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325

LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA

326

Nella trincea D tav. I, alla profondità di 1 metro,
trovai questo pezzo di ceramica dipinto con fascie rosse
all'esterno ed all'interno fìg. 10, tav. V. Dentro le linee
s'incontrano ad angolo retto, ed all'esterno, una fascia
larga un centimetro scorre parallela all'orlo. Il fatto che
questo pezzo di buona ceramica gialla fu trovato vi-
cino al terreno vergine, prova che quando i neolitici
occuparono la stazione, decoravano già in rosso la
ceramica od almeno possedevano vasi di argilla color
giallognolo dipinta in rosso. L'argilla è fine, giallo-
gnola da una parte e rossa dall'altra : guardata sotto
il microscopio vedesi che tale differenza di tinta di-
pende dalla cottura, perchè il bianco passa gradata-
mente verso il rosso nello spessore, che è di 3 mm.
Forse era una coppa: nella parte esterna fig. 10 B vi
è una sola linea rossa larga m. 0,01, e le tre linee
dell'altra superficie A sono pure rosse e larghe m. 0,01.
Durante il primo scavo nel fondo Spadavecchia trovai
il frammento fig. 11 di argilla giallognola fine con bu-
gnetta in forma mammillonare perforata trasversal-
mente. Lo spessore ineguale delle pareti mostra che
questa coppa è fatta a mano. Dalla bngnetta scendono in
basso alcune linee rosse alquanto sbiadite; somiglia alla
fig. 107, n. 8, p. 144, del manico descritto dal Mayer
rinvenuto nel medesimo campo, colorato con linee
brune. Le pareti variano di spessore da mm. 5
ad 8; dalla parte inferiore del manico scendono linee
rosse, e nell'interno vedesi una linea scura piegata
ad angolo che accenna ad una decorazione interna
della tazza. La pittura a fascie oblique osservasi an-
che sulla faccia interna del frammento descritto dal
Mayer. Nell'angolo sinistro della figura trovasi un foro
di una rappezzatura precedente.

Della stessa terra fine giallognola trovai un altro
pezzo fig. 12 sottile mm. 4 decorato colla punta di
una foglia d'iride. Il colore rosso vivo è bene conser-
vato, ma non lucente come altri rossi che descriverò,
bensì matto. È notevole la tendenza a fare le foglie
d'iride: tale pianta prevale nelle decorazioni minoiche
insieme allo zafferano. In basso vi è un foro fatto in
antico per ristaurare il vaso, e sembra che il pezzo
appartenesse ad una coppa globosa.

Un altro pezzo fig. 13 con decorazione in rosso
matto, porta una linea fatta con ia stecca. L'inuguale
spessore delle pareti, che varia da mm. 5 a 7, prova
che il vaso è fatto a mano. Anche qui la decorazione

rappresenta una foglia della quale vedesi la parte in-
feriore curva che staccasi dalla linea incisa orizzon-
talmente intorno al vaso. L'argilla è di un color giallo
chiaro molto fine come i pezzi precedenti. Per mo-
strare un particolare nella tecnica della colorazione in
rosso presento un pezzo fig. 14, che trovai nella
trincea E. L'argilla finissima ha un color giallo roseo
e sopra questo vaso globoso fu fatta una fascia di colore
rosso lucente. È probabile che tale lustro siasi ottenuto
per mezzo della stecca.

Fig. 67.

Per brevità non riproduco altri frammenti nei quali
da una linea orizzontale rossa larga come la fascia,
si staccano ad angolo retto ed obliquo linee più pic-
cole dello stesso colore. Trovai altri frammenti con
fascie rosse sbiadite tracciate ad angolo, che per bre-
vità non riproduco. Tale genere decorativo con fascie
rosse è comune nella ceramica neolitica di Matera e si
trova nella grotta della Ziuzulusa di cui do la fotografia
per il raffronto (fig. 67). È una coppa di forma ovoide
di terra giallognola ; una grande fascia di color rosso
mattone scende dall'orlo verso il fondo e si piega ad
angolo acuto. Una fascia uguale fu disegnata sulla fac-
cia opposta; vedonsi numerosi buchi sul bordo dei
frammenti in posizione opposta, che vennero fatti per
rappezzare il vaso dopo rotto. Nel fondo Gallo trovai col
dott. Gervasio il manico di una coppa giallo rosea dipinto
in rosso ed in nero fig. 15. Il manico a nastro largo
 
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