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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0340
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SCAVI E SCOPERTE

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micenei, cioè al periodo più antico di quella che ora
è detta l'Era Minoica ('). Quanta sia l'importanza di
questo dato cronologico per il nostro soggetto, non
v'è chi non vegga.

Dopo ciò ci si presenta come legittimo corollario
la conseguenza che il tipo della tomba a cupola con
tutte le sue variazioni debba essere venuto sul con-
tinente appunto da Creta, e che anche le tombe del-
l'Argolide e gli stessi « Tesori di Atreo e di Minia »,
che ne sono l'espressione più perfetta e sono al certo
più recenti di quelle or ora mentovate, debbano la loro
origine alle influenze cretesi (2). Ciò del resto sta bene
in armonia con quello che ormai ci hanno insegnato
le ultime scoperte intorno al cammino di quella ci-
viltà antichissima e intorno alla posizione privilegiata
ch'ebbe Creta tanto come centro di elaborazione e di
diffusione di quella medesima civiltà e dell'arte a lei
propria, quanto come luogo di raccolta di elementi
stranieri, affluenti da varie parti e sopratutto dal-
l'Egitto (:!).

E nell'Egitto noi possiamo trovare nuovi lumi anche
per questa parte della storia dei riti e dell'architet-
tura sepolcrale della Grecia. Per ciò che riguarda
le arche di terracotta ho appena bisogno di ricordare
ciò che è stato di già osservato da A. Evans, cioè
che esse sono imitate dalle casse di legno dipinte che
erano usate nell'Egitto in quei tempi, come è com-
provato dagli stessi elementi decorativi, di cui alcuni
nuovi sono stati indicati, e non soltanto per le arche,
nelle pagine precedenti (4). E qui, per confronto col-
l'uso loro in Creta, si può aggiungere l'osservazione

(') Devo queste comunicazioni all'amicizia dello stesso
prof. Halbherr.

(2) S'intende da sè che la differenza tra la volta della tomba
di H. Triada, costruita con circoli di pietre aggettanti dentro
un vano antecedentemente preparato nella roccia (cfr. la descri-
zione del Paribeni) e quella delle tombe della collina, solamente
cavate nella roccia senza muratura, non costituisce alcuna dif-
ferenza essenziale del tipo. Questa seconda maniera rappre-
senta soltanto un risparmio là dove la roccia pareva che vi si
prestasse. Così avviene che in Creta e altrove s'incontrino tombe
somiglianti, eseguite ora nell'una ora nell'altra maniera. Dato
poi il concetto della somiglianza tra l'abitazione dei morti e
quella dei vivi, si può dire che la tholos rupestre corrisponda
alla grotta primitiva, di cui non è in fondo che una trasfor-
mazione, e la tholos murata alla capanna all'aria libera.

(3) Cfr., tra l'altro, la conclusione del mio studio sul vaso
di 11. Triada, in Monum. aut., XIII, p. 130 seg.

(4) Vedi A. J. Evans, The palace of Knossos in its Egyp-
tian relations,]i. 3 dell'estratto; id., Tree and pillar cult, p. 77
(175) ; cfr. Bosanquet, Annual ofthe British School, Vili, p. 299.

che nell'Egitto stesso, eome vedemmo, già in tempi
predinastici si hanno esempi di seppellimenti di cada-
veri rannicchiati dentro casse e ricettacoli varii di ar-
gilla, e che le prime sono appunto il surrogato e la
riproduzione fedele delle casse di legno promiscuamente
usate nei sepolcri (')■

Ma anche per le forme delle tombe a cupola, siano
esse costruite in pietra oppure incavate nella roccia,
a me pare che la ispirazione sia venuta, non già dal-
l'Asia o propriamente dalla Frigia come qualcuno sup-
pose (2), ma bensì dall'Egitto. L'indizio meno ambiguo
credo di trovarlo appunto nello schema delle tombe a
pianta ellissoidale, che abbiamo veduto abbastanza dif-
fuso in Creta e del quale le tombe signorili di Phae-
stos ci presentano una fase ulteriore (3). Infatti nella
grande necropoli di Tebe la prima tomba reale che
sia stata scavata in seno alla montagna, quella di Thut-
mosis I, ha precisamente la camera del sarcofago di
forma oblunga con pianta ellissoidale che si dice imi-
tata dallo schema dei cartellini reali, e lo stesso è
della tomba di Thutmosis III e di altre, dove è anche

Fig. 121. — Pianta e sezione secondo « a di una tomba
di Praesos.

da notare la frequenza della volta (4). L'analogia

Che le arche cretesi di forma rettangolare, al pari di quelle
a forma di vasca, riproducano semplicemente degli arnesi do-
mestici e non l'aspetto della casa preistorica, come pensarono
l'Orsi ed altri, è stato specialmente assodato dallo Xanthudidis,
'Ecftj^i. (Ìqx-, 1904, p. 10 segg.

(1) Cfr. sopra p. 650 seg.; per le casso di legno e terracotta
specialmente El Amrah ecc., citato ivi, nota 1.

(2) Cfr. Perrot-Chipiez, op. cit., VI, p. 602 segg.

(3) Vedi sopra p. 512 segg.

(4) V. la pianta in Baedeker, Egypte, p. 276 e 278; sco-
perte nel 1898 e 1899 da Loret. Questa forma nell'Egitto stesso
ha i suoi precedenti nelle rozze tombe ovali ed oblunghe pre-
dinastiche: El Amrah, p 8 seg., tav. II, n.2; IV, n. 3; V, n. 1.
Per la volta negl'ipogei egiziani cfr. Perrot-Chipiez, op. cit.,
I, p. 115.
 
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