio. 15.

cessivo, dopo la mietitura, s'incontrarono nuove de-
posizioni in una trincea praticata alle spalle della
casa della Guardiania, per chi viene dall' istmo, come
già riferii nel mio secondo rapporto al quale rimando
per maggiori particolari ('); qui richiamo solo bre-
vemente ciò che appartiene al soggetto di questo pa-
ragrafo. A profondità di 3 metri dal piano di cam-
pagna si scopersero alcune anfore puniche di tipo
allungato e puntuto, senza labbro, deposte orizzontal-
mente, e presso di esse si rinvennero vari piccoli
oggetti di bronzo, di cui taluni romani venuti giù
col movimento delle terre superiori, necessario per
allargare la trincea, estrarre le anfore e vuotarle ;
altri senza dubbio alcuno punici, e spettanti allo strato

delle anfore, come l'orecchino figurato in quel rap-
porto e del tipo comune fenicio-punico a cerchiello
ellittico con rigonfiamento nella parte che rimaneva
davanti al lobo dell'orecchio; altri non determinabili.
Proprio presso le anfore ed in evidente connessione
con quelle fu poi trovato un unguentario in terra
cotta con fasce rosse, senza dubbio punico (flg. 15),
un chicco di collana di forma lenticolare in osso, una
spatula d'avorio frammentata e una materia azzurra
polverulenta che sembrò lapislazzuli preparato per
uso di colore. Procedutosi poi alla vuotatura delle
anfore, si riconobbe che contenevano tutte ossa di
bambini. In una di esse, crivellando la terra, si rin-
venne una piccola aimilla spiraliforme, un frammento
d'orecchino od anellino di bronzo ed un chicco di
collana in pasta vitrea; in un'altra un orecchino d'ar-
gento dello stesso tipo di quello di bronzo poco su
descritto, ma alquanto meno rigonfio, e due amuleti
in pastiglia, rappresentanti l'occhio mistico d'Osiride
e un piccolo Bes; in una terza si raccolse un solo
amuleto mal conservato, anch'esso di pastiglia e raf-
figurante un Bes. Una sola delle anfore era protetta
da due robustissimi lastroni di pietra, che dovettero
essere adagiati sulla fossa praticata all'atto della de-
posizione. Le tìgg. 16 e 17 mostrano i particolari di
questa trincea lunga m. 35,50, e della disposizione
delle anfore.

Dall'altra parte della casa della Guardiania, verso
l'eminenza occupata dai ruderi del tempio di Tanit,
venne rinvenuta una tomba isolata ('). Erano ossa di
bambino contenute in un'olla tutta crepata, a pro-
tegger la quale erano stati disposti nella terra due
pezzi di panchina quasi a formare un piccolo sarco-
fago incompleto. Unico corredo erano i due vasetti
rustici di argilla chiara qui rappresentati (figg. 18
e 19), cioè un urceolo e una fiaschetta che, come
vedremo meglio nell'analisi particolare della suppel-
lettile, al caratteristico rigonfiamento del collo sem-
bra continuazione delle forme tharrensi e cartaginesi,
da ascriversi alla fine del periodo punico, o ad epoca
punico-romana.

Riassumendo ora i dati relativi alla necropoli di
Nora, possiamo venire alle seguenti conclusioni :

(') Notizie 1902, p, 77.

(') V. la pianta a tav. I, B.
 
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