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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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risce in piano prospettico anteriore a quello del ca-
vallo. Per di più, qui sono già indicati i particolari
del viso, che è imberbe, piegato verso il basso ed è
sormontato da un'ampia chioma espressa come una
semplice massa tratteggiata.

Gli esemplari nn. 33 e 62 (fig. 27) dovevano fra
di loro corrispondere, palesando una esecuzione più
tarda rispetto alle stele suddette.

I piedi del defunto non appariscono più pendenti
inerti, ma veramente pronti a stringere vigorosamente

Fig. 44. — Stele, n. 181, lato A.

il corpo del cavallo. Nel n. 62 si ha proprio un guer-
riero armato di elmo a Xóyog e vibrante con forza
la lancia verso il basso. Dobbiamo pur sempre ve-
dere in questo guerriero la mera allusione al viaggio
agli Inferi? Oppure, come a me pare, esso guerriero
può essere considerato come un excerptum da più vasta
composizione, ove doveva prendere parte attiva ad
una lotta?

Nel n. 17 (fig. 66) il tipo del cavallo e del ca-
valiere è cambiato: è il tipo che ci si presenta su
parecchie delle tarde stele felsinee, nelle scene di com-
battimento ; cioè vediamo contorni tondeggianti e mor-
bidi del cavallo, zampe anteriori inalberate con grande
foga, perfetta correlazione tra le varie parti del corpo

nel cavaliere, che è imberbe, e che qui, pure avvolto
nel mantello, all' infuori della mano destra sul petto,
tiene la destra sull'anca, forse con la lancia.

Che in questo n. 17 si abbia a che fare con l'ul-
timo viaggio del defunto e non con la figura del de-
funto in azione di lotta, è provato dalla singolare
connessione di questo cavaliere col braccio di una gi-
gantesca figura silenica, di cui più innanzi darò cenno
cercando di accentuarne la essenza infernale (cap.
Vili, §. 4).

Nel n. 16 infine si ha la parte anteriore di un
cavallo di tardo tipo con le zampe inalberate, prece-
duto da un essere demònico. Le zampe anteriori sono
assai brevi rispetto alla grandezza del dèmone, ed ar-
rivano solo alla cintura di questi; su distinto fram-
mento sarebbero i resti delle zampe posteriori del
cavallo, il quale pertanto risulterebbe di proporzioni
sbagliate assai.

Talora, come ho detto, in questo schema di rap-
presentazione vi sono delle aggiunte. La stele n. 188
(fig. 45) contiene, oltre alla figura del defunto a ca-
vallo, quella del mostro anguipede, di cui fu cenno
in un precedente capitolo (cap. IV, §. 6), quella di
un piccolo quadrupede (cane), quella di un fanciullo.
Le figure sono distribuite come in due zone ; nella su-
periore v'è quella del cavaliere diretta verso sinistra,
nella inferiore vi sono le altre del cane e del fanciullo
dirette verso destra; anzi il cane, perchè sia bene in-
dicata la connessione con la figura del defunto, ha
le zampe anteriori sollevate.

Qui appare che i vari elementi figurativi avreb-
bero dovuto essere posti l'uno accanto all'altro nello
stesso piano prospettico, e, procedendo da destra
a sinistra, avrebbero dovuto seguire in tal modo : mo-
stro, cavaliere, cane, fanciullo. Ma le esigenze dello
spazio da riempire, esattamente circolare, hanno al-
lungato di soverchio lo smilzo corpo del cavallo, hanno
reso le serpentine spire del mostro troppo lunghe, ac-
comodandole alla linea circolare della cornice, hanno
fatto porre sottostanti al cavallo la figura del cane e
quella del fanciullo, sacrificata sì da assomigliare ad
un pigmeo.

Infatti tutti gli elementi figurativi di questa stele,
all'infuori del mostro anguipede, si ritrovano ben or-
dinati nella zona mediana del lato B della stele di
Dorylaion {Athen. Miti., 1895, tav. IL — Perrot e
 
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