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LE PIETRE FUNERARIE FELSINEE

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pietra elio esse adornano, pietra che deve essere ascritta
ad un tempo, in cui le varie connessioni di schemi
diversi, soliti ad essere riprodotti nelle stele funerarie,
andavano disgregandosi e perdendo il loro valore pri-
mitivo in schematizzazione formale sempre più accen-
tuata.

CAPITOLO XI.
Le iscrizioni sulle stele felsinee.

Undici sono in tutto le stele le quali esibiscono
incise, ed in un sol caso rilevate (n. 10), delle lettere;
ma dobbiamo immaginarci che su molte altre stele
fossero in origine, specialmente sui nudi listelli divi-
sori, delle iscrizioni, ora non più visibili perchè trac-
ciate col pennello (').

Il contenuto di queste iscrizioni è, naturalmente,
quasi sempre funerario.

Ben otto volte le lettere sono riportate nei listelli
divisori (nn. 10, 12, 15, 25, 42, 47, 106, 161); ma, in
alcuni di questi numeri, sono avanzi di scrittura anche
nel campo figurato: così nel n. 25, nel n. 42 e nel
n. 161. In questi ultimi casi credo che siamo tutt'altro
che obbligati a vedere in queste lettere i resti di iscri-
zioni funerarie; ma piuttosto sono incline a riconoscervi
i residui di frasi o di nomi allusivi alla scena rappre-
sentata, il quale metodo ha la sua più stretta corri-
spondenza nell'arte greca, specialmente nei vasi di-
pinti, ma anche nel rilievo. Ed infatti, di fronte a
queste lettere semplicemente ed irregolarmente incise
accanto a figure, viene alla memoria, per esempio, il
rilievo di Samotracia con Agamennone, Epeo, Taltibio
(Brunn-Bruckmann, Denkmàler, tav. 231 a ; Perrot e
Chipiez, Vili, fìg. 152). Questo significato non so se
si possa attribuire al miserando resto d'iscrizione in-
cisa, accanto ad una kline, sul n. 19. Invece la iscri-
zione nella tarda stele n. 105. esibita nel campo figu-
rato, è di contenuto funerario.

E contenuto funerario dobbiamo ascrivere alla più
lunga epigrafe a noi nota, ma assai mutila, che gi-

('} 'l'ale ipotesi fu dapprima espressa dall'Hirsclifeld (Ar-
chàol. Zeitung, 1872, pag. 8).

rava attorno nella cornice racchiudente le figure rile-
vate nel n. 137.

Ecco le iscrizioni e le lettere tuttora visibili
A) n. 10, iscrizione rilevata sul secondo listello
del lato A, proprio sotto la quadriga del defunto :

.....Mfìvixm .. WOOV.....

Ricostruisco: {Mi s)u&i Velu(é K)aiknaé .. .

Le lettere sono piuttosto regolari, egualmente spa-
zieggiate, e palesano, nella loro angolosità, carattere
piuttosto arcaico.

{Mi su)-9i è forma ovvia nelle iscrizioni funerarie,
cioè: questo sepolcro è (sott.). . .

Molto frequente è il prenome Vele, qui al genitivo,
e che appare pure in D (2).

Degno di nota in questa iscrizione ed in D è il
gentilizio Kaikna; esso corrisponde del tutto, come
ha già osservato lo Schulze (3), al non raro gentilizio
Keiìina che passò nel latino Caecina. È un nome che,
come si sa, è caratteristico del territorio di Volterra.
A Volterra infatti appartengono l'affollato sepolcro dei
Ceicna scoperto nel 1739 {C. LE., I, pag. 12, nn. 18-35),
ed altri {C. L E., I, pag. 14, nn. 36-42) (4). Ma si ag-
giungano due iscrizioni orvietane (G. 1. L.s li, n. 5001
e u. 5071). Dal Chiusino poi provengono due lastre
di arenaria col nome di Ceicaei (C. I. E., I, nn. 1093
e 1094) e la tegola {C. 1. E., I, n. 1975). A Perugia
appartiene un ipogeo della medesima gente {€. 1. E.,
I, nn. 3903-3905).

Un ramo adunque di questa nobilissima gente si
sarebbe trasportato a Felsina, ed ivi uno dei suoi
membri, Vele Cecina, nella seconda metà del secolo V,
come io credo, sarebbe assurto ad alta dignità civile.
Deduco tale ipotesi dalla enorme pietra istoriata che
sormontava il suo sepolcro e dal carattere di grande

(') Per le ricostruzioni e per la ermeneutica di queste epi-
grafi ini sono giovato dei chiarissimi riassunti di ciò che si
può conoscere dell'etrusco, presso Skutscli, Ei.rushische Sprache
(l'auly-Wissowa, Real Fncyclopàdia, VI, pp. 770-806) e presso
A. Trombetti, Sulla parentela della lingua etrusca (Memorie
deWAccad. delle Scienze in Bologna, II, 1909, pp. 5-59).

(3) Miiller-Deecke, I, pp. 451 e sgg.

(s) Zur GesrMchte lateinischerEige?inamen(Abhandlungen
der. k. Gesell. d. IViss. zu Gottingen, 1904), p. 75.

(*) Si vedano anche i nn. 64, 152, 154, 157 del C. I. E.
Si cfr. Denuis, II, pp. 152 e sg., pp. 185 e sg.; Miiller-Deecke,
I, pp. 486 e sg.
 
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