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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Orsi, Paolo: Di una anonima città siculo-greca: a Monte S. Mauro presso Caltagirone
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0408
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775

di una anonima città siculo-greca ecc.

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La cremazione figura dunque a San Mauro col
60% circa, ed è la più alta percentuale che mai
siasi riconosciuta nelle necropoli siciliote; infatti Gela
arcaica ci dà il rapporto di 1:6, Cainarina il 14 °/0,
Siracusa arcaica il 7 % ; Megara il 25 % ; solo in
Thera è quasi esclusiva la cremazione. Di tale schiac-
ciante prevalenza io vedo la causa non in particolari
speculazioni religiose, e nemmeno in condizioni ecce-
zionali di agiatezza, ma nella circostanza di sopra
enunziata, cioè nell'abbondanza di legna da fuoco pro-
dotta dai Monti Herei. Ed ancora; poiché i Siculi
non hanno mai cremato i loro morti, almeno fino al
sec. IV, nel quale accettarono completamente la ci-
viltà greca, abbiamo qui la prova decisiva che la
necropoli Barravecchia appartiene interamente ed
esclusivamente ad elemento greco.

La suppellettile funebre, per quanto scarsa e po-
vera, pure ci suggerisce qualche utile ammaestra-
mento. I dolii dei bambini sono della specifica forma
gelese, mancante a Siracusa ed a Megara. Gli orec-
cliinetti lunati in bronzo sono di preferenza gelesi,
di fattura ionica invece quelli in oro. Nulla invece
desumiamo dall'esame dei vasi, se non nei rispetti
della cronologia; poca ceramica corinzia ed attica
a f. n. ; nemmeno un frammento a f. r. La necropoli
trae origine sullo scorcio del sec. VII, dura tutto
il VI, si spegne ai primi del V. La presenza di vasi
siculi tardi uel sep. 20 si spiega forse colla naziona-
lità del morto, essendo meno probabile che i Greci
abbiano adottato ceramiche indigene. Nel complesso
non sfugge l'efficienza del centro anche industriale di
Gela (ceramiche grezze), efficienza corroborata da ra-
gioni storiche e topografiche. Ma data la posizione
centrale di S. Mauro, una corrente commerciale, in-
dice di tentativi di espansione politica, risaliva anche
dai centri calcidesi di Catana e di Leontinoi.

B) Tempietto arcaico con terrecotte dipinte.

Santuari e necropoli sono nella maggior parte delle
città sieeliote gli unici avanzi superstiti della civiltà
greca, nei quali decisamente si afferma lo spirito e
l'arte di quel popolo meraviglioso. Colla scorta di questi
dati monumentali è impossibile confondere la gente
che fondò od occupò una città, con altre o preesistenti

o più tardi sopraggiunte. S. Mauro possiede fortunata-
mente questi due gruppi di elementi, che costituiscono
la prova migliore della sovrapposizione dei Greci
all'elemento siculo primitivo.

Quando nel giugno 1903 iniziai le mie ricerche
sistematiche in questa contrada, dedicai, assieme alla
mia gente, parecchie giornate ad un esame minu-
zioso del soprassuolo. Fu allora che nella parte occi-
dentale della collinetta nn. I-II, la quale forma un
angusto pianetto di poco oltre m. 100 X 50, notai
sparsa sul terreno gran quantità di tegolami fram-
mentati con tracce di colori ; e poi, a mia grande
sorpresa, vidi che altri ancora, ed in maggior copia

Fio. 41.

erano messi in opera, anzi formavano un muricciolo
di confine. Il suolo da non molto bonificato mostrava
ancora nella terra, cinerea tracce di un grande incendio,
ed era cosparso di frammentini di tegole, di coppi
nerastri, di pithoi e pinakes (piatti) arcaici ma lisci ;
e vi segnalai anche qualche macina testudinata in ba-
salto. Raccolsi persino un pajo di paterette minuscole
in bronzo, mesomfale, e di un tipo ben noto (fig. 41).
Fu solo nell'anno seguente 1904 che ottenni dal cor-
tese proprietario del fondicello, signor Giuseppe Scar-
dino di Caltagirone, la facoltà di compiere due ope-
razioni ritenute indispensabili a chiarire i dubbi che
in me sorgevano. Anzitutto quella di smontare per
parecchi metri il muro di cinta, in buona parte co-
struito colle terrecotte : e poi l'altra di esplorare una
ventina di metri quadrati di terreno vergine, rimasti
intatti nel precedente impianto della vigna, che oc-
casionò la distruzione del deposito. A colmo di cortesia
volle il proprietario, che ogni cosa rinvenuta fosse
regalata al Museo, ed è perciò doveroso che io qui
 
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