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AT, VIALE MANZONI IN ROMA

48(5

pero di Occidente, significa negare all'arte romana di
essere mai esistita come arte di « non decadenza » ! Nè
più ne meno che come l'antica arte cristiana!

La verità è un'altra, e cioè che la fecondissima e
multiforme arte romana, la quale attraverso l'Impero
descrisse l'intera sua parabola evolutiva, ebbe tra i
suoi numerosi polloni a generare anche quello del-
l'arte cemeteriale, altrimenti detta arte cristiana pri-
mitiva: manifestazione artistica questa all'atto secon-
daria e subordinata, ma non perciò tale da risen-
tire di meno delle sorti del tronco materno. Infliggere
il titolo di arte decadente all'arte cemeteriale è cosa
altrettanto gratuita e contradditoria, quanto affib-
biarle il titolo di arte indipendente Parlare poi di de-
cadenza quadriseeolare per l'arte romana, significa
per lo meno la necessità di una revisione generale
di certi studi, deviati dal retto cammino al punto
da ingenerare pregiudizi destituiti, in senso assoluto,
di fondamento critico e storico.

Un deciso ritorno alla sana critica storica in questo
campo segna il recente libro del Ducati, l'Arte clas-
sica. In quest'opera sono in brevi tratti nettamente
segnati i contorni della produzione artistica cristiana
dei primi secoli, in rapporto con l'arte pagana e ro-
mana. Sarebbero da accettare senza riserve le con-
clusioni del Ducati se preoccupazioni dottrinarie, da
cui certamente non è facile liberarsi, non l'inducessero
a parlare di un'arte cristiana indipendente, almeno in
apparenza, dopo averne scalzati, al lume della critica
storica, tutti o quasi i fondamenti (').

Non segna invece un progresso sensibile nella so-
luzione del problema l'opera, pur essa recente, di
L. Bréhier, L'Art cìirétien. In principio della, quale
l'autore mostra di avere una vaga sensazione dell'equi-
voco nel quale posa la distinzione di arte cristiana o
religiosa dall'arte... non cristiana, e tenta giustificare il
suo assunto tirando fuori l'iconografia religiosa (che
avrebbe per oggetto la natura delle rappresentazioni),
come un contrapposto della vera storia dell'arte, che
cura unicamente la forma (2). Allo stesso autore, però,

(1) Op. cit., p. 28(5. L'A. però avverte che tra arte cri-
stiana primitiva e arte pagana « l'unica differenza è itala da!
contenuto. Ambedue le arti sono invero i rami di un'arte
sola»... «Così l'arte primitiva cristiana fa parte della civiltà
classica, non forum già Vinizio dell'arte del medio evo......

(2) Introd., p. 1 seg.

non isfugge la debolezza di una distinzione così artifi-
ciosa, ch'egli non è poi nemmeno in grado di applicare
nel seguito dell'opera, e si ammettono quindi tempera-
menti, riconoscendo, ad esempio, l'assoluta dipendenza
dell'arte ornamentale dall'arte classica ('), e simili.
Ma là dove si mostra la prevenzione, portato di pre-
parazione insufficiente in materia di evoluzione arti-
stica, è nel tentativo dell'autore di allacciare diretta-
mente codest'arte cristiana all'arte ellenistica (2), sca-
valcando nella maniera più disinvolta, ignorando addi-
rittura, un'arte rimaniti, filiazione vera, sebbene soltanto
parziale, dell'arte ellenistica. E non è senza interesse
rilevare che mentre si vorrebbe gabellare per una de-
rivazione diretta dell'arte ellenistica l'arte importata
dai colonizzatori romani nella Gallia e nella Bretagna,
si ricerchino, poi, come prototipi ellenici del reper-
torio cristiano, dei motivi apparentemente affini tratti,
nientemeno, dall'arte micenea (3).

La leggerezza di metodo che regna, come si vede,
in quest'ordine di studi, porta a conseguenze inattese,
le quali vengono risentite profondamente non tanto
nel campo dell'archeologia dell'arte, o storia dell'arte
classica, quanto nel campo della stessa archeologia cri-
stiana. Recentemente lo stesso Wilpert, prendendo le
mosse dalle ultime pubblicazioni di archeologia cristiana
uscite in Germania, ha dato alle stampe uno studio (4),
nel quale con acutezza ed arguzia riprende le manche-
volezze, le-incongruenze, gli errori che studiosi tedeschi
della scuola dello Strzygowsky vengono accumulando
nel proporre uno od altro centro d'origine dell'arte cri-
stiana, con l'esclusione assoluta di Roma: « Los von
Rom ! ». Sappiamo bene come codesta deplorevole cam-
pagna che si conduce da studiosi oltramontani, ripeta
in gran parte le sue origini da questioni estranee al-
l'archeologia, e cioè da incompatibilità di natura con-
fessionale, nè più nè meno che come un episodio della
lotta secolare tra protestantesimo e cattolicismo. Ma
ciò non toglie che il fatto abbia la sua importanza dal

(!) Op. cit., p. 24: «Le décor mythnlogique s'imposait...
avec une force irrésistible : on ne concevait ménte pas qu'il pùt
esister un autre art ornemental ». Ma se la pittura cemete-
riale è per quattro quinti «art ornemental!»

(a) Op. cit., p. 52 segg.

(3) A un motivo di intaglio miceneo, infatti, viene dal Br.
collegato il tipo di Davide fra i leoni (op. cit.. p. 55).

(*) G. Wilpert, Die altehristliche Kunsi Rorfisu. dee Oriente,
in Zeitschrift fur Theologie, voi. XLV (11)21), pp. 337-30U
 
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