Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
25

CROMA

26

come il controllo dei termini di un campo già limitato e
diviso, e tante altre operazioni che sarebbe ozioso enume-
rare, successivamente la sua groma figebatur humi tante
volte, e in tanti luoghi differenti quanti gliene imponeva

10 speciale problema di geometria pratica da risolvere.
La prima parte della notizia Festiana, infine, non fa che
ribadire i concetti or ora esposti, là dove afferma stellam
Significare laetum et prosperimi (auspicium, captum),

11 che, a parer mio, vale quanto dire : vedere infissa una
stella, nel centro del lemplum, è come riscontrare la prova
consacrata dei lieti e prosperi auspicii, impetrati ed ot-
tenuti all'atto della fondazione.

Quello che il Rudorff non dice, ma che certamente

10 trasse in inganno, è il fatto che Erone testualmente
chiama la groma àartQHfxog (1), vocabolo che, senza
dubbio, è la perfetta traduzione della voce stella; e dalla
prima traduzione del testo di Erone, cioè dal Venturi in
poi, quanti si sono occupati dell'argomento, o scambiano
le due voci indifferentemente, o le giustapongono quali
equivalenti o sinonimo, mostrando, pure non confessan-
dolo esplicitamente, di aderire allo stesso criterio (*).
Per attenersi ad un simile partito, però, non si è badato
finora che è necessario muovere da un paradosso: doversi,
cioè, ricorrere al testo greco di un autore alessandrino,
per apprendere il verace nome latino di uno strumento

11 quale ha una tradizione puramente, esclusivamente
romana ; e, peggio ancora, dissimularsi in pari tempo
che negli scritti dei aromatici romani la voce stella
non è mai posta in luogo di groma. Tutto questo
essendo impossibile, null'altro resta da constatare se
non che Erone, regolandosi come fece, concepì un àaxsqi-
(fxog a quattro raggi, quanti erano i bracci della groma,
in conformità, in ultima analisi, dell'analoga concezione
di Igino in relazione alle quattro porte (e quindi alle
quattro vie) di un castrimi, nel noto luogo più volte ci-
tato, ut portae castrorum in conspectu rigoris stellam
efficiant (8).

Gli argomenti affatto ineluttabili per oppugnare la
nomenclatura del Rudorff sono due: positivo l'uno, ed
è il fatto che la groma pompeiana è, non ex lamella aenea
(di che era fatta la stella descrittaci da Ateio Capitone),
ma ex lamella ferrea, come or ora si vedrà ; letterario

f1) Vedi testo a p. 12.

(2) Cosi gli studiosi già citati, dal Venturi in poi, così i recen-
tissimi, per i quali vedi oltre, al Cap. III.

(3) Vedi n. 7 a p. 9.

l'altro, ed è l'autorità dei gromalici, dalla quale non si
può per alcun patto prescindere. E appunto l'autorità
di chi adoperava ristrumento per sua peculiare pro-
fessione, e ne descriveva il maneggio e l'uso in opere
scritte, ci deve persuadere che « il nome l tino della
nostra machina ('), o maehinula (!), o perfino
mensura (3), è groma (4) o fernimentum (5) ;
nomencl'itur i saldamente post i nel luogo di Fi sto de l
quale i bbiamo prese le mosse per gusto excursus
(groma > ppella'ur g'nm ma-hinolae cuiusdam quo
reqiones agri cuiusque cognosci possunt. quod Graeei
Yvwfiova dicunt) (6), ed esplicitamente, anzi indenii-
eamente, confermata dalla parola del qromatico Igino,
là dovi' questi denomina gromalici gli agrimensori d'd
maneggio della groma : et professores eivs artis... grò-
malici sunt cognominati » (7).

II.

Descrizione dei pezzi autentici della groma.
Ricostruzione dello strumento.

I varii pezzi dello strumento, che dapprima qui esi-
bisco in un'unica fotografia d'insieme (fig. 2), ma che poi
passo a riprodurre ad uno ad uno (') per ricomporli infine
nel loro insieme organico,son tratti fuori da una farragine
veramente enorme e multiforme di suppellettile dome-
stica e tecnica rinvenuta in novetrovamenti, fatti, in
altrettante riprese successive, fra le date 29 aprile e 19 no-
vembre 1912 (»), nella taberna-officina n. ?>, Reg. I ins. VI,

(!) Gr. vet., p. 295, 11.

(2) Fest. (Miiller) s. v. groma, p. 96.

(3) Non. Marc. (ed. Wallace M. Lindsay), I, p. 87 : « Gru-
mae sunt loca media in quae directae quatuor congregantur et con-
veniunt viae. Est autem gruma mensura quaedam, qua firn viae
ad linearti dirigantur, vt est agrimensorum et talium », dove non
può esservi dubbio che la voce mensura stia per mensoris machina
o instrumentum.

(*)Gr.vet., pp. 170,5; 180,8; 225, 7 ; 285, 17; 286, 1 (Igino,
Liber Colon., Xipso) ; Non. Marc. I, p. 87.

(5) Gr. vet., ventotto volte ; cfr. voi. II, index verb. s. v.,
p. 494 (Frontino, Balbo, Igino, Nipso).

(°) Per gruma, corruzione di groma, e pel verbo digrumati,
o degrumare, cfr. Gr. vet., II, p. 336, n. 273.

(7) ved. nota 7 a p. 9.

(8) I disegni riproducenti i singoli pezzi dello strumento sono
stati eseguiti dal prof. V. Esposito.

(8) Vedi Rapporti mensili degli scavi di Pompei, relativi a quel
periodo di tempo, in Not. d. se, 1912.
 
Annotationen