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399

LA NECROPOLI SICULA DI M. DESSDERI

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pomate o spezierie. Unico il coperchio a mammella
fig. D. 64, che è invece ovvio a Caltagirone M. In
complesso la ceramica di Dessueri, considerata così
nella sua tecnica come nella morfologia, è una rifles-
sione fedele di quella di Caltagirone M. e di Pantalica,
tanto che i tre gruppi facilmente si confonderebbero,
se non fosse che a Pantalica molte forme assumono
proporzioni maggiori talvolta anzi colossali. Per quanto
attento sia stato da parte mia l'esame di tutti i cocci,
e per quanto grande il desiderio di rinvenirne, non
uno me ne apparve, da dover assegnal e alla industria
egeo-micenea.

E) I Bromi. — L'esame di codesti prodotti del-
l' industria metallica si connette a parecchie gravi
questioni, che così possono riassumersi: luogo di fab-
bricazione e commerci esterni ed interni ; tipologia e
cronologia dei bronzi. Se ìd via di massima si ritiene
che la prima fase della seconda civiltà sieula corri-
sponda all'età del bronzo ('), in certo modo sincrona
a quella dell' Italia superiore, essa è stata però pre-
ceduta anche in Sicilia da una età del rame, di cui
per ora i migliori documenti ci vengono forniti dalle
tombe di Monteracello (2) e da una quantità di pezzi
sporadici (3). L'arduo problema della prima introdu-
zione in Sicilia di armi e stromenti in rame ed in
bronzo nell' isola, è stato da me posto e discusso tre
lustri addietro a proposito di Monteracello, ed allora
io rimasi perplesso fra l'Hiberia e l'Oriente (Cipro?),
ma pur proclive a dare la preferenza a quella, per le
sue ricchezze minerarie assai per tempo sfruttate. Ma
oggi i nuovi orizzonti aperti dalle scoperte, dalle com-
parazioni e fìnanco dalle analisi chimiche, mettono
in prima vista Creta come centro di produzione e di
diffusione dei primi oggetti metallici, che furono armi
e stromenti, prima che ornamenti (4). Ma oltre che a

(') Il più completo lavoro di sintesi con abbondantissime
comparazioni è il denso e voluminoso studio del Colini: La
civiltà del bronzo in Italia II. Sicilia (Estr dal Bull. Pai. lt.,
a. XXX e XXXI). Si aggiuga il Peet, The stone and bronze
ages in Italy and Sicily (Oxford, 1909), pagg. 432 e segg.

(2) Orsi, in Bull. Pai. hai, 1898, pagg. 191 e segg.

(') Mosso, Le più antiche armi di rame e di bronzo
(Roma 1908), pagg. 51-57.

(*) Il Mosso, Le armi ecc., pp. 57-59; Le origini della
civiltà mediterranea, pp. 239 e segg. ha forse esagerato in
molti particolari i rapporti fra le due isoli', ma ha il grande
merito di avere studiato a luugn sul luogo le prime età dei
metalli delle due regioni, per cui ritengo accettabili le sue

Creta, conviene pensare ad altri centri di produzione
del rame, come Cipro e la penisola sinaitica, e, in
genere, ai paesi che possiedono miniere del prezioso
metallo.

La Sicilia, priva di filoni metallici, dovette neces-
sariamente essere tributaria all'estero in fatto di rame,
bronzo e ferro; di una industria indigena nell'età del
rame e nella più remota del bronzo ci mancano prove
precise.

Fino a questo momento l'unica prova dell'indu-
stria del bronzo esercitata in paese ci viene fornita
dalle forme da fondere di Cannatello e dell'Anactoron
di Pantalica ('), le uniche a me note dell'isola, e che
voglio concedere risalgano alla piena età del bronzo
sicula. Le masse poi di bronzi amorfi, quanto dire
resti e scolature di fusione (aes rude in senso gene-
rico, non numismatico), e le formelle o focaccette,
che sporadiche od associate a ripostigli di bronzi la-
vorati, sieno essi nuovi o messi fuori uso, sono ap-
parsi in più punti della Sicilia, indicano il nascere,
il prosperare ed il sempre maggiore diffondersi di tale
industria. Ma ancora troppo ristretta è la nostra cono-
scenza sui ripostigli di bronzi siciliani, andati quasi
sempre frazionati, dispersi e scomparsi in fonderia.
Quelli che conosciamo sono di età relativamente molto
progredita, come ad esempio quello del Mendolito di
Adernò.

In ogni modo, questo possiamo ammettere anche
per la Sicilia, che è paese assolutamente privo di
metalli : ad una prima fase di importazione di oggetti
in rame ed in bronzo già confezionati, un'altra ne
segue nella quale si importava il metallo grezzo
in pani e forse anche le prime forme; così si inco-
minciò ad elaborare in paese questa materia prima,
anzitutto per opera di fonditori stranieri, i quali, come
è naturale, finirono per apprendere anche agli indi-
geni l'arte loro. Al finire dell' eneolitico ed ai pri-
mordi dell'età del bronzo l'isola è ancora tributaria
dell'estero, ma poi essa produce nelle proprie officine
quanto prima le veniva da fuori, foggiando anche

idee fondamentali. Il Dissaud (Les civilisations préhelléniquet
dans le bassin de la mer Egée,^. 137) è di avviso che Creta
non fu la istigatrice della civiltà del rame, ina che ha subito
l'impulso vomito dall'Egeo.

(') Mosso, Villaggi preistorici di Caldare e Cannatello
presso Girgenti, col. 101; Orsi, Pantalica e Cassibile, col. 50.
 
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