Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
479

IL SEPOLCRETO VISENTINO DELLE « BUCACCE "

480

di triangoli detti denti di lupo e una zona mediana
di simboliche ocarelie, schematizzate ancora più del
solito per la difficoltà d'intagliarle sul duro metallo.
Tale schema è identico sulle due facce del disco len-
ticolare, il cui foro nel mezzo non mi pare che possa
lasciare dubbi sulla sua destinazione originaria.

Le incrostazioni poi, presumibilmente d'ambra,
che riempivano gli interstizi ora vuoti, accrescevano
la ricchezza di questo ornamento, che è certo uno dei
lavori più tini della toreutica primitiva etnisca.

Ma se riesce possibile di determinare l'uso di tale
insigne rotella, è invece difficile V identificazione esatta
di quella specie di collare da cavallo uscito dalla
tomba 10, n. 15 (cfr. fig. 48).

Anch'esso è un cospicuo prodotto di un'arte assai
progredita, sia tecnicamente e sia dal punto di vista
decorativo : ammettendo, come fu accennato sopra, che
potesse far parte di una bardatura da cavallo, esplicava
una duplice funzione, di resistenza e di ornamento.
Non avendo dati abbastanza sicuri per trattare della
prima in relazione all'uso preciso dell'oggetto in que-
stione, ritengo più conveniente di analizzare più da
vicino gli elementi decorativi che vi furono larga-
mente distribuiti.

Essi si riducono a due distinte categorie, ed ap-
partengono al repertorio ben conosciuto degli artisti
etruschi di questo periodo. Si tratta delle solite oca-
relle di origine astrale, non di tipo geometrico, ma
espresse mediante la fusione in un aspetto sommaria-
mente zoomorfo, e di figurine umane nude di sesso in-
determinato, anche esse molto rudimentali. Le prime
desunte, come si è veduto, da un culto solare diffusis-
simo durante l'età del bronzo e il primo periodo del
ferro, costituiscono un motivo comune di decorazione,
comunque espresse ; mentre le figurine umane, sebbene
note come elemento artistico ornamentale, sono piut-
tosto rare e di tipi differenti.

Le figurine che adornano questo strano oggetto,
trovano perfetto riscontro, oltreché nelle figurine fittili
decorative di vasi, non rare in questo periodo, anche
in oggetti enei scoperti in altri luoghi della bassa
Etruria, e pertinenti anch'essi a bardature equine. Da
Vetulonia proviene un filetto da cavallo con gli anelli
laterali sostenuti da una figurina umana molto sche-
matica a braccia distese, e un terzo attacco isolato
simile, ma con la figurina di sostegno alquanto più

sviluppata ('): tutte codeste sono dello stesso stile ed
esercitano la medesima funzione tectonica delle nostre.
Un altro filetto simile all'esemplare vetuloniese pro-
viene dal territorio falisco, ed esibisce anch'esso due
figurine umane a tutto tondo nel medesimo atteggia-
mento, ma ridotte alla più economica espressione (*).

Fuori dal campo degli ornamenti equini, ricorderò
una rotella traforata per spillone crinale, proveniente
dal territorio di Perugia, con una simile figurina umana
nel mezzo, più mossa però delle precedenti Le
nostre tuttavia sono espresse con maggiore naturalezza,
essendovi accennati i tratti fondamentali del viso, gli
occhi, il naso, la bocca, e in quella centrale si di-
stingue perfino la chioma divisa a solchi paralleli
come nei pendagli aurei della tomba 3 (cfr. fig. 17).
Anche le quattro coppie di figurine a pendaglio, su-
perstiti sulle cinque che dovevano adornare origina-
riamente l'oggetto, stanno a sè, non per lo stile che
è comune con le altre, ma per il particolare nuovo
delle braccia appoggiate sui fianchi in attitudine di
riposo.

Quelle che si possono considerare più affini alle
nostre, e che mostrano un maggiore sviluppo artistico,
sono due figurine provenienti da Civita Castellana, di
sesso ben distinto, contrapposte nella stessa guisa delle
nostre in un analogo tìbbione a doppio trapezio, cir-
condate e quasi assalite lateralmente da una quantità
di ocarelle (4). Come è accennato nel rapporto rela-
tivo delle Notizie degli Scavi, questo oggetto falisco
isolato, che diventa ora più interessante in rapporto
col nostro collare quasi completo, doveva anch' esso
appartenere ad una bardatura equina.

Il gancio biforo invece (fig. 49) e le tirelle di
schema quadrangolare (cfr. fig. 49), raccolte pure nella
tomba 10 (cfr. n. 16-«), e quelle riscontrate nella
tomba 8, n. 6, che con sicurezza spettano a bardatura
da cavallo, non presentano particolarità tali che le
allontanino dal tipo comune, spesso rappresentato nei

(1) Si possono vedere in Montelius, op. cit, B, 179-8 e
182-19 e 19-fl.

(2) Moti. Aut., IV, tav. XI-21; cfr. Montelins, op. cit., B,
308-14.

(*) Montelius, op. cit., B, tav. 251, 5 ; cfr. un manichetto
vetuloniese della tomba del Tridente, in Not. Scavi, 1908,
p. 435, fig. 19.

(l) Cfr. Not. Scavi, 1887, p. 310, tav. VI, G; cfr. Monte
lius, op. cit., B, 309, 11.
 
Annotationen