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seconda fonte Festiana, stella abbia presso a poco il mede-

contrassegnasse il caposaldo primo di ogni ulteriore

simo valore che stella ha nei trascritti pasn di GHoeTeo-
dosio, c significhi un pezzo dibronzo conformato a stella,
non sappiamo a quante punte, intagliato da una robusta
lamina, destinato ad essere confitto, ad fuluram rei me-
moriam, nel centro del templum da fondarsi Q), affinchè

i'1) Non mi dissimulo l'arditezza di una simile concezione,
ma non dispero nemmeno che, lanciata l'idea, questa non ab-
bia a trovare un giorno la conferma nei fatti. Tentativi, mediante
saggi di scavo, diretti allo scopo di rintracciare la stella augurale
additataci da Alcio Capitone, potrebbero istituirsi con la mag-
giore probabilità di buon successo in quelle coloniae, in quei castra
specialmente, che Roma spinse negli angoli più remoti dell'Im-
pero, e che, per la loro pianta regolare, non v'ha dubbio che
sorsero con le norme e col rito della limitazione templare-augurale,
e la cui zona centrale non offre difficoltà a farsi riconoscere.

Di simili colonie di nuova fondazione, dell'Africa, fa cenno
Igino, 180, 1-9, come di fondazioni modello, attuate con quella
« limitum ratio pulcherrima », in virtù della quale « decimanus
maximus et leardo a civitate oriuntur et per quattuor porta» in mo-
rem castrorum ut viae amplissìmae limitibus diriguntur». Il caso
di Pompei, come di ogni altro antico municipio trasformato
in colonia romana, è molto diverso : quivi le linee fondamentali,
poiché dovette osservarsi « non rationem, sed proximum rationi
181, 6 », dovettero essere tracciate fuori della città, secondo
quanto lo stesso Igino, 178, 14-16, ci fa sapere: « sed quom
vetusta municipia in ius coloniae transferuntur, stantibus iam
muris et ceteris moenibus, limites primos nisi a foris accipere non
possimi ».

In quanto, poi. all'attendibilità dell'ipotesi che io sostengo
della strettissima analogia fra la Mia di Ateio Capitone (Festo)
e la stella iunior di Gaio e Teodosio (Gr. vet., 307, 4 sgg. ; 346, 9),
giova tener presente che da Boezio (Gr. vet., 402,19 sgg.) è espres-
samente registrato il costume di affondare sotto i termini qual-
che cosa d'immarcescibile: semper signum in omnibus terminis
positum est; ani aliquos cineres aut carbones aut testa aut ossa aut
vitrum aut assas ferri aut aes aut calcetti aut gypsum aut vas fidile in-
venimus». Di questo costume, da Boezio descrittoci come costante
e universale, ci parla pure Siculo Fiacco (Gr. vet., 140, 11 sgg.)
restringendone però alquanto la portata « quod voluntarium,
non necessarium est. Sienimessenteertaeleges autconsuetudines aut
observationes, semper simile signum sub omnibus terminis in-
veniretur : nunc quoniam voluntariutn est, aliquibus terminis nihil
subditum "st ». Ora, siccome tutti i materiali menzionati da Siculo
Fiacco e da Boezio sono compresi nella comune denominazione
di signa, si può ammettere, a più forte ragione, che rientri in
questa categoria una « stella ex lamella aenea, adsimilis stellae »,
quando per la « stella iunior » abbiamo la testimonianza esplicita
di Gaio e Teodosio, riportata nel testo. Ma v'ha di più. Sono ri-
petutamente enunciati nei testi dei Gr. vet. casi, nei quali i termini
fuori terra sono affatto risparmiati, ed in loro luogo sono affidati
al grembo della terra dei signa (« signa defodiunt prò terminis ».-
127, 8 ; 139, 19 ; 142, 19 ; 152, 21; 283, 5 ; 402, 15). Anticamente
si faceva presto a rintracciarli allorché essi erano in formis nomi-
nata (47, 22 ; 78, 22 ; loca requiraniur artificio signorum, 48, 1 ;
signa subdita requiraniur 142, 19); in difetto di tali espresse
menzioni, precetti dell'arte mensoria alutavano a rintracciarli :
282, 7 eaque (signa) exquiri iubent qui artes ediderunt ; in ultima
analisi si faceva ricorso allo scavo : 283, 4 sgg. quod cum sui

