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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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c°lori che fa di quella norense una delle più gentili
serie di vetri fenici; vi predominano i fondi d'un
azzurrino delicato, e non mancano le rarissime e ri-
cercate tonalità perlacee. La sovrapposizione dei vetri
d'altro colore nelle caratteristiche onde, denti di lupo,
festoni e barbe di penna che decorano questi vasetti
fu poi eseguita, non meno che la rifinitura alla ruota,
con grande perizia e leggerezza di mano.

§ 6. Le terrecolte.

Se dei vetri, come di un genere assai conosciuto
6 c°ncordemente attribuito ai Fenici, abbiamo potuto
discorrere brevemente, per non ripetere cose già note ;
anche delle terrecotte di Nora diremo in poche'parole,
tanto più Cne ]e statuette fittili sardo-fenicie, venute
a luce in gran numero da Tharros, sono accolte da
^mpo e in collezioni locali e nei principali Musei di
Europa (in particolare al Louvre e al British Museum),

6 Hi

U1 esse si hanno sufficienti notizie e riproduzioni iu
°Pere di divulgazione.

Non pertanto la serie norense di figurine fittili
ferita l'attenzione sia per alcune particolarità che vi
Esultano più caratteristiche quantunque in tipi già
n°ti, sia per il loro insieme, in cui apparisce qualche
Pezzo che non trova analogia in quelli più comu-
nemente riprodotti.

Possiamo dividere le terrecotte di Nora in tre
Categorie. La prima ci rivela un'arte primitiva locale,
filasi senza stile; la seconda l'arte arcaica fenicia
dipendente dallo stile egizio; la terza l'arte fenicia
Plu recente, l'arte punica dominata completamente
dallo stile greco.

ke due ultime serie ci presentano un fenomeno di
Recessione d'influenze straniere che si verifica in tutto
d mondo fenicio e che gli scavi più recenti hanno
dato modo di verificare abbondantemente anche a Car-
mine, ove, al tempo in cui si pubblicava il 111 vo-
lllme della Ilistoire de l'Art del Perrot, gli avanzi
della plastica erano così rari.

■La nostra attenzione si ferma dunque anzitutto
sulla prima categoria, che a Nora è rappresentata
s°lo nella necropoli a cremazioni deposte nella sabbia,
mentre gl' ipogei e le inumazioni non ne hanno fornito
alc'in esempio.

Nella figura 21 presentiamo un vasetto a botti-
glina, in cui è accennata la figura umana. Il largo
risvolto quasi verticale del labbro è da una parte
modellato a viso umano, dal mento sporgente oltre

Fig. 21.

l'orlo inferiore del labbro del vaso. In corrispondenza,
alle spalle del vaso e della figurina cui esso viene
assimilato, sono attaccate le braccia, aderenti al corpo,

Fio. 22.

e con le mani portate verso le mammelle, indicate
da due bottoni sporgenti. Più in giù è l'accenno con-
venzionale del sesso femminile.

Fig. 23.

La fig, 22 ci presenta una testina del più rozzo
e goffo modellato ; la fig. 23 un'altra testina alquanto
più progredita, nella quale pare in certo modo espresso
il carattere femminile.

Queste tre terrecotte non possono convenientemente
giudicarsi senza conoscere la seconda categoria, che
 
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