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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel sepolcreto di Haghia Triada presso Phaestos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0351
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presso phaestos

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lori. La scarsezza e la piccolezza dei frammenti rin-
venuti non ci permette di dire molto sulla forma delle
urne e sulla loro copertura ; è certo però, che tratta-
vasi di quelle a forma rettangolare e con coperchio
a due spioventi ('), non di quelle a forma di vasca da
bagno (-) ; nessun frammento infatti presentava un
profilo curvilineo. Si rinvennero inoltre:

1. Due vasi di pietra (fig. 3), bigio l'uno, rosa
l'altro, della forma di due ciotole, ma assai globosi
e col recipiente cilindrico nel mezzo assai piccolo,

rinvenuti quest'anno e l'anno passato nel palazzo (').
Manca il fondo, alcuni frammenti del ventre, e tutta
la parte superiore che probabilmente come negli altri
vasi simili, dopo essersi ristretta, si espandeva in un
largo labbro orizzontale. L'altezza massima della parte
conservata è di m. 0,15. L'argilla del vaso è giallo-
gnola non lucidata, e la decorazione è semplice ed
eseguita molto sommariamente. Nella parte conservata
oltre due grosse fasce nere al piede del vaso, e due
poco sopra, si hanno otto zone di segni neri serpeg-

Fig. 3. — Vasi di pietra. 1 :

più simile ad un incavo che ad un vaso. Misurano
il più piccolo (quello bigio) m. 0,05 d'altezza e
m. 0.135 di diametro, l'altro m. 0,07 d'alt, e m. 0,16
di diametro. Il diametro del recipiente è nel primo
m. 0,055, nel secondo m. 0,06. Un vaso simile si
rinvenne a Phaestos nelle operazioni di ripulimento e
di restauro, che si fecero al palazzo, mentro si scavava
ad Haghia Triada (3) ; un altro meno basso e schiac-
ciato di Arvi è riprodotto dall' Evans (4), un terzo del
palazzo di Haghia Triada è dato dall'Halbherr che lo
ritiene destinato a contenere cosmetici per la toletta
femminile (5).

2. Un frammento di vaso di Kamares.

3. Un vaso di terra cotta (fig. 4) simile per
l'aspetto piriforme a parecchi altri di terra e di pietra

gianti eseguiti con un solo colpo di grosso pennello,
che somigliano assai ai disegni schematici delle ana-
trelle galleggianti sull'acqua col collo e la coda sol-
levata da essa, con cui sono così frequentemente de-
corati oggetti della prima età del ferro in Italia e
nell'Europa centrale (2). Ora l'arte micenea conosce, e
ritrae spesso uccelli acquatici nella decorazione dei
suoi vasi, tanto spesso, che mi sembra superfluo ad-
durre riscontri, ma li pone isolati o a piccoli gruppi,
nè dimentica mai di segnar loro le gambe.

Nella ceramica geometrica gli uccelli acquatici
appaiono pure di frequente e in lunghe serie, ma hanno
sempre gambe e collo così lunghi, da far credere, che
si siano voluti rappresentare trampolieri piuttosto che
palmipedi (3). Non conosco oggetti orientali, in cui le
anitrelle nuotanti siano rappresentate nella forma sche-

(')Orsi, Urne funebri in Mon. Lìncei, II, tav. I; Bosanquot,
Kvcavations at Palai/castro in Brìi. Sch. Annual, Vili, p. 298,
tiivv. XVIII-XIX.

(!) Orsi, loc. cit, tav. II.

(3) Pernier, Lavori eseguiti, ecc. in Reni. Lincei, XII,
p. 352.

C) The II. Onuphrios Deposti, p. 121, fig. 118.
(5) Resti dell'età micenea in Mon. Lincei, XIII, p. 63,
fig. 51.

(') Resti dell'età micenea in Mon. Lincei, XIII, p. 63,
fig. 48; p. 65, fig. 52.

(2) Hoernes, Urgeschichte der bildenden Kunst, p. 410,
figg. 126, 127.

(3) Perrot-Chipiez, [list, de l'Art, VII, figg. 41, 89, 92, ecc.;
Wide, Geometrische Vasen in Jahrbuch d. Inst. 1899, p. 209,
fig. 78 ecc.
 
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