Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
401

LA NECROPOLI SIOULA DI M. DESSUER1

402

nuove forme, secondo il gusto e le esigenze della
popolazione indigena. Delineato così, secondo i più
prudenti principi, il sorgere dell'industria del bronzo
in Sicilia, esaminiamo il materiale, che ci viene for-
nito dalla necropoli di M. Dessueri, esame di molto
agevolato dai precedenti studi miei sulle numerose
necropoli e sugli scarsi ripostigli sincroni o di poco
posteriori a Dessueri.

E perchè ognuno degli studiosi possa poi agevol-
mente fare quegli svariati apprezzamenti a cui porgono
argomento l'età ed il contenuto delle singole necropoli,
ho ritenuto conveniente raccogliere in un quadro com-
parativo le forme e le rispettive quantità degli og-
getti enei rinvenuti a Dessueri o nelle altre necropoli
ad essa precedenti e susseguenti.

Non è sempre facile distinguere negli oggetti da
taglio, quali fossero le vere armi da guerra e da caccia,
quali i semplici stronfienti di uso domestico cioè i
coltelli. Col nome di daghe e 'pugnali io designo
quelle lame, che abbiano una lunghezza superiore ai
20 cm., non già perchè essa sia il termine netto di
distinzione, ma per un certo convenz;onalismo pratico.
Queste lame lunghe sono poche di numero, cioè in
tutto sei, e darei di preferenza il nome di daghe ai
due esemplari Pai. 48 e 44, lungh. cm. 24 e 37, non solo
per la loro lunghezza ma altresì per la robustezza
della lama, che (nella sezione) è a spessa losanga.
Io ritengo di importazione egea codeste due daghe,
alla stregua degli esemplari consimili di Cozzo Pan-
tano, Matrensa-Milocca, Plemmirio e Thapsos, dove
apparvero associati a vasi o ad altri articoli micenei ;
o di altri luoghi continentali ed insulari della Grecia
micenea, che è inutile di enumerare, data la frequenza
delle scoperte degli ultimi lustri. Gli altri pugnaletti
a lama piatta dati alle tìgg. D. 3 a 5 presentano ca-
ratteri di alta antichità, sì da corrispondere alle forme
della pura età del bronzo della valle padana. Ma
poiché forme non dissimili si ebbero anche nella Grecia,
sorge di qui la difficoltà, cui sopra ho accennato, nel
pronunciare un giudizio, se si tratti di industria eso-
tica od indigena ('). Ove poi si guardi bene al con-

(') Per i raffronti sui tipi delle spade, daghe e coltelli,
rimando ai miei precedenti scritti ed a quelli, citati, di Mosso
e Colini, nei quali tutti si troverà raccolta una amplissima
letteratura. In particolare cfr. Bull. Paletn. Iteti., an. XVII,

tenuto del quadro statistico, si scorgerà che le necro-
poli costiere che hanno dato le spade e le daghe
micenee mancano dei coltelli; e che in esse anche la
fibula è una eccezione; mentre i coltelli abbondano
nell' interno. Ne consegue che essendo la spada e la
daga micenea un oggetto costoso e di lusso, riservato
ai soli capi, essa rimase per lungo tempo monopolio
dell'importazione, e solo più tardo i bronzieri indi-
geni appresero a fondere e ad imitare anche codeste
grandi lame. Ed ancora; se noi dovessimo giunicare
dal solo contenuto dei sepolcri, dovremmo dire che i
Siculi di Dessueri erano quasi inermi, quindi pacifici
ed incapaci di offesa. In realtà, però, non è così.

A parte la rarità delle vere spade nei sepolcri
montani, la piccola accetta ad occhio del sep. Fast. 50,
divenuta certamente amuleto, e che ha, come tale, i
suoi riscontri a Cassibile, Plemmirio, Molino Badiaecc,
dimostra che ossi erano in possesso di questa formi-
dabile arma di tipo assolutamente meridionale, che
trae forse origine dall' Egeo, di cui non mi è mai
accaduto rinvenire esemplari nei sepolcri, ma solo
sporadici o nei ripostigli. Codeste ascie venivano, al
paro delle spade, risparmiate, o, al più, deposte nelle
tombe in esemplari simbolici.

Dei coltelli a forma lanceolata od a foglia di olivo
Dessueri ci ha fornito 11 esemplari; sieuo essi a codolo
od a base convessa, presentano carattere di molto
arcaismo, sebbene questo tipo sia durato attraverso
tutta l'età del bronzo, sino ai primordii della 1» età
del ferro. I cinque coltellacci col manico fuso assieme
alla lama rappresenta un progresso industriale e forse
un primo tentativo in confronto di quelli a manico
ligneo od osseo, ai quali però sono contemporanei.
Vanno infine aggiuuti sei coltelli a lama convesso-
concava od a fiamma, ragionevolmente giudicati re-
cenziori di quelli a lama diritta; il che però non
esclude il promiscuo e contemporaneo uso dei più re-
centi della prima categoria cogli antiquiori della
seconda, come emerge dal contenuto dei sepp. Pai. 44,
Fast. 31 I coltelli a fiamma nel Mezzogiorno ed

(') Fin qui ne ha dato il maggior numero la necropoli di
Molino di Badia presso Grammichele, da me illustrata in Bull.
Paletn. Ital, XXXI, pp. 96 e sgg., e che appartiene alla fine
dell'età del bronzo ed alla prima età del ferro.
pau'C. 1:52-134 (lame del Plemmirio); a. XXIX, p. 35 (lame di
Matrensa-Milocca).
 
Annotationen