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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Taramelli, Antonio: Il Nuraghe Lugherras: presso Paulilatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0094
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IL NURAGHE UJGHERRAS PRESSO PAUL1LATIN0

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Del resto, come osservò egregiamente il Pais (]),
tale uso ha confronto presso molti popoli e non ne
mancano traccie anche in età romana, in varie re-
gioni.

Inoltre il fatto che questa grande massa d'armi
si trovò sulla fronte del nuraghe, presso alla super-
ficie del cumulo dei detriti, si può connettere con la
scoperta di un ripostiglio o celletta, costrutta o me-

Le monete dateci dallo scavo del cumulo, per lo
più alla superfìcie sul lato verso la fronte, quanto
anche nel lato settentrionale per la ricerca dell'in-
gresso, appartengono ai seguenti tipi : assi della re-
pubblica romana appartenenti alla serie riferita al
periodo dal 268 al 217 a. C. ; un semisse della serie
più recente, ma anonima del periodo dal 217 al 154;
danari anonimi, altri della famiglia Domitia (a. 119

Fio. 7.

Ripostiglio praticato nel muro del nuraghe, sopra la porta d'ingresso alla cella A.

glio ricavata dall'origine nel grosso della muratura
nuragica, nella parete verso la fronte, ad un livello
inferiore al pavimento della cella superiore del nu-
raghe; tale ripostiglio, di pianta circolare, aveva vòlta
conica formato dai corsi in oggetto, come le consuete
celle nuragiche, dell'altezza di poco più di due metri
(fig. 7, sezione, fig. 7). A questa cella non si poteva
accedere che dalla sommità della vòlta, come avviene
per altri ripostigli o nascondigli offerti dai nuraghi e
specialmente dal nuraghe Losa, presso Abbasanta. È
probabile che le offerte di armi a scopo di voto si
fossero accumulate nel ripostiglio ed all'epoca della
dispersione violenta del materiale votivo la massa di
ferraglia rugginosa ed inservibile venisse gettata sui
fianchi del colle, come cosa inutile e di nessun conto.

(') Pais, Sulla civiltà dei nuraghi e sullo sviluppo so-
ciologico della Sardegna (Rend. Acc. Lincei, Seduta 17 gemi,
p. 39 nota).

a. C), della Lucrelia (a. 74 a. C), della Clodia
(a. 43 a. C), della Durmia (a. 20 a. C.) con un
esemplare molto raro e di buona conservazione. Si
hanno poi anche monete imperiali, rappresentate da
un danaro di Domiziano (a. 87 a. C.) e da un medio
bronzo di Massimiano (a. 286-310 d. C). Queste
monete, in qualunque modo siano state perdute, stanno
a provare, come ho accennato, che l'edificio nuragico
già all'epoca della repubblica romana si presentava
in modo poco differente da quello in cui fu da noi tro-
vato, come una collina, lungo i fianchi della quale
si saliva per mez-zo di un sentiero sino alla som-
mità (')•

(*) Ecco la serie delle monete trovate nello scavo dell'esterno
del nuraghe, tenendo conto naturalmente soltanto di quelle rin-
venute durante la nostra esplorazione. Lo studio delle monete,
dato lo stato a cui erano ridotte, massimo di quelle dateci dal-
l'interno della cella, richiese una serie di tentativi e di sforzi
 
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