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401

e la diaconia di san teodoro

402

S. Giorgio nel Foro Boario, S. Vito nel Macellum Liviae
e - caso anche più significativo - S. Maria in Cosme-
din nella Statio Annonnae.

In fine un'altra osservazione: nei secoli Vie VII noi
sappiamo da ampia documentazione (1) che la Chiesa
possedeva magazzini propri « horrea Ecclesiae », mentre
non troviamo più alcuna menzione dei vecchi horrea
di Stato. Non sembrerà illogico se io ne deduco che gli
horrea Ecclesiae altro non siano che gli horrea di Stato,
passati all'amministrazione della Chiesa.

C'è dunque un complesso di fatti, il quale indica
essersi l'amministrazione ecclesiastica sostituita a quella
di Stato per i servizi dell'Annona e nel possesso degli
edifici relativi.

Ciò premesso, riesce agevole dalla esistenza della
diaconia di S. Teodoro negli Agrippiana trarre la solu-
zione dei problemi relativi a quegli horrea.

Abbiamo già trovato indizio che gli Agrippiana
fossero horrea di Stato ; il fatto che la diaconia di S.
Teodoro è sistemata in essi ce ne dà la certezza.

Ci siamo domandati perchè dopo il V secolo si am-
pliassero i locali della prima cohors ; ora possiamo si-
curamente rispondere che quegli ampliamenti furono
fatti per compensare in qualche modo lo spazio non pic-
colo (tutta la seconda cohors almeno) che era stato
occupato dalla fabbrica di S. Teodoro.

Abbiamo notato che le costruzioni aggiunte nella
prima cohors dimostrano che gli horrea continuavano
ad essere adoperati nei secoli dell'alto medio evo ; e
anche di ciò ora possiamo proporre una spiegazione sod-

(') Riunita dal Lanciarli, Pagati and Chnstiin Home, p. 46.

disfacente : gli Agrippiana dallo Stato passarono alla
diaconia di S. Teodoro, divennero cioè horrea Ecclesiae;
durarono perciò fino a che le diaconie furono effettiva-
mente istituti di beneficenza.

Quando questi decaddero e di essi non rimase che
il titolo, diaconia, aggiunto alla chiesa, cessò la vita
negli Agrippiana. Il limite cronologico èforseilsec. Vili.

Che all'abbandono seguisse immediatamente la ro-
vina è da escludere ; questa non è stata prodotta da cause
accidentali, ma dai cercatori di materiale da costruzione
nel medio evo e nel Rinascimento. Il grandioso edificio
è stato mano mano disfatto e i materiali asportati : la
prova è che i ruderi della cohors sono stati ritrovati
sgombri da macerie e che del magnifico quadriportico
a tre ordini sovrapposti si sono ritrovati appena una
ventina di frammenti.

*

* *

Così dalle scarse fonti, dalla topografia, dall'esame
delle strutture, dalle sovrapposizioni cristiane abbiamo
ricostituito, per quanto è possibile, le vicende degli
Agrippiana. Horrea pubblici, forse fondati da Agrippa,
restaurati da Domiziano e da Settimio Severo, passati
dallo Stato alla Chiesa, appartenuti alla diaconia di
S. Teodoro, essi hanno una storia di almeno otto secoli.

La quale sarà meglio lumeggiata e più ricca quando
il Boni avrà condotto gli scavi attorno e al di là di
S. Teodoro per tutta l'estensione degli horrea, quando
sarà rimesso in luce tutto ciò che avanza del grandioso
edificio, monumento eloquente e della civiltà antica e
della nuova.

Alfonso Bartoli.
 
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