opera di orientazione e di limitazione : ma per le mani,
e ciò è essenziale, non già del mensor, la cui opera sarebbe
stata richiesta solo per le cure seconde della materiale
metazione, ma bensì per le mani deWaugur. La parola
di Festo a tale proposito non potrebbe essere più espli-
cita : da un lato dice di riferire sopra materia relativa
alla « disciplina auguralo » (auctoritatem secutus P. Ser-
vila auguris), dall'altro lato stabilisce che la stella s'in-
figgeva « locis inauguratis », cioè a dire, a causa e dopo
l'atto à?\Vinauguratici conseguente alla presa degli
auspicii, al centro del templum di nuova fondazione : e
queste sono operazioni rituali demandate al sacerdozio
deWaugur, e non alla pratica del mensor (1). Tutt'al-
tra cosa era il maneggio della groma per le mani del
mensor : prima che da questo si portasse a termine
così la divisione o la limitazione di un agro o campo qua-
lunque^ non già esclusivamente di un locus inauguralus),

iuris aliquis vindicet, directum signis defossis aut terminis,
sequitur inspector. Di fonti da consultare, per riscontrare l'anda-
mento dei confini e le speciali e svariatissime convenzioni poste
in essere nelle terminazioni, il mensor ne aveva molte : sono
ad ogni pie sospinto citati, dai Grom. vet., publica autvetera in-
strumenta e leges colonicae ; e poi : libri aeris 201, 2 ; 202, 15 ;
libri subsecivorum 202, 5 sgg. ; formae et tabulae aeris 202, 11 ;
cautiones locorum religiosorum 23, 4 ; e poi, ancora, in fatto di
grandi archivii imperiali, i libri Augusti et Neronis Caesarum
sed et Balbi mensoris, qui temporibus Augusti omnium provincia-
rum et formas civitatium et mensuras compertas in commentariis
contulit, 239, 16 sgg. (cfr. 209, 1); commentario Claudi Caesaris
211, 23 ; tabulile aeris Trainili 223, 7 ; e, genericamente per l'Im-
pero, il sanctuarium o tabularium Caesaris 154, 24 ; 202, 17 ;
203, 3 ; i libri Regionutn 258, 2 ; Bsneficiorum 258, 2 ; commen-
tarla, epistulae, edictn, 118, 7-8.

Largamente esemplificato presso i Gr. vet. è pure il voca-
bolo signum nell'altra sua accezione di «punto»: voi. II,pag.
514, index voc. s. v.

(*) Di altri limiti fra gli altri posti alla competenza dell'an-
tico agrimensore siamo ampiamente informati da parecchi luoghi
dei Gr. vet. Egli non ha la potestà, salvo in un caso speciale, di
assignare : 8. 26 : « natii agrimensor omnis doctus centurias deli-
mitare potest ac suis redintegrare limitibus, assignare autem nullo
modo potest, nisi sacra fuerit praeceptione firmatus » ; deve ce-
dere allo ius ordinarium, ed intervenire, se ve ne sarà bisogno, solo
dopo che con sentenza è stato dichiarato il diritto, in contesta-
zioni de possessione: 16, 22 «in Ms secundum locum hàbet di-
sciplina nostra, sicut lex ait nisi de possessionis statvm quae-
stio fverit terminata, non licet mensori praeire ad loca »

(cfr. 16, 3; 80, 13-19); e, limitandosi alle pratiche soluzioni dei
problemi geometrici proprii della sua arte, può ambire all'epi-
teto di optimus, se saprà tracciare a dovere le linee fondamentali
di una limitazione: 191, 14 « deeimanum maximum et kardinem
optimi mensores agere debebunt ». Per le conoscenze che egli
deve possedere a quest'ultimo proposito vedi, n. 2 a p. 51.
 
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