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303

LA NECROPOLI SICULA DI M. DESSUERI

.394

secolo prima die i Rodio-Cretesi ponessero stabile
piede sulla collina di Gela. Dobbiamo pertanto sup-
porre che una grande guerra intestina o cause d'in-
dole economica abbiano determinato la disgregazione
di questo grande abitato, le cui famiglie andarono
frazionate e disperse in altre sedi minori.

B) Tectonica e tipi dei sepolcri. Se come vastità
la necropoli di Dessneri viene terza fra quelle note
di Sicilia, essa resta molto addietro a tutte quelle
tipiche contemporanee quanto a grandiosità e bellezza
delle opere di escavazione. Invano si cercano siili' una
e l'altra sponda del fiume le grandiose &0X01 a loculi
di Thapsos, e quelle della Montagna di Caltagirone,
o le spaziose camere multiple ed i profondi corridoi
di Pantalica. Qui, appena quattro sono le cello doppie,
ed unico il caso di un loculo (Dess. 15). Tutto è
semplice così nelle forme come nelle dimensioni, per
modo da non distinguere quasi questa necropoli da
una del precedente periodo. La ragione di questa in-
feriorità tectonica dipende da cause diverse: vale sino
ad un certo punto la meno buona qualità delle roccie,
perchè anche i calcari di Caltagirone Montagna non
sembrano migliori di quelli di Dessneri; eppure lassù
si aprirono delle tombe a cupola, soventi magnifiche.
Se è vero che la evoluzione della tombicella a forno
in quella propriamente ■SoXosiSrjg è dovuta agli influssi
transmarini, io trovo che la parte orientale dell'isola,
e precisamente il centro della costa ionica, ci ha dato
le più sontuose escavazioni tombali di tutta l'isola
(aggiungere alle precedenti necropoli Plemmirio, Cozzo
Pantano e Molinello presso Augusta), perchè su di
esso sboccavano direttamente le correnti egee, che non
solo introducevano merci ma anche idee artistiche e
processi tecnici per l'architettura funebre; del che
Thapsos offre le prove più salienti. Dalle coste si ri-
saliva per l'Anapo a Pantalica e, per il fiume dei Margi,
alle creste degli Herei. La costa meridionale invece,
essendo stata assai più debolmente esposta (sino a
prova contraria) all'azione di tali influssi, perchè più
pericolosa, non ha sentito alcun effetto nell'architet-
tura funebre, la quale perciò subisce quella tenue evo-
luzione dovuta ai soli fattori locali. Aggiungasi a tutto
ciò una certa povertà, che sembra trapelare dai cor-
redi di Dessneri. Artisticamente ed industrialmente
Dessneri e Pantalica restano al di sotto delle necro-
poli costiere: ma, pur avendo questa infinite affinità

con quella nelle ceramiche e nei piccoli bronzi, tra-
disce una migliore condizione economica.

C) Il rito funebre. Dall'esame delle forme e delle
strutture sepolcrali è logico passare a quello del rito.
Peculiari rivelazioni a questo proposito non ci reca
Dessneri. I cadaveri non sono deposti a masse per
ogni cella, ma in numero piuttosto limitato. Sopra
n. 193 sepolcri esplorati, solo in 147 si è esattamente
constatato il numero dei morti, raccogliendo i dati
seguenti :

Deposizioni a 1 n. 34 con morti n. 34
n » 2 » 55 » »110

» 3 » 34 » » 102
» » 4 » 13 » » 52

» » 5 » 7 » » 35

» » 6 » 2 » «12

n » 7 » 1 » "7

» 12 » 1 » "12

Come si vede, siamo ben lontani dalle deposi-
zioni a diecine e diecine della prima civiltà sicula.
Allora un sepolcro, per quanto angusto, durava da una
sino a parecchie generazioni, quanto dire da un terzo
di secolo sino ad un secolo e mezzo, sovrapponendo
morti a morti, fino a totale esaurimento dello spazio
disponibile. A spiegare questo conservativismo inter-
vengono ragioni di rito; ma, almeno nel primo pe-
riodo, non sono estranee anche ragioni tecniche, cioè
la difficoltà di scavare col sussidio di sole ascie ba-
saltiche le cellette funebri. Tenuto pertanto presente
che le necropoli del primo periodo sono, quanto a nu-
mero di sepolcri, assai inferiori a quelle del secondo,
ma superiori ad esse quanto a contenenza delle sin-
gole camere, ne consegue che la densità di popola-
zione indicata dalle une e dalle altre è nei due periodi
assai più uniforme che a tutta prima non sembri.
Così, se 147 sepolcri di Dessueri ci hanno dato la
cifra esatta di 364 morti (ai quali vanno aggiunti i
bambini e di fanciulli (le cui tracce scompaiono), con
un calcolo latamente approssimativo, non dovremo
assegnare ai circa 1500 sepolcri dell'intera necropoli
più di 5000 morti « ad abundandum ». Tenuto conto
della durata di essa, e della mortalità media annuale,
e di altre circostanze, arriviamo alla inattesa conclu-
sione, che, se vastissima era la necropoli, i corrispon-
denti gruppi di abitazione avevano invece una popo-
lazione piuttosto modesta.
 
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