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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Taramelli, Antonio: Il Nuraghe Lugherras: presso Paulilatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0104
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IL NURAGHE LUGHERRAS PRESSO PAULILATINO

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Alcuni esemplari di questo tipo presentano nel
calathos, al di sopra delle due colombe, una decora-
zione simile ad un diadema triangolare, adorna di
borchie, o meglio di bacche di frutta (vedi fig. 10, l);
in questi esemplari il calathos è più alto, ma in ge-
nere l'esecuzione è trascurata e cattiva la conservazione.

Altri esemplari (fig. 15) che recano un evidente
ritocco alla stecca presentano una particolarità abba-
stanza notevole nell'acconciatura: ai due lati del
collo, sotto gli orecchi sono due ciocche, che si de-
vono ritenere le estremità di una benda o di un panno,

espressa quasi completamente la testa della divinità,
dal volto giovanile e tondeggiante, dai capelli sepa-
rati sulla fronte e coprenti le orecchie adorne da una
boccola tondeggiante ; dalla base del calathos, che è
privo di decorazione, si stacca il velo che scende ai
due lati del collo, formando due leggieri nodi in ri-
salto. In genere questi timiaterii serbano le traccie
di uno strato di pittura terrosa bianca, con aggiunte
di colore roseo e rosso. Assai meno copioso dei pre-
cedenti, questo tipo si ebbe specialmente negli strati
inferiori del cumulo e nei suoi migliori esemplari pre-

Fig. 15 — Varianti del tipo E.

avvolto attorno ai capelli e che scende ai due lati
del volto in due piccoli nodi; è questa un'acconcia-
tura che assai frequentemente vediamo nelle figurine
di Tanit, nelle stele puniche di Sulcis, rappresenta
quindi una moda di acconciatura delle statue delle di-
vinità puniche, riprodotta nei timiaterii, come era ri-
prodotta forse nell'abito delle sacerdotesse e delle of-
ferenti.

Questo tipo di timiaterii presenta anche alcuni
esemplari di dimensioni quasi doppie del consueto
(alt. m. 0,25) (vedi figg. 15, 3; 12, 2); sono di buona
esecuzione e fattura, hanno lo stesso carattere severo
nell'atteggiamento del volto e lo stesso vago riflesso
arcaico negli occhi grandi e dal contorno preciso e
leggermente rilevato.

Tipo F (tig. 9, 3). — Gli esemplari di questo
tipo hanno qualche divergenza dai precedenti ; è

senta un carattere di severità e di correttezza che lo
pone tra i migliori prodotti della coroplastica locale.

Tipo G (fig. 12, 1). — È un gruppo di timia-
terii che si trova diffuso in tutto il cumulo, per
quanto conservi uno spiccato carattere di arcaismo
rozzo ed ingenuo. Abbiamo non solo il volto espresso,
ma il busto col risalto dei seni mal disposto. Il viso
ha in genere una grande scorrettezza, con i capelli
divisi sulla fronte e due grandi pendagli sulle orec-
chie. Dal modio, molto svasato a corbello, si staccano
due orecchie od anse molto sporgenti, donde scende
il velo che si allarga in due ciocche ai lati del collo,
dando così un aspetto peculiare al piccolo busto.
Dietro a ciascuna orecchia scende un nastro che si
diparte alle spalle in due capi sui seni, acconciatura
questa che troviamo in varie sculture fenicie e ci-
priotte, come la figurina di Astarte del Museo del
 
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