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Erano sparsi per il suolo : i rottami di un corno fit-
tile, un gambo tubiforme mezzano di bacino, ed uno
scodellino a calotta, basso ed aperto (diam. cm. 8),
estremamente grossolano.

Sep. 14. Forma e dimensioni ordinarie; la bocca
era ancora chiusa da una mezza maceria di pezzi, di
tanto abbattuta, da offrire passaggio ad un ragazzo.
Conteneva tre scheletri ad arti piegati, dei quali uno
di adulto e due di fanciulli. Vasi e bronzi dovettero
essere tutti involati. Soltanto presso l'ingresso vi
erano alcuni pezzi di un bacinetto a piede, di forma
alquanto nuova, che vedesi ricostruito in disegno alla
flg. XXIII seguente.

Sep. 15. Di forma alquanto anomala, come emerge
dalla piantina annessa (fig. XXIV). La bocca era chiusa
da una maceria, per cui lo si deve ritenere inviolato.

l'io. XXIII. Fig. XXV.

Esso conteneva due scheletri ad arti piegati, uno dei
quali dentro la nicchia, l'altro nel centro della came-
retta. A sinistra dell'ingresso si raccolsero due vasi
intatti : un boccale cuoriforme ansato a stralucido rosso,
alt. cm. 20, tipo Pantalica, ed una olletta biansata,
aìt cm. 10 (tipo fig. D. 41). Sul petto dello sche-
letro della cella una fibula in bronzo guasta, di tipo
trapezio (fig. D. 26), molto simile a quella ad arco
di violino, quindi assai primitiva, e precedente il tipo
della serpeggiante a gomito (').

Sep. 16. La porticina di ingresso, incorniciata, era
chiusa da una maceria, che mi parve non tocca. Nel-
l'interno, tre scheletri con rottami di un boccale grande

(') Questa forma rara ed anomala panni dovuta, più clic
altro, a capriccio di artefice; essa segna il passaggio da quella
ad arco di violino alla serpeggiante a gomito. Parecchi esem-
plari del genere ha dato la necropoli di Molino di Badia {Bull.
Paletn. hai, 1905, p. 105-108).

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e di uno piccolo. Davanti alla maceria, nel protiro, vi
erano pezzi di un grande ziro o dolio.

Sep. 17. Forma e dimensioni normali, con quattro
scheletri, pochi cocci indeterminabili ed una fibula ad
arco depresso con due costolature, simile a fig. P. 19.

Una estesa ricognizione fatta con squadriglie di
operai e soldati sui declivii SO del monte, mi ha
confermato la estrema scarsezza di grotticelle fu-
nebri in questo quadrante. 1 seguenti sepolcri ven-
nero esplorati dalla missione Carta nel maggio 1903,
e sono sempre sul versante meridionale e orientale.

Fio. XXIV.

CuuliiLiiuno gruppi di Sud-Est (1903). Sep. IH.
Cella circolare squarciata sul davanti (diam. m. 1,40)
e contenente due scheletrì. Presso uno dei crani il bic-
chiere svasato, fig. XXV, alt. cm. 10; è di impasto ordi-
nario, ma forse in origine tirato a stralucido rosso e, in
ogni caso, la forma ne è veramente nuova ed inusitata.

Sep. 19. Cella minore della precedente, con tre
nudi scheletri.

Sep. 20. Simile (asse m. 1,47 X 0,76 alt.); gli
scheletri erano tre, coi crani appoggiati alla parete di
sfondo. Quello di sinistra aveva alla testa un bocca-
letto cuoriforme a strie verticali, alt. cm. 10 (come
fig. D. 59), ma a bocca trilobata ; una fibula ad arco
semplice quadro (fig. D. 29) ed una punta di coltel-
luccio in bronzo.

Sep. 21. Ampia cella elittica (m. 2,27 X1,65 XO,95
alt.), con avanzi sconvolti di parecchi scheletri, e fram-
menti di un piattello grezzo a margini molto rialzati.

LA NECROPOLI SICULA DI M. DKSSUERI
 
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