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LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA
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vedesi nella fig. 72 A B, chedànno il taglio alla lama.
Raramente, oltre la faccia piana da una parte, nella
faccia opposta vi sono quattro superficie longitudinali,
una a ciascun lato, e due nel mezzo.
Presso il pavimento della capanna quadrata, tro-
viamo il coltello di selce bigia col codolo rappresentato
dalla fig. 72 E. Stava in mezzo a molti frammenti di selce
ed accanto ad una grossa pietra : dove forse era una
officina di selci ('). È lungo m. 0,14, da un'estremità
all'altra, il codolo solo è lungo m. 0,065 e la lama
alla base dove si stacca il manico, è larga m. 0,035.
Mancano, come ho detto, le armi ritoccate sui
bordi (eccetto una piccola freccia proveniente dal fondo
A B C
B Fig. 73.
Spadaveccbia) ma essa, come vedesi nella fig. 73 B, è
tanto piccola e di un lavoro così informe che non può
darci alcun lume per la cronologia, tanto più che
l'ho trovata nella parte superficiale del terreno.
La mancanza delle freccio in questi scavi, è un
altro dato che viene a confermare che trattasi real-
mente di una stazione neolitica primitiva (2).
(*) Vedi per la bibliografìa della lama a codolo, Patroni,
Bull, paletn. ital., XXXI, 1905, p. 94.
(2) L'aver trovato il Mayer giù nel Puio tre belle treccie
due delle quali hanno il peduncolo e sono lavorate con fini
ritocchi, confermerebbe che la stazione dentro al Fulo nelle ca-
rerne sia meno antica.
L'esame di queste armi insieme a quello della
ceramica ci permette di fare un passo nella determi-
nazione cronologica ed affermare che la necropoli ed
il villaggio circostante di Molfetta appartengono al
primo periodo dell'età neolitica.
§ 2.
Manico di coltello fallo con un femore umano.
Lo trovai col dott. M. Gervasio nel fondo Gallo.
È un femore umano che probabilmente serviva come
Fig. 74.
manico di un coltello (fig. 74). Si riconosce che non
è osso di un animale, perchè la linea di inserzione
dei muscoli, la quale chiamasi linea aspra, non è
doppia, come osservasi negli animali. Questo femore
nella parte superiore venne tagliato netto con una
sega, dall'altra, verso il ginocchio, è rotto; diametro
30 mm. X 25 mm.
Nella parte superiore della figura, nella sezione
dell'osso si vedono i colpi di sega.
Una fessura lo divide per lungo ; questa frattura
probabilmente venne fatta cercando di fissare dentro
al manico una lama di selce, non saprei in quale
altro modo spiegare un'azione meccanica tanto vio-
LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA
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vedesi nella fig. 72 A B, chedànno il taglio alla lama.
Raramente, oltre la faccia piana da una parte, nella
faccia opposta vi sono quattro superficie longitudinali,
una a ciascun lato, e due nel mezzo.
Presso il pavimento della capanna quadrata, tro-
viamo il coltello di selce bigia col codolo rappresentato
dalla fig. 72 E. Stava in mezzo a molti frammenti di selce
ed accanto ad una grossa pietra : dove forse era una
officina di selci ('). È lungo m. 0,14, da un'estremità
all'altra, il codolo solo è lungo m. 0,065 e la lama
alla base dove si stacca il manico, è larga m. 0,035.
Mancano, come ho detto, le armi ritoccate sui
bordi (eccetto una piccola freccia proveniente dal fondo
A B C
B Fig. 73.
Spadaveccbia) ma essa, come vedesi nella fig. 73 B, è
tanto piccola e di un lavoro così informe che non può
darci alcun lume per la cronologia, tanto più che
l'ho trovata nella parte superficiale del terreno.
La mancanza delle freccio in questi scavi, è un
altro dato che viene a confermare che trattasi real-
mente di una stazione neolitica primitiva (2).
(*) Vedi per la bibliografìa della lama a codolo, Patroni,
Bull, paletn. ital., XXXI, 1905, p. 94.
(2) L'aver trovato il Mayer giù nel Puio tre belle treccie
due delle quali hanno il peduncolo e sono lavorate con fini
ritocchi, confermerebbe che la stazione dentro al Fulo nelle ca-
rerne sia meno antica.
L'esame di queste armi insieme a quello della
ceramica ci permette di fare un passo nella determi-
nazione cronologica ed affermare che la necropoli ed
il villaggio circostante di Molfetta appartengono al
primo periodo dell'età neolitica.
§ 2.
Manico di coltello fallo con un femore umano.
Lo trovai col dott. M. Gervasio nel fondo Gallo.
È un femore umano che probabilmente serviva come
Fig. 74.
manico di un coltello (fig. 74). Si riconosce che non
è osso di un animale, perchè la linea di inserzione
dei muscoli, la quale chiamasi linea aspra, non è
doppia, come osservasi negli animali. Questo femore
nella parte superiore venne tagliato netto con una
sega, dall'altra, verso il ginocchio, è rotto; diametro
30 mm. X 25 mm.
Nella parte superiore della figura, nella sezione
dell'osso si vedono i colpi di sega.
Una fessura lo divide per lungo ; questa frattura
probabilmente venne fatta cercando di fissare dentro
al manico una lama di selce, non saprei in quale
altro modo spiegare un'azione meccanica tanto vio-