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351

LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA

352

ciale ora che Enrico Bulle (') ed altri archeologi,
fanno derivare dalle regioni nordiche il tipo di queste
costruzioni, escludendo ogni influenza che possano
aver avuto i modelli di Creta e dei paesi orientali.

Bulle non si contentò di ammettere che le co-
struzioni quadrate siano di origine nordica, ma so-
stenne che il tipo del megaron quale fu trovato in
Troja ed in Creta, provenga dal settentrione e lo si
debba probabilmente ad un popolo che penetrava per
la via dei Balcani verso i paesi meridionali.

Il problema è dunque assai più complesso che
non sembri, e dalla forma delle capanne e delle case
si vogliono fare induzioni sulle correnti primitive
dei popoli che ebbero una influenza decisiva sulla
civiltà mediterranea ; ma le conclusioni del Bulle, e
di altri della stessa scuola, mi sembrano senza fon-
damento. In Creta troviamo già la casa di forma ret-
tangolare nell'età neolitica a Magasà (2), ed anche
l'ossario di Kastri (della medesima epoca) è di forma
rettangolare (3). Una casa quadrata simile a quella
di Magasà venne trovata dal D. L. Pernier a Phae-
stos, essa è fondata sulla roccia sotto il peristilio (74)
del palazzo di Phaestos ed appartiene alle costru-
zioni più antiche dell' isola ; qui fra la ceramica
neolitica si trovarono pure alcuni frammenti colo-
rati. Questi sono fatti che non possiamo trascurare
nello stabilire la forma della casa neolitica : ed il
Mackenzie profondo conoscitore di questo argomento,
il quale nega ogni influenza nordica sulla civiltà
minoica, afferma che la casa quadrangolare aveva una
vasta prevalenza in Creta ( ').

La civiltà neolitica appare dopo questi miei scavi
assai più evoluta che non si credesse : lo studio delle
modificazioni che subiva la forma delle tombe, prima
di culminare nel dolmen di Bisceglie, è assai sugge-
stivo per i suoi raffronti con altre parti d'Italia e

(') H. Bulle. Orchomenos Alti, d. k. Bayeris. Akad. der
ìViss. Mùnchen 1909, XXIV, p. 52.
(«) B. S. A., XI, p. 263.
(3) Ibidem, p. 258.
(«) B. S. A., XIV, p. 363.

coll'estero. Più che tutto fu l'esame della ceramica
neolitica primitiva che mi attrasse, perchè trovai
nelle stazioni di Molfetta e di Matora gli incunaboli
della ceramica neolitica della Sicilia e le origini, cer-
cate fino ad ora invano, della decorazione degli splen-
didi vasi neolitici di Stentinello e Matrensa.

L'invertimento della corrente che proposi per la
civilizzazione, che probabilmente dal promontorio del
Gargano si mosse verso il sud e il nord d'Italia, è un
arduo problema malgrado le prove qui illustrate, il
quale darà luogo a discussioni.

Quanto al metodo che ho seguito nella redazione
del presente scritto, avverto che volendo essere con-
ciso, tralasciai in silenzio molti frammenti di vasi,
cucchiai, oggetti d'osso, armi e strumenti di selce,
e di basalto, conchiglie, ed ossa di animali domestici,
grandi corna di cervo, mandibole di majali, astragali
in grande numero, che in uno studio metodico meri-
tavano una descrizione. Non mi soffermai su tali
oggetti perchè sono cose comuni che vennero già
descritte da altri che fecero scavi analoghi. Penso del
resto che potranno studiarsi da chi ne abbia desi-
derio nella collezione dei miei scavi che ho regalata
intera al Ministero della Istruzione.

Qualcuno invece potrà rimproverarmi che feci
troppo estese escursioni nel campo dei raffronti con
altre regioni; ma io penso che l'archeologià è tanto
più utile, quanto più per mezzo delle sue scoperte
cerca di penetrare nella storia della civiltà: e la ri-
cerca cronologica credo debba essere l'intento su-
premo delle nostre indagini.

La relazione sul villaggio neolitico del quale
diedi la pianta topografica nella tavola II, coi saggi
eseguiti intorno al Palo tav. I, verrà fatta dal dott.
Michele Gervasio, direttore del Museo di Bari che mi
suppliva negli scavi durante la mia assenza ; e sarà
stampata nei Documenti e Monografìe della Com-
missione di Archeologia e Storia patria della Pro-
vincia di Bari.

A. Mosso.
 
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