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LA NECROPOLI SICDLA DI M. DESSUER1

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di un fortissimo nucleo di gente, che dalla cresta si
era distesa per tutte le sue pendici. A mezzogiorno
lo sguardo tira da Falconara ai monti di Ragusa;
ad oriente si scorge netta la parto superiore di Cal-
tagirone colle chiese ed i campanili profilati sull'oriz-
zonte, la Montagna, monte S. Mauro; insomma tutti i
gruppi siculi fiu qui noti, con altre creste presumi-
bilmente occupate dai primitivi, ed emergenti dal
mare agitato di alti colli succedentisi ed accavalcali-
tisi. 11 Dessueri, come il Canalotto, sono formazioni
di calcari tenerissimi, fragili, induriti solo alla crosta,
quasi cotta dalle pioggie ed arsure secolari; calcari
bianchi sorretti da filoni di marne e di crete, facili
ai frammenti, ai quali è in parte dovuta la forma
piramidale del monte. Gli è perciò che nelle ampie
scarpate e nei lunghi pendii vedi ovunque massi gi-
ganteschi travolti dall'alto, in mezzo al minor gregge
dei pezzi più piccoli ; ed in questi massi grandi e
minori osservi sepolcri dritti o capovolti, quando in-
teri, quando squarciati e sezionati. Strano e bizzarro
spettacolo, che rammenta il travolgere di genti e ci-
viltà aggrappate un tempo a quelle ispide creste,
delle quali solo una parte resistè immota cogli incan-
cellabili ricordi in esse impressi dai Siculi. Ma più
delle mie parole, a scolpire il carattere di questo
panorama geologico e protostorico hanno efficacia gli
schizzi e le fotografie riprodotti alle tavole XIII
a XVI. Soltanto soggiungo, che la maggior fre-
quenza di sepolcri attorno al Dessueri si osserva
lungo i due versanti di levante e mezzogiorno; quasi
nulla vi è a settentrione e ponente. Un calcolo, anche
approssimativo, del numero dei sepolcri, torna parec-
chio malagevole, ma ove si comprenda nel sistema
del Dessueri anche il lungo e sottile sprone della
Fastuccheria. interrotto dalla via provinciale, calco-
lerei in un migliaio e mezzo i sepolcri sulla destra
del fiume.

Mancando qui le grandiose roccie verticali di Pan-
talica, i gruppi sono meno appariscenti e meno densi
di fenestre ; e quasi tutte le grotticelle poterono senza
sforzo esser raggiunte da pastori o da radi villici,
che di rado le frugarono per curiosità. Forse invece
le più antiche e vaste violazioni datano dagli Arabi,
che imposero il nome al fiume ed al monte princi-
pale; essi cercarono il metallo, ma neglessero le inu-
tili ceramiche.

Gruppi meridionali (1902). Sep. 1. Cella irrego-
larmente ellittica (m. 1,50 X 1,40) senza sbarramento,
con quattro scheletri dalle gambe piegate, e pochi
frammenti di una olletta cuoriforme.

Sepp. 2-4. Simili al precedente, ma rimaneggiati
e con tracce di un solo morto in ognuno.

Sep. 5. Idem con molta terra, due scheletri ri-
maneggiati ed uu solo frammento di boccale cuori-
forme ansato con striature verticali, del noto tipo di
l'antalica (simile a fig. D. 59).

Sep. 6. Piccolissima cellula ellittica (ni. 1.20 X
0,97 X 0,55 alt.), racchiudente tre scheletri non toc-
chi, cogli arti piegati; i crani erano alla periferia,
le gambe verso il centro. E presso i crani si raccol-
sero due vasi: una pignatta ad alta ansa acuminata
(fig. D. 66) ed una tazza semiovolare biansata, simile
allo skyphos greco; in fine due frammenti di uno spil-
letto in bronzo, senza testa.

Sep. 7. Grotta ellittica scoperchiata ; sotto abbon-
dante terra apparvero due scheletri non tocchi ed
alquanto ripiegati, ma nessun resto fittile ed un solo
frammentino informe di bronzo.

Sep. 8. Simile con poche tracce di ossa e nulla
altro.

Sep. 9. Grande cella circolare (m. 2,06 X 2,07 X
1,15 alt.) contenente un unico scheletro disteso (sic).
senza accompagnamento qualsiasi di vasi o bronzi.

Sep. 10. Simile, cogli avanzi di due, al più di tre
scheletri, rimaneggiati, ma senza traccia veruna di
oggetti.

Sep. 11. Piccola cella ellittica, con non più di un
paio di scheletri rimaneggiati. A sinistra dell'ingresso
si raccolsero due vasi in pezzi, e precisamente: una
hydria cuoriforme a stralucido rosso con tre ansette
verticali, alt. cm. 26 circa, ed un boccaletto cuori-
forme ansato, alt. cm. 10, a stralucido marrone, am-
bedue nel consueto tipo di Pantalica e, più special-
mente, di Caltagirone-Montagna.

Sep 12. Forma e grandezza normali, con avanzi
sconvolti di forse 4 scheletri e frantumi di vasi non
determinabili.

Sep. 13. Cella di m. 2,10 X 2,00 colla vòlta squar-
ciata. Mi parvero non tocchi 5 scheletri cogli arti
piegati, di cui uno al centro e 4 alla periferia. Presso
uno dei crani fu raccolta una olletta cuoriforme trian-
sata, alt. cm. 15 circa, come quella data a tig. D. 41.
 
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