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IL SEPOLCRETO VISENTINO DELLE « BOCACCE n

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miceneo trovalo a Cipro ('), e incisa su una sardonica
dell' Heraion di Argo (*), dipendono dal duplice culto
preistorico dei bovidi e dell'accetta semplice o bipenne,
esteso dall'Oriente mediterraneo al centro d'Europa
Quanto al significato particolare di siffatti simboli, il
prof. Milani, in una breve nota illustrativa di questi
nuovi materiali v'isentini inserita nella sua recente
Guida del Museo Archeologico di Firenze, 1912,
p. 257, li riconlega con ragione al culto di Zeus
Taurus e Labrandeus (4).

Dopo gli avanzi così interessanti di questo sacro
vaso di destinazione funeraria, si deve considerare la
unica ascia enea raccolta nella tomba 8, n. 3 (cfr.
tìg. 33), altro peculiarissiino oggetto simbolico, che
ha stretto legame ideologico ed ideografico con la
sottile accettina espressa sul tappo dell'askos.

Sul suo carattere rituale in rapporto al defunto,
con cui veniva sepolta, non restano ormai più dubbi,
dopo le larghe osservazioni fatte al riguardo e chia-
ramente compendiate in tre articoli dal prof. Pigorini
sul suo Bullettàio Il significato religioso di questa
ascia enea e la sua rituale destinazione nella tomba,
viene patentemente determinata e chiarita dalle due
accettine di ambra simboliche a pendaglio, pure vi-
sentine, raccolte una negli scavi alla * Polledrara »
del 1885 (6) e l'altra nel nostro sepolcreto delle « Bu-
cacce » C). Quanto al tipo questa della tomba 8, che

(') Reinach, La Créte avant VIlistoire, Anthrop., 1902,
p. 25, fig. 19.

(*) Furtwangler, Antike Gemmen, tav. 11-42; cfr. Milani,
loc. sopra cit.

(3) Déehelette, op. cit., II, pp. 470, 479 sgg.

Per similari monumenti cretesi, ved. A. J. Evans in An-
imai of the Brit. School at Athens, IX (1902-03), p. 114,
fig. 70; e Lagrange, La Crete Ancienne, pp. 83-84, fig. 60, 63;
cfr. anche G. Karo, Minoische Rhyta, in Jarbuch des Instituts,
XXVI (1911), p. 249 sgg.

Vidi recentemente nel E. Museo Nazionale di Taranto
alcune singolarissime asce-pendaglio di bronzo, coronate da
corna bovine, e provenienti da Minervino Murge ; ma non so
a quale periodo appartengano, perchè non potei conoscere le
circostanze e gli altri oggetti del trovamento.

(4) Per la religione asiatica di Zeus Labrandeus e per il
suo simulacro riprodotto sulle monete della Caria, cfr. l'articolo
di P. Perdrizet nel Dict. del Saglio, III, p. 699.

(5) Bull, di Paletti. Ital.,XI (1885), p. 31; XVI (1890),
p. 62; XXXVII (1911), p. 134 sgg. In quest'ultimo articolo
l'A riassume i risultati dei precedenti, ed aggiunge nuovi ri-
scontri di asce simboliche rinvenute in sepolcri della prima età
del ferro anche dell'Etruria.

(9) Not. Scavi, 1886, p. 292.

(') Vedansi le considerazioni intorno alle ambre e la tìg. 30.

è fornita di un lungo cannone quadrangolare d'innesto
sagomato alla cima, differisce dagli esemplari per lo
più ad alette, enei o plumbei ('), che si sono raccolti
nei sepolcri italici della prima età del ferro. Il caso
tuttavia non è isolato in Etruria, trovando il nostro
tipo riscontro in tre esemplari vetuloniesi, due deco-
rati con cerchietti graffiti in riquadri a scaccili della
tomba del Tridente e uno raccolto in una tomba
di Poggio alla Guardia, che io ritengo pure cultuali.
La nostra ascia visentina inoltre, conservando ancora
nell' interno del cannone avanzi di legno, mostra in
modo sicuro che fu deposta nella tomba unita al suo
manico.

Altri oggetti che, a parte il loro uso pratico ori-
ginario, debbono venire considerati come cultuali in
questi sepolcri dell' età del ferro, sono i così detti
rasoi, piccoli, sottili e con decorazione graftìta (!). 11
loro significato particolare ci sfugge; ma è possibile
che siano allusivi di una entità divina notturna e lu-
nare (4j, come le asce sacre invece parrebbe che fossero
simboli della contrapposta divinità diurna e solare (s).
Di tali rasoi ne furono trovati nella tomba 10, n. 10,
due esemplari simili, piuttosto piccoli (cfr. tìg. 44),
ed un altro nella tomba 9, n. 3, di tipo lunato, col ma-
nichetta» liscio fuso insieme alla lama. Essi sono deco-
rati ai lati dell'anello terminale del manico con due
piccole semilune a rilievo, e sulle due facce della lama
con doppia zona ricurva di sottili linee verticali graffito

Cfr. anche le accettine votive da Narce in Mon. Ant., IV,
tav. IX-16 e 59.

(') Le asce plumbee, evidentemente simboliche, in Italia
sono localizzate quasi tutte nel territorio volterrano (cfr. lo
studio del Pigorini nel Bull, di Paletn. Ital., XXXVII, p. 138
sgg., e i riferimenti relativi).

Fa eccezione un'ascia ad alette di piombo lunga 0,13 j,
bucata nel codolo e graftìta a spina-pesce sull'esterno delle
alette e forse anche sul taglio, per altro molto incrostato di
ossido, la quale è posseduta dall'avv. Emilio Bonci-Casuccini di
Chiusi, e proviene da una tomba a ziro arcaica del Chianti
(u Podere Novo », comune di Caiole).

(a) Not. Scavi, 1908, p. 430, fig. 13 e 13-a; p. 432; 435.

(3) Pigorini, Bull, di Paletn. Ital., 1894, p. 11.

(*) La stessa forma lunata dei rasoi e le semilune a ri-
lievo che ne adornano talvolta, come nei nostri, l'anello ter-
minale del manichetto, indicherebbero la relazione che ho di
sopra accennato.

(5) Cfr. la cretula minoica in Brit. Ann., 1902, fig. 61,
con quattro bipenni immanicate roteanti intorno alla rosa solare,
e l'illustrazione che ne dà il prof. Milani nei suoi STM. Ili,
pp. 13-14, tìg. 313 b (cfr. La Bibbia prebabelica ecc. dello
stesso autore, p. 11, fig. 9).
 
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