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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0339
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NELLA. NECROPOLI DI PHAESTOS

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complesso, come dalla qualità dei corredi funebri, e so-
pratutto dalla magnificenza dell'arca di pietra tutta
adorna di pitture a cui più volte bo avuto occasione
di accennare. Alcune poi di esse sono press'a poco con-
temporanee delle predette, altre invece molto più an-
tiche ; e tra queste ultime richiamano particolarmente
la nostra attenzione i resti di una, che era costruita
con pietre a foggia di tholos circolare e che conteneva,
pur essa, delle arche funebri di terracotta, ugualmente
a qualche altra delle tombe ad essa vicine, ma diverse
per forma e più recenti.

Ciò mi pare che sia di non lieve importanza per
la storia dei riti e dell'architettura sepolcrale anti-
chissima della Grecia.

Merita invero di essere particolarmente considerato
il fatto che le su riferite tombe nobiliari di Phaestos
sono tutte foggiate a cupola grandiosa, tuttavia più o
meno variante dal classico e regolare tipo della tholos
micenea, e che i morti furonvi deposti o direttamente
sul pavimento oppure dentro una fossa scavata sotto il
livello di questo ; invece i cadaveri dei poveri furono
seppelliti preferibilmente entro arche di terracotta del
caratteristico tipo cretese, nascoste o dentro semplici
fosse, secondo un uso comune e probabilmente origi-
nario ('), oppure in anguste grotte più o meno regolar-
mente scavate nella roccia, per quanto inspirate mani-
festamente al tipo delle prime. Nessuna traccia di tali
arche si rinvenne nelle tombe della collina isolata. Ciò
vuol dire che, mentre il popolo in generale conservava
ancora il tradizionale uso cretese delle arche fittili
(come ci provano non solo le scoperte di Phaestos, ma
quelle altresì di tanti altri luoghi di Creta) i signori
secondarono un'altra moda, visibilmente più recente e
del tutto corrispondente a quella che ci è rappresentata
dai seppellimenti fatti nelle tombe a cupola del con-
tinente ellenico, dove finora non abbiamo alcun esempio
di simili arche.

Sembra che l'uso di queste si venisse abbando-
nando dalla classe dei nobili e dei ricchi appunto in
quel torno in cui alle forme primitive dell' umile fossa
e della rozza grotta si sostituiva ed acquistava favore

sempre crescente il tipo della bella e spaziosa camera
a cupola, e si compiva anche una evoluzione del tipo
medesimo. Non tarda questo tipo a divenire comune
anche alle tombe plebee, ma non per questo cessa del
tutto in esse il rito delle arche di terracotta, che con-
tinua fino ai tardi tempi micenei e del quale anzi so-
pravvive almeno un simbolo — chè tale può dirsi l'os-
suario su ricordato di Erganos — anche in casi in
cui si preferisce la deposizione sul terreno ('), finché
sparisce del tutto alla venuta del nuovo rito della cre-
mazione.

Ma se nelle tombe dei nobili, come p. es. in quelle
di Phaestos, noi troviamo già da prima compiuto quel-
l'abbandono, abbiamo tuttavia ragione di credere che
anche in quelle esso avvenne gradatamente ; giacché,
come ho detto, il costume persiste ancora nei sepolcri
di H. Triada, ed ivi anche nella cospicua tomba a
tholos si rinvennero i frammenti di almeno due arche
fittili, che devono aver fatto parte dei depositi della
tomba stessa (2). La ceramica del tipo detto di Kamares,
raccolta dentro e attorno alla medesima, ci prova che
l'uso di quelle arche, che finora ci era rappresentato
da seppellimenti del meno antico periodo miceneo (3),
era familiare in Creta già da un pezzo ; come ci prova
in pari tempo che il tipo della tomba a tholos, che in
Creta ci è finora rappresentato nell'aspetto più com-
pleto ed imponente, ma tuttavia di già modificato, dal
gruppo delle tombe sopra descritte di Phaestos, era
stato adottato nell' isola già in una età anteriore. Ora
anzi per l'ima e per l'altra cosa ci è dato risalire ad
una età ancor più lontana mercè la singolare scoperta,
fatta dall'Halbherr e già qui sopra accennata (4), di
una colossale tomba a cupola circolare, dove in mezzo
ad un ammasso enorme di scheletri egli rinvenne anche
alcuni rottami di arche di terracotta affatto simili a quello
di cui ci siamo occupati. Dagli altri oggetti lì rinvenuti
lo scopritore è condotto ad attribuire la costruzione della
tomba e lo straordinario seppellimento ai tempi pre-

(') Così infatti erano sepolte alcune delle arche di H. Triada
(cfr. il rapporto citato di Paribeni) e così di solito anche nel
paese degli Eteo cretesi (v. Bosanquet, Annual of the Britìsh
School, Vili, p. 305; cfr. p. 299 segg.).

(') Vedi sopra p. 651.

(2) Così persiste talora la fossa dentro la camera a tholos,
come a dire una tomba nella tomba; cfr. Tsuntas-Manatt, op.
cit., p. 126. A Thorikos si hanno eccezionalmente fosse e sar-
cofagi in muratura; ibid. p. 385. Vedi nostra p. 514.

(3) Tali sono quelli su ricordati di Ligortyno, Artsà, Mu-
lianà, Milatos, Pentamodi, Anoja Messaritica, della provincia di
Sitia, ecc.

(*) Cfr. p. 655.
 
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