Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

DOI Artikel:
Taramelli, Antonio: Il Nuraghe Lugherras: presso Paulilatino
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0106
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
191

IL NUKAGHE LUGHER11AS PRESSO PAUULATINO

192

Un notevole esemplare isolato è un frammento di
timiaterio, di grandi dimensioni, comprendente il solo
volto ed una parte del calathos (tìg. 10, 2). La figu-
rina dalle fattezze giovanili e sorridenti, con la fronte
ornata di fronde e di fiori aperti a rosette, le quali
si ripetono anche sull'orlo del calathos, è un bel-
l'esemplare di stile libero, che si accosta per tipo e
decorazione alle belle figurine di fabbricazione greca,
date da Kittium, in Cipro ('), e parrebbe il prototipo
di tutta la serie di timiaterii dal viso giovanile e
sorridente, quasi infantile, che aggruppai nel tipo E.
Questo esemplare, per la decorazione a rosette della
stefane, ha maggiori analogie, ma non identità, con
quelli di Cartagine.

È interessante ricordare accanto a queste produ-
zioni dell'arte industriale, più 0 meno progredita, i
modesti ex-voto, prodotti rudi fatti a mano dagli
stessi offerenti che dànno un embrione del timiaterio;
placchette più 0 meno appiattite, che arieggiano alle
forme dei bustini, con due allargamenti alle estre-
mità, un incavo posteriore per il foro, una escre-
scenza nella faccia anteriore che simboleggia il viso:
è Yex-voto ridotto a mera espressione schematica,
modestissima offerta di miseri, fabbricata forse dagli
stessi offerenti, con l'argilla del luogo, imitando in
qualche modo la terracotta votiva proveniente dalla
fabbrica.

La divinità rappresentata da questi timiaterii
per gli attributi dei fiori e delle colombe potrebbe ri-
tenersi Astarte, per il periodo punico, venerata poi nel
culto posteriore con l'appellativo di Afrodite, non
senza però una prevalenza del più modesto carattere
romano della dea Venus (2), quale divinità agraria che

timiaterii : nel Museo di Cagliari abbiamo numerosi timiaterii
da Tharros, da Caralis; dall'interno dell'isola vengono alcuni
timiaterii di Aidomaggiore ; in tutti si distingue il carat-
tere peculiare, diverso dai prodotti cartaginesi e dai modelli
greci.

(') Heuzey, op. cit., p. 14, tav. 15, 1.

(3) Venus, appare in Varrone quale indigitatio di Tellus ;
è detta da lui dea degli orti, che ha la procuratio hortorum.
Lingua latina, I, 1, 6; Marquardt, Les cultes chez les Ro-
mains, trad. Brissaud, II, 19. Ter questo rapporto dei concetti
fondamentali può essere avvenuta la confusione coi caratteri di
Demetra-Cerere. Si noti che altri timiaterii sardi hanno spiccati
attributi riferibili a queste divinità, e mancano di quelli caratte-
ristici di Afrodite. Ma i timiaterii con rappresentazione di Ce-
rere sono di epoca imperiale romana, quando i culti, anche
in Sardegna, erano ben distinti.

risponde ad uno dei caratteri dell'Astarte punica,
e corrisponde più direttamente alla semplicità del
culto campestre ed agrario che dovette avere il san-
tuario punico-romano di Lngherras.

Oltre alla grande massa di timiaterii, l'acervo vo-
tivo conteneva anche altri tipi di terrecotte, che me-
ritano breve cenno.

1. Un frammento molto interessante, trovato negli
strati profondi appartiene ad una figurina di di-
vinità femminile; rimangono il tronco con parte
della testa, dalle fattezze ancora arcaiche ; vestita di
tunica succinta stretta al petto da una doppia cinta,
ha le braccia spezzate, in origine tese ai lati del
del busto; a tale posizione accennano i tronconi delle
braccia ed i lembi della tunica ; cosicché noi dob-
biamo pensare a quelle figurine di Demetra, rappre-
sentate colle braccia tese, recauti le faci, date in nu-
mero abbastanza copioso dalle tombe di Cartagine, e
che provengono, almeno come tipo, dalla Sicilia, dove
la divinità aveva largo culto sotto questo aspetto. A
statuette di questo tipo con le braccia pure spezzate,
ma in origine aperte, appartiene un frammento che
comprende la parte superiore del busto, ma che ha
i caratteri analoghi a quelli della necropoli dei liabs,
di Cartagine. Anche un frammento appartenente ad
una testina femminile, sormontata da alto calathos,
che affetta un vago riflesso d'arte arcaica, sembra
appartenere ad una statuetta del tipo a cui appar-
tengono le due precedenti (').

2. Oltre a questi frammenti di statuette di divi-
nità dalle braccia protese, ricordo il frammento del
busto e del tronco di divinità femminile, avvolta in
lungo manto, che annodato al di sotto dei seni,
scende sino ai piedi; il braccio destro appoggiato al
fianco, è visibile sotto al manto.

3. Frammento comprendente il torso di figurina
femminile, col braccio appoggiato sul fianco destro
sotto il manto che avvolge tutta la persona, posa questa
molto diffusa nelle terrecotte delle fabbriche Tana-
gresi ed in quelle della Cirenaica (2).

Le terrecotte di questo tipo non sono molto fre-
quenti in Sardegna.

(') P. Delattre, La necropole des Rabs, Prétres, Prétresses,
de Carthage (Deuxième année, p. 9, fìgg. 16-17).
(») Heuzey, tav. 23, il; tav. 3, 2, 3; tav. 43, s.
 
Annotationen